
Ho deciso di celebrare il Capodanno in modo diverso dal solito, optando per una destinazione affascinante e meno convenzionale: l’Armenia. Questo paese, ricco di storia millenaria e paesaggi mozzafiato, ci ha offerto un’esperienza unica e indimenticabile. Vi racconto il nostro viaggio attraverso un itinerario invernale di sei giorni che mi ha portato a scoprire le meraviglie di Yerevan, i suggestivi monasteri di Sevanavank, Geghard, Khor Virap e Noravank, e la pittoresca città di Gyumri.
Seguendo il mio racconto, vi mostrerò un itinerario di cultura, tradizioni, e la calda ospitalità del popolo armeno. Prepariamoci a rivivere insieme questa splendida esperienza, che si è conclusa con un festeggiamento di Capodanno davvero speciale nella vibrante capitale armena.
Contenuti del post
Giorno 1: Arrivo a Yerevan
Siamo atterrati allo Zvartnots International Airport di Yerevan, la capitale dell’Armenia, e siamo stati subito avvolti da un’atmosfera accogliente. L’aria fresca e frizzante dell’inverno armeno ci ha rinvigoriti mentre ci dirigevamo verso il nostro hotel, situato nel cuore della città. Dopo aver sistemato i bagagli, abbiamo deciso di esplorare i dintorni. Una passeggiata serale per le vie illuminate di Yerevan ci ha offerto un assaggio della vivace vita notturna locale e delle delizie culinarie che ci attendevano nei giorni successivi.
Info utili
Dall’aeroporto al centro città
L’aeroporto di Zvartnots dista solo 14 km dal centro di Yerevan.
- Bus navetta n.201: collega l’aeroporto al centro città (Yeritasardakan) dalle 7:00 alle 21:30. La fermata è all’ingresso dell’aeroporto e il biglietto costa 300 dram.
- Taxi: il costo varia tra 4.200 e 6.700 dram (circa 10-16 USD). Alcuni tassisti potrebbero provare a chiedere di più, ma la maggior parte utilizza il tassametro. Avere valuta locale aiuta a evitare fraintendimenti.
Giorno 2: Yerevan. Visita alla capitale dell’Armenia
Abbiamo iniziato la giornata nella capitale dell’Armenia partendo dalla Moschea Blu, proprio accanto al nostro hotel. Questo edificio del XVIII secolo, ricostruito dopo il periodo sovietico, è uno dei pochi esempi rimasti della presenza musulmana a Yerevan. Dopo una breve visita, ci siamo incamminati verso Piazza della Repubblica, il cuore della città. Sebbene non abbia mai assunto la forma grandiosa originariamente pianificata dall’architetto Tamanyan, la piazza è comunque un magnifico esempio di architettura sovietica. Qui abbiamo ammirato gli edifici neoclassici che ospitano il Governo, il Ministero delle Comunicazioni e l’Hotel Marriott, accanto a costruzioni più moderne come la Galleria d’Arte e il Ministero degli Esteri.
Proseguendo lungo Northern Avenue, una moderna via pedonale inaugurata nel 2008, abbiamo attraversato il principale asse commerciale di Yerevan, animato da negozi, caffè e ristoranti. Questa strada collega Piazza della Repubblica con l’Opera, un imponente edificio ispirato al Semperoper di Dresda. La struttura ospita sia il Teatro dell’Opera e del Balletto che la Sala da Concerto Khachaturian. La piazza antistante, Freedom Square, è un vivace punto d’incontro circondato da caffè all’aperto e dal suggestivo Swan Lake, un piccolo lago artificiale spesso utilizzato per esposizioni d’arte.
Da qui siamo saliti alle Cascate, un monumentale complesso di scalinate in stile Art Deco che si estende per un’altezza pari all’Empire State Building. Lungo la salita abbiamo ammirato sculture di artisti internazionali nel Cafesjian Sculpture Park, prima di goderci la spettacolare vista su Yerevan e sul Monte Ararat dalla cima.
Dopo la pausa pranzo, abbiamo visitato alcune delle chiese più significative della città. La Katoghike, la più antica chiesa sopravvissuta a Yerevan, è un piccolo edificio in pietra tipicamente armeno, mentre la Cattedrale di San Gregorio Illuminatore, costruita nel 2001 per celebrare i 1700 anni del Cristianesimo in Armenia, è un esempio grandioso e moderno di architettura sacra armena.
Abbiamo poi raggiunto la Chiesa di San Sargis, affacciata sulla gola del fiume Hrazdan, e la Chiesa di San Astvatsatsin di Nork, una ricostruzione moderna di una chiesa del XVIII secolo distrutta durante l’era sovietica. Per arrivarci, abbiamo preso la funicolare, un’esperienza particolare che ci ha permesso di ammirare Yerevan da un’angolazione diversa.
Infine, prima di rientrare, abbiamo fatto un salto al Gum Market, il mercato più grande della città. Qui abbiamo curiosato tra bancarelle di frutta secca, spezie e dolci locali, e assaggiato alcune specialità come il lavash, il basturma e il dolce sujukh a base di noci e sciroppo di frutta.










