Mi aspetta una delle giornate che ho atteso maggiormente: Chacaltaya con i suoi 5300 metri circa e la Valle della Luna. Alle 8 mi viene a prendere il pulmino. La giornata è inizialmente poco nuvolosa ma progressivamente si va annuvolando. Iniziamo a salire lentamente su una strada sterrata. Scendono i primi fiocchi di neve che salendo di quota aumentano sempre più di intensità. A un’ora dall’arrivo la situazione meteorologica è pessima a tal punto da impedirci di continuare. Decidiamo di fare un pezzo di strada in discesa a piedi sotto la neve, la strada è molto stretta e farla con il pulmino sarebbe troppo pericoloso.
Direzione Chacaltaya |
Riprendiamo il mezzo una ventina di minuti dopo la camminata. Ho modo di scambiare qualche parola con Mary, una ragazza inglese che mi dispensa consigli sul Salar de Uyuni. Ci fermiamo in un punto panoramico per ammirare la maestosità di La Paz e nei pressi di un piccolo lago alle porte della città, la Laguna de Achocalla, per scattare qualche foto.
La Paz |
Laguna de Achoalla |
Raggiungiamo quindi la Valle della Luna, dove ad attenderci non c’è più la neve ma una fastidiosissima pioggerellina. La durata della visita al sito, particolari conformazioni rocciose erose nel corso del tempo, è di circa 45 minuti. Il sito si trova nei pressi di una zona residenziale, una delle più prospere della capitale boliviana.
Valle della Luna |
Al ritorno in hotel ho il tempo di salutare Neta, la ragazza israeliana, in partenza per Sorata e di comprare il biglietto dell’autobus La Paz – Uyuni per il giorno successivo. Per la prima volta provo a prelevare denaro con la PostePay in uno sportello bancomat. La carta rimane, ahimè, al suo interno. Provo a chiamare il banco Bisa ma mi dicono che per motivi di sicurezza non possono restituire le carte. Dopo aver insistito mi viene detto di recarmi all’indomani alla banca centrale Bisa a La Paz. Ceno al ristorante “Luna’s” e decido di prendere un dolce nel locale antistante l’hotel. Dopo l’arrabbiatura per la tessera ecco una piacevole sorpresa, incontro Chris, il ragazzo canadese con cui avevo passato una giornata al Cerro Calvario a Copacabana e rimango con lui per un po’ nel ristorantino antistante l’hotel.
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