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Le ceramiche di Castelli, un’eccellenza tutta abruzzese

Giugno 3, 2017 · Manuel Santoro · 4 commenti

Castelli, ditta Arte Ceramica
37 città, 300 eventi e soprattutto tanta creatività. Sto parlando di Buongiorno Ceramica, il lungo week-end dedicato alla ceramica italiana, organizzato ogni anno il primo week-end di giugno tra antiche tradizioni e nuove sensibilità artistiche. Per la prima volta ho partecipato anch’io a questo evento, promosso da AiCC – Associazione Italiana Città della Ceramica in collaborazione con Artex e per l’occasione non potevo che scegliere la località abruzzese per eccellenza legata al mondo dell’arte ceramica, Castelli. Anche qui il programma ha previsto aperture straordinarie di botteghe, musei, laboratori ma anche incontri, musica e buon cibo.
Percorrendo la Strada Provinciale n. 37, l’abitato di Castelli appare all’improvviso dopo aver superato la frazione di Casette-Faiano. Il borgo, alle porte del versante teramano del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, si trova ai piedi di cime imponenti, come quelle dei Monti Camicia (2564 m) e Prena (2561 m). Ecco perchè siamo venuti qui al mattino nonostante il programma di Castelli prevedesse appuntamenti nel pomeriggio: la sua posizione fa si che partendo dal centro abitato sia possibile fare interessanti escursioni nel territorio dell’area protetta. Noi abbiamo scelto il sentiero che permette di raggiungere in poco più di un’ora Fondo della Salsa, la maestosa parete nord del Monte Camicia. Di questo breve trekking vi parlerò in uno specifico articolo.
Cosa vedere a Castelli
Una volta tornati in paese abbiamo dedicato il pomeriggio alla visita del centro storico e delle sue botteghe. Piazza Marconi con la chiesa di San Rocco è stato il punto partenza del nostro itinerario a Castelli. Accanto alla chiesa è visibile uno degli scorci che più ho apprezzato, l’ampia scalinata fiorita di via Concezio Rosa che conduce alla parte alta del paese. È possibile accedere al cuore del centro storico proprio partendo dalla piazzetta Marconi, lasciandosi alle spalle la chiesa di San Rocco ed alla sinistra il palazzo Antoniano. Poco più avanti un belvedere offre una panoramica sulla sottostante vallata del Leomogna e sull’imponente scenario montuoso della catena del Gran Sasso. In Piazza Roma si affaccia la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. Di fronte, quattro strette strade a pettine sono disegnate da edifici medioevali in pietra e muratura e decorate da portali, architravi, iscrizioni ed elementi decorativi in ceramica. Purtroppo i segni dei recenti terremoti ci sono ancora e parte di queste vie sono ancora chiuse al transito.
Castelli, via Barnabei Felice
Castelli, via Barnabei Felice
Castelli, scalinata di via Concezio Rosa
Castelli, scalinata di via Concezio Rosa
Castelli, decorazioni nel centro storico
Castelli, decorazioni nel centro storico
Da qui siamo tornati indietro e nuovamente in Piazza Marconi abbiamo imboccato la breve scalinata, la Scesa del Borgo, sulla quale si affacciano diversi laboratori di ceramica. La Casa d’Arte Ceramica Simonetti ci ha accolti nei suoi laboratori per descriverci le diverse fasi di lavorazione. Fondata e diretta dal maestro ceramista Giovanni, la loro attività è cominciata nel 1967 dopo aver rilevato un’antica bottega e si caratterizza per l’utilizzo di sistemi tradizionali come il tornio a pedale e il forno a legna di tipo “a respiro”. Abbiamo visitato anche lo store di Arte Antica, un laboratorio ceramico in contrada Faiano, e quello della ditta Fazzini Pina. Una curiosità: gli oggetti sono esposti in quello che un tempo era l’antico carcere di Castelli. Fuori dal centro abitato di Castelli è situata la chiesa di San Donato. Vista da fuori sembrerebbe una semplice chiesa campestre eppure gli interni nascondono quella che Carlo Levi ha definito “la Cappella Sistina della Maiolica”. Qui è possibile ammirare il soffitto completamente maiolicato composta da oltre 800 mattoni decorati da motivi geometrici e soprattutto fitomorfi recanti le date 1615, 1616 e 1617.
Castelli, tra le botteghe del centro storico
Castelli, tra le botteghe del centro storico
Castelli, tra le botteghe del centro storico
Castelli, chiesa di San Donato
Castelli, chiesa di San Donato
Castelli, chiesa di San Donato
Le ceramiche di Castelli
Se Castelli è diventato uno dei principali centri per la produzione della ceramica lo deve soprattutto alle caratteristiche naturali del territorio circostante, caratterizzato grazie all’abbondante presenza di cave d’argilla, corsi d’acqua, giacimenti di silice e boschi di faggio per la legna e i forni. Le origini di quest’arte sono antiche: la produzione è stata favorita dalla presenza dei monaci benedettini che in tempi remoti si stabilirono nei pressi di questo agglomerato di case alle falde del Gran Sasso. I primi reperti datati risalgono al XV secolo ma non è possibile dare una data esatta su quando la produzione ceramica sia cominciata. Di certo c’è che tutti gli abitanti erano coinvolti nel corso del suo intero ciclo produttivo. L’argilla veniva estratta dalle cave, raffinata per essere lavorata, rifinita, cotta ed infine decorata. La cottura era la fase più delicata in quanto i materiali necessitavano di una determinata temperatura ed i forni chiaramente non erano dotati di termometri. La famiglia Grue fu quella che più influenzò le regole della ceramica castellana con Carlo Antonio il maggiore esponente. Nella decorazione erano utilizzati solamente cinque colori, pur con tutte le sfumature, con l’assenza del rosso che venne introdotto alla fine del 1700 da Gesualdo Fuina.
Castelli, ceramiche della ditta Arte Antica
Castelli, ceramiche della ditta Arte Antica
Castelli, ceramiche Simonetti
Castelli, ceramiche Simonetti
Castelli, ceramiche Simonetti
Ancora oggi è possibile seguire le orme di questi maestri presso il Liceo Artistico per il Design, fondato nel 1906 per volontà di due illustri cittadini, Beniamino Olivieri e Felice Barnabei, un tempo rispettivamente Sindaco del paese e primo Direttore generale delle Belle Arti. L’offerta formativa in oltre cento anni di storia si sempre saputa rinnovare secondo le esigenze dei tempi. L’Istituto ospita parte di una ricca e preziosa collezione di documenti, incisioni, spolveri e disegni di maestri della ceramica castellana del XVII e XVIII secolo, proveniente dalla bottega Gentili.
Chi invece vuole ripercorrere la storia della ceramica di Castelli può recarsi presso la sede temporanea del museo. I danni del terremoto del 2009 sono stati tali da dover allestire una sede momentanea presso l’ex manifattura De Angelis, sito nella prosecuzione di via Concezio Rosa.
Castelli, ceramiche della ditta Fazzini Pina
Castelli, ceramiche della ditta Fazzini Pina
Castelli, ceramiche della ditta Fazzini Pina
Castelli, ceramiche della ditta Fazzini Pina