Giorno 3: da Yerevan al monastero di Sevanavank, sosta a Sevan e monastero di Geghard
I minibus (marshrutka) per Sevan partono da Yerevan dalla stazione di Northern Bus Station, situata a nord della città, più volte al giorno. Il trasporto porta relativamente vicino alla cittadina, ma siamo stati fatti scendere su una strada a scorrimento veloce fuori dal centro abitato. Da lì abbiamo preso un taxi fino al Monastero di Sevanavank.
La destinazione più visitata del lago è la penisola nota come Kghzi, che un tempo era un’isola prima che Stalin facesse abbassare il livello del lago, riducendone drasticamente le dimensioni. Il monastero è un must per chi visita la zona, non solo per la sua importanza storica e architettonica, ma soprattutto per la vista spettacolare sul lago Sevan, che da questa posizione si estende in tutta la sua vastità. Probabilmente una delle immagini iconiche dell’Armenia. L’edificio si erge sulla collina della penisola ed è costruito in pietra nera grezza. L’interno conserva un antico altare ancora utilizzato per le celebrazioni della nuova scuola teologica situata più in basso.
In cima alla collina, il vento era gelido e penetrava fino alle ossa, ma la vista ripagava ogni disagio. Durante l’estate, il pesce è il protagonista indiscusso della cucina locale, insieme ai gamberi di lago (crawdads), specialità della regione. Che sia alla griglia, fritto o affumicato, il pesce qui è delizioso. I gamberi, accompagnati da una birra fresca, sono un’altra prelibatezza da provare. Per chi vuole concedersi uno sfizio, l’hotel Harsnaqar, vicino alla città, è rinomato per i suoi eccezionali spiedini di gambero, sebbene non siano economici.




Dopo la visita al monastero, ci siamo spostati in taxi nella città di Sevan. La cittadina in sé non offre molto dal punto di vista turistico ed è caratterizzata da un’architettura tipicamente sovietica, con edifici in cemento e strutture funzionali, ma senza particolari attrattive artistiche o storiche. Tuttavia, è il punto di partenza ideale per esplorare il lago e i suoi dintorni.
Abbiamo trovato alcuni locali interessanti dove mangiare, tra cui Հացատուն Մակու (Hatsatun Maku – purtroppo il nome non è disponibile in caratteri latini). Qui ci siamo fermati per assaggiare alcuni piatti tipici, tra cui il khorovats (barbecue armeno) e il lavash appena sfornato, accompagnati da formaggi locali.


Rientrando a Yerevan, abbiamo preso un taxi per raggiungere il monastero di Geghard, un sito patrimonio dell’UNESCO situato a circa un’ora di viaggio dalla capitale. Questo straordinario complesso monastico, il cui nome significa “monastero della lancia”, deve la sua denominazione alla lancia che, secondo la tradizione, ferì Cristo durante la crocifissione e che sarebbe stata custodita qui per secoli. Fondato nel IV secolo da San Gregorio l’Illuminatore, il monastero è incastonato tra le imponenti scogliere della gola del fiume Azat ed è in parte scavato direttamente nella roccia, creando un’atmosfera mistica e surreale.
L’architettura del monastero di Geghard è un perfetto esempio dello stile medievale armeno, caratterizzato da dettagli scolpiti con estrema precisione nella pietra. Oltre alla chiesa principale, costruita nel XIII secolo, si possono visitare numerose cappelle e celle monastiche scavate nella montagna, alcune delle quali risalgono a epoche ancora più antiche. L’interno della chiesa è illuminato solo da poche finestre, che creano giochi di luce affascinanti sulle pareti di pietra scura, ricoperte di croci scolpite (khachkar) e iscrizioni medievali.
Uno degli elementi più suggestivi del complesso è la sorgente d’acqua sacra che sgorga all’interno di una delle cappelle rupestri: secondo la tradizione, quest’acqua avrebbe proprietà curative e molti visitatori vi attingono per bere o bagnarsi il volto. Inoltre, all’ingresso del monastero è possibile vedere numerosi khachkar finemente decorati, testimoni della lunga tradizione artistica e religiosa armena.
La visita al monastero di Geghard è durata circa un’ora, ma l’atmosfera solenne e la bellezza del paesaggio circostante invitano a soffermarsi più a lungo. Il complesso si trova in una posizione panoramica spettacolare, circondato da montagne rocciose che lo rendono ancora più affascinante. Lungo la strada per il monastero, inoltre, si trovano diversi chioschi dove i venditori locali offrono dolci tipici come il gata, un pane dolce ripieno, e frutta secca.





