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Dormire a Santo Stefano di Sessanio a Sextantio Albergo Diffuso

Giugno 17, 2016 · Manuel Santoro · Lascia un commento

Santo Stefano di Sessanio, Sextantio
Nel cuore del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga sorgono alcuni dei borghi più belli d’Abruzzo, paesi che come tanti altri del meridione italiano vivono in prima persona le conseguenze dello spopolamento. Se da una parte l’economia della lana che per secoli ha rappresentato un’importante fonte di sostentamento è ormai scomparsa, rimangono ma in maniera in residuale le attività legate alla pastorizia. Le proiezioni non sono ben auguranti. Il rischio è che in pochi anni i sacrifici di generazioni passate siano vanificati e che questi centri diventino villaggi-fantasma abbandonati alla forza della natura. Reinventarsi è la soluzione. In questa direzione il settore turistico diventa fondamentale, terreno fertile per un territorio affinché possa ripartire più forte di prima. Un esempio chiaro e lampante lo troviamo in Abruzzo, più precisamente a Santo Stefano di Sessanio, con l’albergo diffuso Sextantio. Lo stesso modello è stato esportato poi nella città di Matera.
Daniel Kihlgren è stato il fautore di questa rinascita. Nel 1999 capitò per caso in questo borgo medievale e se ne innamorò. Decise di ritornarci per acquistare case di pietra, abbandonate e diroccate. Ha trasformato il paese in una struttura ricettiva itinerante con il nome Sextantio, “Sei Miglia”, ovvero la distanza del centro abitato da San Marco, la circoscrizione all’epoca più importante tra Castel del Monte e Rocca Calascio.
Sextantio – L’albergo diffuso
29 camere da letto che raccontano il passato, abitazioni eleganti e confortevoli che si estendono tra le vie del paese. In una di queste ho trascorso una fresca notte d’inizio estate. Gli interni delle stanze sono ispirati alle fotografie che il linguista svizzero Paul Scheuermeier scattò in Abruzzo nei primi anni del Novecento. Ciò che contraddistingue Sextantio è l’utilizzo di materiali poveri del territorio attraverso l’accurato recupero di aree abitative in disuso e di quegli oggetti che probabilmente sarebbero finiti in discarica. Basti pensare che la reception dell’albergo un tempo era una stalla. Nessuna formula alberghiera preconfezionata, anche la gestione del cliente è affidata alla gente del posto. Le camere sono un autentico salto indietro nel tempo con l’aggiunta di qualche piccola comodità a cui oggi siamo abituati. Il riscaldamento corre sotto i pavimenti originali, in cotto o in legno. I materassi, di lana, poggiano su tavolacci in legno con strutture in ferro battuto. I copriletto colorati con tradizionali disegni abruzzesi, sono filati con telaio dell’800. I saponi artigianali non profumati, sono ottenuti da olio di oliva e cera d’api. Le uniche concessioni: la connessione wi-fi gratuita e la scelta di sanitari contemporanei dal design sobrio e geometrico. Non ci sono televisori, frigobar o telefoni.
Santo Stefano di Sessanio, Sextantio
Santo Stefano di Sessanio, Sextantio
Santo Stefano di Sessanio, Sextantio
Santo Stefano di Sessanio, Sextantio
Santo Stefano di Sessanio, Sextantio
Santo Stefano di Sessanio
Qualche anno fa il simbolo di questo borgo medievale fortificato era la sua torre medicea, poi il terremoto che colpì L’Aquila e provincia nel 2002 ha spazzato via anche questo baluardo che presto verrà ricostruito. Il tempo sembra essersi fermato a Santo Stefano di Sessanio. Abitazioni quattrocentesche, vicoli, archi e gallerie caratterizzano questo paese adagiato ad oltre 1250 metri di altitudine. Il mio consiglio è quello di vagare senza meta, perdersi e poi ritrovarsi magari sotto la porta d’ingresso sud-est dove svetta lo stemma della Signoria di Firenze. Oppure arrivare alla Casa del Capitano, chiamata così durante la Seconda Guerra Mondiale quando fu occupata dagli squadroni fascisti. Le logge della casa sono state realizzate dagli stessi maestri fiorentini che progettarono il Palazzo delle Logge, un palazzo nobiliare dai caratteri facilmente riconoscibili. Passeggiate tra le tortuose viuzze osservando le “case-torri”, edifici con mura alte e spesse e con finestre minuscole costruite per scopi di difesa.