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Commenti

  1. Unknown dice

    Giugno 14, 2017 alle 11:31 am

    Che meraviglia!

    Rispondi
    • Manuel Santoro dice

      Giugno 15, 2017 alle 2:54 pm

      Uno dei tanti bellissimi borghi d'Abruzzo!

      Rispondi
  2. Domenico VITTORIO dice

    Giugno 14, 2017 alle 3:21 pm

    Ho condiviso sulla mia pagina facebook.com/abruzzoteramano/

    Rispondi
    • Manuel Santoro dice

      Giugno 15, 2017 alle 2:54 pm

      Grazie mille Domenico!

      Rispondi

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Blogger, tour leader e digital creator.
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Il villaggio di Tazoulte ha un antico cimitero ebraico che può essere di interesse storico. Sebbene la comunità ebraica abbia lasciato la zona alcuni anni fa, gran parte dell'argenteria della regione reca incisi simboli ebraici, in quanto gli ebrei erano tradizionalmente gli argentieri della regione (Souss Massa | Marocco) 🏘

The village of Tazoulte has an ancient Jewish cemetery that may be of historical interest. Although the Jewish community left the area some years ago, much of the silverware in the region is engraved with Jewish symbols, as Jews were traditionally the silversmiths of the region (Souss Massa | Morocco) 🏘

El pueblo de Tazoulte posee un antiguo cementerio judío que puede tener interés histórico. Aunque la comunidad judía abandonó la zona hace algunos años, gran parte de la platería de la región está grabada con símbolos judíos, ya que los judíos eran tradicionalmente los plateros de la región (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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Partendo da Tafraout è possibile visitare numerosi villaggi incastonati nella Ameln Valley. Tagdicht è il più elevato ed anche il più difficile da raggiungere. Vi è una sola strada, stretta, tortuosa, che si inerpica tra le montagne senza alcuna protezione (Souss Massa | Marocco) 🏘

Starting from Tafraout, it is possible to visit numerous villages nestled in the Ameln Valley. Tagdicht is the highest and also the most difficult to reach. There is only one road, narrow, winding, that climbs through the mountains without any protection (Souss Massa | Morocco) 🏘

Partiendo de Tafraout, es posible visitar numerosos pueblos enclavados en el valle del Ameln. Tagdicht es el más alto y también el más difícil de alcanzar. Sólo hay una carretera, estrecha y sinuosa, que sube por las montañas sin ninguna protección (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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Everyone had told me good things about the Aït Mansour Gorges, but its landscapes went beyond expectations. I appreciated the fact that this oasis is not very touristy and perhaps even more beautiful than other, much better known areas of Morocco. I spent a whole day here but I hope to return one day, there is so much more to see (Souss Massa | Morocco) 🌴

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