Giorno 4: in treno fino a Gyumri, il monastero di Marmashen e rientro a Yerevan
Da Yerevan a Gyumri in treno
Il modo più comodo e suggestivo per raggiungere Gyumri da Yerevan è il treno. Il viaggio dura normalmente circa 3 ore e 30 minuti anche se recentemente hanno introdotto un treno più rapido in orari limitati che copre la tratta in circa 2 ore. Il percorso attraversa paesaggi montuosi e vallate pittoresche dell’Armenia passando al confine con la Turchia. I treni partono dalla stazione centrale di Yerevan e arrivano alla stazione ferroviaria di Gyumri, situata non lontano dal centro città.
In alternativa, si può optare per una marshrutka (minibus collettivo), che impiega circa 2 ore e 30 minuti e parte con maggiore frequenza dalla stazione degli autobus di Kilikia a Yerevan. Sebbene più veloce, questa opzione è spesso meno confortevole rispetto al treno, soprattutto per chi viaggia con bagagli ingombranti.
Il Monastero di Marmashen
Appena arrivati alla stazione di Gyumri, abbiamo preso un taxi per raggiungere il Monastero di Marmashen, situato a circa 15 km dalla città. Questo antico complesso monastico, immerso in un paesaggio naturale suggestivo, è uno dei luoghi più visitati nei dintorni di Gyumri.
Alcuni edifici del monastero hanno resistito al tempo, mentre altri sono stati restaurati con cura da un team italo-sovietico. Di alcuni restano solo le fondamenta, a testimonianza della loro storia. La posizione accanto a un fiume lo rende una meta perfetta per una pausa rilassante: molti armeni vi si recano per fare barbecue (khorovats), specialmente nei fine settimana.
Per raggiungere Marmashen, basta accordarsi con un tassista in città: il costo dell’andata e ritorno, con il conducente che aspetta la fine della visita, è di circa 6.000 dram. È importante specificare che si vuole andare al Monastero di Marmashen e non all’omonimo villaggio, che si trova poco distante.


La città di Gyumri
Dopo la visita a Marmashen, siamo tornati a Gyumri per esplorare il suo centro storico, che è facilmente percorribile a piedi.
Gran parte della città conserva ancora l’architettura di Alexandrapol, il nome che Gyumri aveva sotto l’Impero Russo. Gli edifici in pietra scura con accenti rosa-arancio riflettono lo stile russo del XIX secolo, arricchito da dettagli armeni. Il terremoto di Spitak del 1988 ha lasciato segni evidenti, ma molti edifici storici hanno resistito meglio rispetto ai blocchi sovietici, che si sono in gran parte sgretolati.
Passeggiando per il centro, si possono vedere chiese e cimiteri russi, oltre a una grande base militare russa, che ancora oggi occupa una parte significativa della città e offre lavoro a molti abitanti. Soldati russi in uniforme sono una presenza comune nelle strade.
Per visitare tutto ciò che Gyumri ha da offrire in un solo giorno, può essere utile un taxi con tassametro, mentre per i più avventurosi è possibile spostarsi con le marshrutka, anche se alcune destinazioni periferiche, come la fortezza, potrebbero essere difficili da raggiungere con i minibus locali.
Dove mangiare a Gyumri: Poloz Mukuch
Per il pranzo abbiamo scelto Poloz Mukuch, uno dei ristoranti più noti di Gyumri, famoso per la sua cucina tradizionale armena e per essere stato visitato dal celebre chef Anthony Bourdain.
L’atmosfera del locale è accogliente e racconta la storia della città attraverso fotografie e oggetti d’epoca.




