Ci sono posti che puoi visitare così tante volte che mai ti stancheranno. Sto parlando di alcuni borghi abruzzesi che abbiamo inserito nell’itinerario odierno. Sono le nove circa, quando ci mettiamo in viaggio. Prima tappa è un luogo che attira la mia attenzione ogni volta che percorro la strada statale 153 nei pressi di Bussi sul Tirino, la chiesa di Santa Maria di Cartignano. Il motivo è semplice, sono sempre stato attratto dagli edifici religiosi in rovina e la chiesa in questione risponde in pieno a questa caratteristica. Risalente al XI secolo oggi appare senza copertura, priva dei necessari arredi liturgici ad eccezione di un altare ricostruito alla base della zona absidale e spogliata degli eleganti affreschi che ne rivestivano le pareti.
Bussi sul Tirino, chiesa di Santa Maria di Cartignano |
A pochi chilometri sorge un’altra chiesa, questa volta in perfette condizioni, un luogo che invoca a viaggiare oltre la fantasia tra leggende e misteri. Ai piedi del borgo di Capestrano, immersa nella vegetazione, è situata la chiesa di San Pietro ad Oratorium. Per raggiungerla seguiamo le indicazioni ma ugualmente sbagliamo strada. Magari siamo in ritardo sulla tabella di marcia prevista ma almeno abbiamo la possibilità di osservare da un ponte un’incantevole ansa del limpido fiume Tirino.
Capestrano, fiume Tirino |
Quando arriviamo all’ingresso della chiesa scopriamo che questa è chiusa. Un cartello invita a chiamare il custode che nel giro di una ventina di minuti arriva e ci apre l’edificio. L’ingresso si affaccia sul retro della chiesa, tre absidi semicircolari in pietra spoglia. Giriamo l’angolo e arriviamo alla facciata su cui campeggia, chiara, la dicitura “a rege desiderio fundata anno milleno centeno renovata”. Chiaro il riferimento all’ultimo re longobardo Desiderio ma alcuni documenti accertano l’esistenza anni prima che Desiderio divenne re. I misteri non finiscono qui. Sempre sulla facciata vi è un blocco con un’altra iscrizione: “rotas opera tenet arepo sator“. Provate a leggerla al contrario e vedrete che la frase può essere letta in entrambi i sensi. La stessa iscrizione è stata trovata in altri siti ma quello di San Pietro ad Oratorium è l’unico in posizione rovesciata. Il quadrato magico rappresenta un simbolo della mistica medievale ma il significato rimane ancora oscuro. Visitiamo gli interni osservando gli splendidi affreschi lungo l’abside, in questo periodo oggetto di ristrutturazione.
Capestrano, chiesa di San Pietro ad Oratorium |
A pranzo ci spostiamo per un fugace pasto in un ristorante nei pressi del Castello Piccolomini, oggi sede del Municipio, all’interno del borgo di Capestrano.
Capestrano, Castello Piccolomini |
Riprendiamo la marcia, con l’intento di raggiungere Calascio e la sua Rocca. Saliamo di quota e la neve fa la sua comparsa a bordo strada. Giunti al paese imbocchiamo una stradina panoramica che sale per pochi chilometri sino al parcheggio ai piedi del castello. Da qui ci attendono altri venti minuti a piedi in salita prima di arrivare ad uno dei luoghi più suggestivi di tutto l’Abruzzo a circa 1500 metri di quota. È la mia terza volta da queste parti ed ogni volta il panorama riesce nell’intento di sorprenderti. Se i pendii circostanti sono ricoperti di neve primaverile in procinto di sciogliersi, le vette più alte sono ancora abbondantemente innevate. Una spianata erbosa regala una delle viste più belle sulla ottagonale chiesa di Santa Maria della Pietà e la retrostante Rocca. La chiesa, un piccolo tempietto eretto tra il XVI ed il XVII secolo, fu eretta sul luogo dove, secondo la leggenda, la popolazione locale ebbe la meglio su una banda di briganti.
Rocca Calascio, la chiesa di Santa Maria della Pietà e il castello |
Rocca Calascio, chiesa di Santa Maria della Pietà |
Il castello di Rocca Calascio risalirebbe invece al XIII secolo e fu utilizzato come punto d’osservazione militare in comunicazione con altre torri e castelli vicini. La struttura si compone di una parte centrale maschio centrale, di una cerchia muraria merlata in ciottoli e quattro torri d’angolo. La sua posizione fa si che sia stato il set di molti film di successo come “Ladyhawke” con Michelle Pfeiffer e Rutger Hauer, e “Il nome della Rosa” con Sean Connery. Visitiamo il castello ancora ricoperto da un leggero strato di neve mentre dall’alto ammiriamo borghi circostanti come Ofena e Castelvecchio Calvisio.
Rocca Calascio |
Ofena vista da Rocca Calascio |
Castelvecchio Calvisio visto da Rocca Calascio |
La nostra idea è quella di continuare il nostro itinerario odierno per salire in auto sino all’altopiano di Campo Imperatore. Sarebbe uno spettacolo vederlo innevato ma le condizioni meteo e soprattutto della strada ci fanno desistere. Il sole ha lasciato spazio dapprima alle nuvole e poi a un leggero nevischio. Cambio di programma allora, lungo la via di ritorno ci fermiamo a Popoli per ammirare anche se forse troppo velocemente la Riserva Naturale Sorgenti del Fiume Pescara. Un viottolo ci conduce in breve alle limpide sorgenti. Da qui si diramano alcuni sentieri che ci ripromettiamo di visitare quando le nuvole torneranno a lasciare spazio al sole.
Popoli, Riserva Naturale Sorgenti del Pescara |
Anna Bernasconi Art dice
Che meraviglie!