
Un’altitudine media di 5.100 metri sul livello del mare che ne fanno la città più alta al mondo. La Rinconada, il cui già nome in sé evoca un luogo inospitale, si trova in Perù, più precisamente nella regione di Puno.
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Come arrivare a La Rinconada
Di certo non una destinazione turistica, ma una per i più valorosi. Io mi ero prefissato di raggiungerla già da tanto, poco intimorito dalla cattiva nomea che La Rinconada ha tra gli stessi peruviani. L’ho fatto partendo dalla località di Putina, a circa due ore e mezza di distanza in minibus, il tempo per tramutarsi in un’avventura. Ben presto l’asfalto lascia spazio alla terra, al fango, alla roccia.
Mi sono ritrovato sballottato in un combi, percorrendo strade senza protezione su profondi precipizi. Spesso accadono incidenti mortali, come quello di un minibus finito di sotto proprio la mattina in cui sono partito. Un viaggio, questo, che non mi ha visto pernottare lì. A La Rinconada non ci sono hotel, solo sudicie bettole senza finestre che ospitano minatori di passaggio.
La Rinconada oggi
Aggrappata alla cima del monte Ananea e sovrastata dall’omonimo ghiacciaio, La Rinconada è una città che si è sviluppata in modo disordinato a causa della “sete dell’oro”. In nessun’altra parte del Paese la frenesia per questo questo metallo è stata così febbrile.
Non è casuale, il legame tra America Latina e oro comincia da molto lontano. Gli Aztechi, ad esempio, uccidevano per ottenerlo. Gli Inca schiavizzarono intere popolazioni. La Spagna inviò flotte di conquistadores alla sua ricerca. Un mondo, questo, che è sempre stato una sorta di El Dorado. E la stessa La Rinconada è un mondo a parte.




Cosa vedere a La Rinconada
Qui non ci sono luoghi d’interesse. L’interesse è rivolto tutta verso la montagna, sfregiata da miniere a cielo aperto. Tutto è nato attorno a questo. 50.000 anime sfidano l’aria polare e l’altitudine alla ricerca di fortuna e di un’apparente vita migliore, guadagnandosi da vivere con l’estrazione mineraria illegale e informale.
Il centro città è sì formato da anonimi edifici in mattoni ma basta spostarsi leggermente per osservare decine e decine di capanne in latta, erette su improbabili terreni. Non c’è niente al loro interno per contrastare il freddo glaciale di queste latitudini. E all’esterno, cumuli senza fine di spazzatura, immondizia che dà il benvenuto a partire dall’arco d’ingresso alla città, lerciume che è diventato fonte di cibo per i volatili che sovrastano l’insediamento.

Terra di nessuno
La Rinconada è terra di nessuno. Dante l’avrebbe inserita in un girone infernale nella sua Divina Commedia. Soprattutto quando scendono le tenebre la città si tramuta in un centro alla mercé di ambigui frequentatori: rapine, prostituzione, tratta di persone, omicidi e perfino sacrifici umani. Le rapine, in particolare, sono frequenti anche durante il giorno. Qui il denaro scorre a fiumi e dove ci sono soldi è inevitabile, anche i problemi. Molte volte ci si mette anche madre natura, con minatori inghiottiti dal ventre della montagna.
Basta percorrere le vie fangose della città per capire che non esiste sistema fognario né acqua potabile. Nell’aria un tanfo tale da impregnarsi nei vestiti per giorni mentre l’acqua che scende dalla montagna mostra livelli inimmaginabili di mercurio.
Le uniche comodità qui sono l’elettricità, portata in modo da garantire lavoro con i macchinari che funzionano 24 ore su 24, e il segnale internet, oltre ai campi di calcetto all’ultima moda. Quelli non possono mancare mai. Provate voi a sfidarvi ad oltre 5.000 metri di quota.
Uomini e donne si alternano nei lavori a La Rinconada. Gli uomini in generale si dedicano all’estrazione ma lungo la strada tortuosa che si arrampica verso la cima della montagna non mancano frotte di donne che si arrampicano su e giù portando con sé pesanti sacchi di minerale. Gran parte delle donne gestiscono negozi e compro oro, diffusi un po’ in ogni angolo. I bambini corrono tra le vie della cittadina, molti di essi hanno una vita già segnata.
Per evadere dalla tristezza del posto non rimane che bere. Bar e club notturni sono il punto di ritrovo per lasciarsi andare ai fumi dell’alcol. E alla prostituzione. Migliaia di donne, spesso minori di età, sono sfruttate in questi sudici locali.
È la triste realtà di La Rinconada. La domanda è: finirà un giorno tutto questo?




Ciao Manuel, complimenti per i tuoi viaggi e le tue puntuali e precise spiegazioni, una domanda: come hai fatto ad acclimatarsi così rapidamente? Non hai avuto nessun disturbo? Grazie per la Tua disponibilità, Lorenzo
Ciao Lorenzo! Scusa il ritardo. Grazie mille per i complimenti, sono felice che le mie esperienze siano d’aiuto!
Per quanto riguarda l’acclimatazione, la chiave è stata prepararmi in anticipo e ascoltare sempre il mio corpo. In ogni destinazione nuova, specialmente se c’è un cambiamento significativo di altitudine o clima, mi prendo il tempo necessario per abituarmi. In ogni caso ti consiglio di salire di quota progressivamente. In cinque sei giorni facendo così riuscirai ad acclimatarti senza problemi!
Se hai in mente un viaggio in luoghi dove l’acclimatazione è importante, il mio consiglio è di prenderti un po’ di tempo per ambientarti, idratarti bene e fare attività a intensità graduale. Vedrai che il corpo risponde meglio di quanto si pensi!
Grazie ancora e buona pianificazione dei tuoi prossimi viaggi!