Da Nagarkot ci siamo trasferiti nella capitale, Kathmandu, per l’ultimo spostamento di questo intenso viaggio in terra nepalese. Stavolta non alloggeremo allo Shree Tibet Family Guest House perchè abbiamo deciso di cambiare e pernottare nell’Hotel The Great Wall, nel cuore di Thamel. La scelta si rivela azzeccata in quanto allo stesso prezzo, circa dieci euro a persona a notte, abbiamo a disposizione una camera più confortevole e pulita.
Patan, Tempio di Chandeswari |
Accanto alla vasca si aprono alcune botteghe e dei laboratori per la lavorazione del rame; in uno di questi ci fermiamo per osservare un artigiano intento a lavorare con il suo tornio. Giungiamo in breve in un’altra piazza, Nahabil Square, lì dove sorge un ex monastero buddhista, il Lokakirti Mahavihar, nel quale sono custodite alcune parti del carro utilizzato nella spettacolare festa di Rato Machhendranath, celebrata ogni anno nel mese di Baisakh tra aprile e giugno. Dinanzi al monastero un piccolo ingresso conduce ad un cortile punteggiato da piccoli stupa ed al centro una grande statua di Sakyamuni sotto una copertura azzurra.
Patan, statua di Sakyamuni |
Tra le abitazioni uno stretto passaggio i porta in un altro bahal (cortile), il Naga Bahal, disseminato di chaitya, piccoli stupa che contengono reliquie buddhiste. Ci rilassiamo su una panchina mentre alcuni anziani chiacchierano a poca distanza da noi. Un vialetto coperto ci permette di arrivare all’entrata ovest del Tempio d’Oro. Il tempio, buddhista, è così chiamato per le preziose decorazioni dorate sulla facciata. Nel cortile interno dell’edificio sfavillano diverse statue, da Sakyamuni a Tara Verde, dai quattro Lokeshvara a Avalokiteshvara etc..
Patan, Tempio d’Oro |
Mentre ci incamminiamo verso il Tempio di Manjushri ci fermiamo in laboratorio artistico di un ragazzo buddhista. Pacato e gentile nei suoi modi di fare, mentre dipinge un thanka, è ben felice di scambiare due parole con noi. La sua attività, ci racconta, va avanti da ben sei generazioni e proprio per questo è stata premiata dal governo nepalese. Entriamo nel Tempio di Kumbeshwar, un alto mandir dagli ornamenti in legno intagliato nel santuario consacrato a Shiva. Numerosi pellegrini sono accorsi nel tempio e a turno accendono un fuoco sacro.
Patan, laboratorio artistico |
Patan, Tempio di Kumbeshwar |
Di fronte, in una fontana pubblica chiamata Konti Hiti uomini e donne sono intenti a lavarsi. C’è anche chi fa il bucato. Chiediamo informazioni ad un ragazzo su come raggiungere il Tempio di Uma Maheshwar. Decide di accompagnarci e non abbandonarci più sino alla Durbar Square. Superiamo dapprima uno dei quattro stupa di Ashoka presenti in diversi punti della città e poi la piazza di Swotha Tole con i tre Templi di Rada Krishna, Narayan e Krishna.
Patan, Konti Hiti |
Patan, Stupa di Ashoka |
Con la sua alta concentrazione di edifici in stile newari Durbar Square è il gioiello per eccellenza di Patan. Prima di aggirarci tra i numerosi monumenti decidiamo che è tempo di pranzare. C’è un piccolo problema: siamo nelle giornate principali del Dashain e tutti i ristoranti sono chiusi, ad eccezione di due turistiche strutture nei pressi della piazza. La scelta è d’obbligo e ci accontentiamo di una minuta quanto costosa bistecca accompagnata da una manciata di patatine fritte. Oggi stiamo accusando particolarmente la fatica accumulata in tutti questi giorni di viaggio e la visita al Palazzo Reale e al bellissimo museo avviene in maniera un po’ troppo superficiale e frettolosa. Il museo ospita una straordinaria collezione di reperti artistici, simbolici e architettonici di tutta la valle di Kathmandu e per girarlo tutto ci vorrebbe almeno un’ora. Gironzoliamo nella Durbar Square osservando gli antichi edifici e i preziosi templi dedicati a Bhimsen, Vishwanath o Krishna, solo per citarne alcuni.
Patan, Durbar Square |
Patan, Palazzo Reale |
Patan, Museo |
Da qui comincia l’ultima parte della nostra passeggiata. A sud della piazza imbocchiamo un viottolo che conduce al Tempio di Bishkawarma, caratteristico per la facciata rivestita da lastre di rame, e a diversi santuari di Vishnu ed edifici religiosi minori. Tra le abitazioni si aprono numerosi bahal come il Bubahal, punteggiato da statue buddhiste e chaytya, e l’Haka Bahal, collegato al culto della dea vivente, la Kumari tanto venerata da queste parti, con un cartello rosso che ne indica la direzione.
Patan, Bubahal |
Patan, Haka Bahal |
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