Santo Stefano di Sessanio
Santo Stefano di Sessanio
Santo Stefano di Sessanio
Santo Stefano di Sessanio
Santo Stefano di Sessanio
Santo Stefano di Sessanio
Santo Stefano di Sessanio

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Il villaggio di Tazoulte ha un antico cimitero ebraico che può essere di interesse storico. Sebbene la comunità ebraica abbia lasciato la zona alcuni anni fa, gran parte dell'argenteria della regione reca incisi simboli ebraici, in quanto gli ebrei erano tradizionalmente gli argentieri della regione (Souss Massa | Marocco) 🏘

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El pueblo de Tazoulte posee un antiguo cementerio judío que puede tener interés histórico. Aunque la comunidad judía abandonó la zona hace algunos años, gran parte de la platería de la región está grabada con símbolos judíos, ya que los judíos eran tradicionalmente los plateros de la región (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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📍 Ameln Valley 🇲🇦

Partendo da Tafraout è possibile visitare numerosi villaggi incastonati nella Ameln Valley. Tagdicht è il più elevato ed anche il più difficile da raggiungere. Vi è una sola strada, stretta, tortuosa, che si inerpica tra le montagne senza alcuna protezione (Souss Massa | Marocco) 🏘

Starting from Tafraout, it is possible to visit numerous villages nestled in the Ameln Valley. Tagdicht is the highest and also the most difficult to reach. There is only one road, narrow, winding, that climbs through the mountains without any protection (Souss Massa | Morocco) 🏘

Partiendo de Tafraout, es posible visitar numerosos pueblos enclavados en el valle del Ameln. Tagdicht es el más alto y también el más difícil de alcanzar. Sólo hay una carretera, estrecha y sinuosa, que sube por las montañas sin ninguna protección (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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📍 Aït Mansour Gorge Pt. 2 🇲🇦 Delle Gole 📍 Aït Mansour Gorge Pt. 2 🇲🇦

Delle Gole di Aït Mansour tutti me ne avevano parlato bene ma i suoi paesaggi sono andati oltre le aspettative. Ho apprezzato il fatto che quest'oasi sia poco turistica e forse anche più bella di altre zone del Marocco, molto più conosciute. Qui ho trascorso un'intera giornata ma spero di ritornarci un giorno, c'è tanto altro ancora da vedere (Souss Massa | Marocco) 🌴

Everyone had told me good things about the Aït Mansour Gorges, but its landscapes went beyond expectations. I appreciated the fact that this oasis is not very touristy and perhaps even more beautiful than other, much better known areas of Morocco. I spent a whole day here but I hope to return one day, there is so much more to see (Souss Massa | Morocco) 🌴

Much gente me había hablado bien de las gargantas de Aït Mansour, pero sus paisajes superaron las expectativas. Aprecié el hecho de que este oasis no sea muy turístico y quizás incluso más bello que otras zonas mucho más conocidas de Marruecos. Pasé aquí un día entero, pero espero volver algún día, hay mucho más que ver (Souss Massa | Marruecos) 🌴

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📍 Aït Mansour Gorge Pt. 1 🇲🇦 Il tratto 📍 Aït Mansour Gorge Pt. 1 🇲🇦

Il tratto di strada all'interno delle gole di Aït Mansour è stato probabilmente il più bello di tutto il viaggio On the road in Marocco: un rigoglioso palmeto da attraversare, antichi villaggi di terra in rovina e una sosta, a sorpresa, in un basico café dove l'ospitale Omar ci ha accolti per servirci il suo piatto forte, una omelette berbera (Souss Massa | Marocco) 🌴

The stretch of road inside the Aït Mansour gorges was probably the most beautiful of the entire Moroccan On the Road trip: a lush palm grove to cross, ancient ruined earthen villages and a surprise stop at a basic café where the hospitable Omar welcomed us to serve his signature dish, a Berber omelette (Souss Massa | Morocco) 🌴

El tramo de carretera dentro de las gargantas de Aït Mansour fue probablemente el más bonito de todo el viaje marroquí On the Road: un frondoso palmeral que atravesar, antiguos pueblos de tierra en ruinas y una parada sorpresa en un café básico donde el hospitalario Omar nos recibió para servirnos su plato estrella, una tortilla bereber (Souss Massa | Marruecos) 🌴

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