Giorno 5: escursione ai Monasteri di Khor Virap e Noravank e festeggiamenti per il Capodanno
Premessa: non amo le escursioni organizzate: troppe tappe in poco tempo, spesso negli orari più affollati. Tuttavia, per questioni di tempo, ne abbiamo scelta una, anche se non la consiglio: sarebbe stato meglio concentrarsi su una sola meta e visitarla con più calma. Alla fine, ci siamo ritrovati con appena mezz’ora a disposizione in ogni luogo.
Partiti in minivan, la prima tappa è stata il monastero di Khor Virap, situato ai piedi del Monte Ararat. Questo luogo iconico deve il suo nome alla “fossa profonda” in cui, secondo la tradizione, San Gregorio l’Illuminatore fu imprigionato per oltre 13 anni, prima di guarire il re da una grave malattia e convertirlo al cristianesimo. Ancora oggi è possibile scendere nella fossa grazie a una lunga scala metallica. Il monastero offre una vista mozzafiato sul Monte Ararat, ma purtroppo la nostra giornata era offuscata da una fitta foschia.
Secondo la leggenda, nel 288 d.C. il re Tiridate III fece rinchiudere Gregorio l’Illuminatore in una grotta situata su una collina nella valle dell’Arax, sperando di dissuaderlo dalla sua fede. Dopo anni di prigionia, Gregorio guarì il sovrano da una malattia della pelle considerata incurabile. In segno di riconoscenza, il re, la sua famiglia e la corte si convertirono al cristianesimo nel 301, decretando l’Armenia come il primo stato della storia ad adottare ufficialmente questa religione.
Per gli armeni, Khor Virap ha un valore simbolico profondo, rafforzato anche dagli eventi del XX secolo. Il confine tra Turchia e Unione Sovietica fu infatti tracciato non lontano dal monastero, rendendolo oggi il punto del territorio armeno più vicino al Monte Ararat, la montagna-simbolo del popolo armeno, che dopo il genocidio e la spartizione delle terre è rimasta in territorio turco.



Dopo la visita, abbiamo proseguito verso Areni, celebre per la sua tradizione vinicola. Qui ci siamo fermati in una piccola cantina lungo la strada per una degustazione di vini armeni. Poco distante, la Grotta di Areni (o Grotta degli Uccelli) custodisce alcuni dei più antichi manufatti mai scoperti, tra cui una scarpa di cuoio risalente a oltre 5.500 anni fa e una delle prime cantine della storia.

La nostra ultima e più attesa tappa è stata Noravank, una delle gemme dell’architettura medievale armena. Situato in fondo al suggestivo Canyon di Gnishik, il monastero spicca con le sue chiese in pietra calcarea, incastonate tra imponenti pareti di roccia rosso mattone.
Noravank, che significa “Monastero Nuovo”, fu fondato nel 1105 e divenne presto un importante centro religioso e culturale della regione. Tra gli edifici più celebri spicca la Chiesa di Surb Astvatsatsin (Santa Madre di Dio), caratterizzata da un insolito accesso al piano superiore tramite una stretta scala scolpita direttamente nella facciata. Il complesso monastico ospita anche la Chiesa di San Karapet e la Cappella di San Grigor, oltre a numerosi khachkar (croci di pietra finemente scolpite). Qui hanno lavorato artisti di spicco come l’architetto Siranes e il celebre miniaturista e scultore Momik, che ha lasciato il suo segno nelle intricate decorazioni delle facciate.





Dopo una giornata intensa tra storia, spiritualità e paesaggi mozzafiato, siamo rientrati a Yerevan nel tardo pomeriggio per prepararci ai festeggiamenti di Capodanno. In serata, ci siamo uniti ai festeggiamenti nella Piazza della Repubblica, brindando all’anno nuovo tra musica, danze e spettacolari fuochi d’artificio.
Giorno 6: rientro in Italia
Il nostro viaggio in Armenia è giunto al termine. Dopo una colazione tranquilla, ci siamo concessi un’ultima passeggiata per le strade di Yerevan, immergendoci ancora per un momento nella sua atmosfera vivace. Ne abbiamo approfittato per acquistare qualche souvenir e scattare le ultime foto, custodendo così un ultimo ricordo di questa straordinaria esperienza prima del volo di ritorno.
Dove dormire a Yerevan
Hotel Lilia Yerevan
Posizione: 40.179187, 44.506221
Ho soggiornato per sei notti all’Hotel Lilia di Yerevan e l’esperienza è stata molto positiva. La struttura è comoda e pulita, situata in una posizione strategica nel cuore della città, a circa 15 minuti a piedi da Republic Square e con ristoranti e un centro commerciale nelle vicinanze. Le stanze sono accoglienti e ben riscaldate, un dettaglio molto apprezzato durante l’inverno. Inoltre, il Wi-Fi è ottimo e sempre funzionante.
L’unico piccolo suggerimento riguarda la colazione: personalmente, aggiungerei qualche opzione in più di dolci, ma si tratta solo di una preferenza personale. Nel complesso, un’ottima scelta per chi cerca comfort e una posizione centrale a Yerevan.
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