Ci vediamo alle 7 per il consueto appuntamento della domenica con il CAI Pescara al parcheggio di Via Londra a Villa Raspa. Raggiungiamo Palena in poco più di un’ora e mezza e parcheggiamo le auto nel piazzale antistante la stazione ferroviaria.
Palena, stazione |
Da qui, poche centinaia di metri su strada asfaltata consentono di raggiungere l’inizio del sentiero, segnalato con un paletto di legno con segnavia bianco-rosso, appena sopra l’inghiottitoio del Quarto di S. Chiara, all’interno dell’omonima Riserva naturale.
Palena, Quarto di Santa Chiara |
La giornata è nuvolosa e la temperatura davvero gradevole. Il sentiero comincia subito a salire con alcuni zig-zag all’interno di un bosco misto a prevalenza di faggi, sino a superare la prima anticima. Macchie di verbasco al pieno della loro fioritura risaltano tra i prati. La pianta è conosciuta con il particolare nome di “carta igienica dei pastori”. Il percorso, sempre segnalato con ometti di pietra e segni bianco-rossi, diventa meno ripido alternando brevi radure a gruppi di alberi. Alle nostre spalle intanto si va aprendo gradualmente uno splendido panorama, rovinato in parte dalla foschia, e la vista può spaziare dall’inghiottitoio sino alla conca Peligna.
Salendo verso il Monte Porrara |
Palena, Quarto di Santa Chiara |
Salendo verso il Monte Porrara, farfalle |
Attraversiamo un altro bosco: è davvero piacevole camminare al suo interno sul morbidissimo tappeto di foglie dall’intensa colorazione arancione.
Salendo verso il Monte Porrara |
Il sentiero torna a salire seguendo la cresta sul versante orientale della montagna. Alla nostra destra, in basso, Palena e la valle dell’Aventino.
Vista panoramica dal Monte Porrara |
Superata una seconda anticima, dopo circa due ore e mezza di cammino, raggiungiamo la vetta del Monte Porrara, segnalata con una croce metallica a quota 2137 metri. La via di ritorno avviene lungo lo stesso itinerario dell’andata anche se sarebbe stato possibile continuare e raggiungere Campo di Giove attraverso il Guado di Coccia. Ne approfittiamo per scattare foto ai tantissimi fiori che inebriano l’aria.
Monte Porrara, sentiero verso Campo di Giove |
Scendendo dal Monte Porrara, flora |
Scendendo abbiamo anche la fortuna di ammirare, anche se in lontananza, un camoscio solitario. Nonostante gli oltre mille metri di dislivello la fatica non si è fatta sentire. La salita è sempre risultata molto dolce e mai troppo ripida.
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