
Raggiungo in taxi il terminal di Cruz del Sur in Javier Prado, alle 7,45 mi attende un autobus per raggiungere Huancayo. Superata la deprimente periferia di Lima, la cui tristezza è acuita dalla garua che attanaglia la città, la strada comincia a salire leggermente. Attraversiamo Chosica, una località dal verde ben curato frequentata dai limeños per godere di qualche giorno di limpido sole.

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Chosica |
Saliamo sempre di più mentre superiamo in continuazione camion che procedono lentamente. In breve valichiamo le montagne attraverso il passo di Ticlio, 4830 metri, il punto più alto della Cordillera Central. Passare dal livello del mare a quest’altitudine in così poco tempo si fa alquanto sentire ed ho difficoltà nel respirare. Nei dintorni di Pucarà costeggiamo tante piccole lagune ed altrettante miniere.

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Lagune nei pressi di Pucarà |
Finalmente si torna a scendere. Superiamo La Oroya, considerata una delle dieci città più inquinate al mondo. Nel suo territorio sorgono impianti che ad ogni ora del giorno sputano fumi nocivi.

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La Oroya |
Nei pressi di una curva una camion carico di frutta si è ribaltato finendo sul ciglio di un precipizio, disperdendo tutto il suo carico. Alcune persone sono intente nel raccogliere la frutta. Il Rio Mantaro è una presenza costante in tutto il paesaggio. Siamo entrati nella cosiddetta Valle del rio Mantaro. Superiamo pueblos tradizionali dediti all’agricoltura e all’allevamento. A Jauja una prima sosta per far scendere alcuni passeggeri. Giungiamo nella caotica Huancayo verso le 15 dopo oltre sette ore di viaggio.


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Valle del Rio Mantaro |
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Jauja |
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