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Le tappe in dettaglio

Il nostro viaggio in Pakistan è cominciato dall’aeroporto di Roma Fiumicino con un volo della compagnia Saudia diretto a Jeddah, in Arabia Saudita, a cui ha fatto seguito un breve scalo di poche ore prima di raggiungere Islamabad.
9 giorni a disposizione per visitare il Pakistan onestamente sono pochi ma in mancanza di tempo sono stati sufficienti per uno rapido sguardo d’insieme con l’auspicio di tornare presto. Il mio consiglio è di concentrarsi su una zona in particolare e noi per i nostri interessi abbiamo optato per il nord e le sue montagne.
In questo post vi descriverò rapidamente le tappe toccate. Potrebbero essere d’ispirazione per tutti coloro che vogliono visitare questo Paese in pochi giorni.
Prima di cominciare potrebbe essere utile conoscere come richiedere il visto turistico per visitare il Pakistan.
1) Volo d’andata – Islamabad
L’idea iniziale di itinerario prevedeva l’arrivo all’aeroporto internazionale Benazir Bhutto di Islamabad e un nuovo volo poche ore dopo per Gilgit, nel nord. Prima di partire una comunicazione della compagnia Pakistan Airlines mi avvertiva che il volo per Gilgit sarebbe stato anticipato, con due sole ore a nostra disposizione per le formalità del visto, per recuperare i bagagli ed un nuovo check in.
Non sapevamo se con due ore saremmo riusciti, per questo non ci siamo fatti trovare impreparati ed abbiamo acquistato un nuovo biglietto per l’indomani, per Skardu, sempre nel nord, dato che per Gilgit erano già esauriti. Se fossimo riusciti a salire sul volo per Gilgit, bene, meglio così, se lo avessimo perso avevamo un’alternativa che non rispondeva alle 16/18 ore di autobus che separano Islamabad da Gilgit.
L’idea di acquistare un nuovo volo è stata una benedizione, il volo per Gilgit è stato prima anticipato e poi cancellato per le cattive condizioni meteo (cosa frequente a queste latitudini). Tutti i passeggeri sono stati informati della possibilità di essere riprotetti su voli successivi ma questi sarebbero stati disponibili solo a distanza di quattro/cinque giorni.
In aeroporto abbiamo prenotato un hotel non molto distante con l’auspicio di partire il giorno successivo.
Il pomeriggio lo abbiamo trascorso nella frenetica e caotica Rawalpindi.
Spesso accoppiata con la vicina Islamabad, Rawalpindi è una destinazione che offre una fusione affascinante di storia, cultura e modernità.
La città conserva numerosi siti storici e monumenti che riflettono le sue radici culturali. Il Forte di Rawat, costruito durante l’epoca del regno di Gakhar, è un esempio eloquente dell’eredità storica della città. Inoltre, il Raja Baazar è un vivace mercato locale dove poter fare acquisti ed immergersi nella cultura locale.
Abbiamo scelto proprio la zona del Raja Bazaar, attraversato da stradine caotiche e circondato da edifici storici in architettura tradizionale, le haveli. Nel Raja Bazaar ci sono alcuni locali che vendono cibo di strada. Da non perdere gli immancabili samosa, sfiziosi fagottini speziati, farciti con verdure (in questo caso patate) e fritti.
Vuoi sapere di più su Rawalpindi? Clicca qui




Dove abbiamo alloggiato: Islamabad Travelodge Guest House
Camere ampie e pulite per gli standard del Pakistan. Letto grande e comodo. Ottimo per chi vuole trascorrere una notte nelle vicinanze dell’aeroporto di Islamabad. La zona (Mumtaz City è una nuova città in espansione) non offre al momento molti servizi ma vi è un ristorante nelle vicinanze. Inoltre nella struttura è possibile acquistare cibo d’asporto.
Consigliato: SI
2) Islamabad – Skardu – Aliabad
Il viaggio in aereo da Islamabad a Skardu dura poco più di un’ora. Dal finestrino abbiamo ammirato anche la cima innevata del Nanga Parbat emergere dalle nubi. L’aeroporto di Skardu è molto piccolo, non abbiamo impiegato molto a recuperare i bagagli. All’esterno ci attendeva il nostro autista, Sajad, contattato attraverso la sistemazione di giornata, l’Applegardenhunza di Aliabad.
Sajad ci ha accompagnati fino all’hotel ed abbiamo impiegato circa 6 ore per percorrere 280 km, incluso una sosta presso un ristorante turistico nei pressi di una cascata. La tortuosa strada che separa Skardu da Aliabad è molto panoramica. È ormai quasi tutta asfaltata ad eccezione di brevi tratti, in corrispondenza di lavori in corso oppure colpiti da una delle numerose frane che scendono dalle pareti laterali nelle giornate di pioggia.
Se fino a Gilgit ci ha accompagnati il fiume Indo (con alcuni interessanti punti panoramici dove fermarsi) dopo Gilgit è il fiume Hunza a sostituirsi. Prima di raggiungere Aliabad consiglio una sosta al Rakaposhi View Point, lungo la strada, per un tè oppure semplicemente per ammirare le vette scintillanti di neve del Rakaposhi, una montagna che sfiora gli 8.000 metri.
Abbiamo raggiunto Aliabad perché è da qui che partono le jeep pubbliche dirette alla Shimshal Valley. In realtà alla fine abbiamo optato per un mezzo privato.




Dove abbiamo alloggiato: Applegardenhunza
Svegliarsi ed ammirare il Rakaposhi direttamente dalla finestra della camera… Struttura confortevole e con vista invidiabile. Irfan, il titolare, è una persona genuina, oltre ad essere professionale. Se volete organizzare al meglio il vostro viaggio nel nord del Pakistan rivolgetevi a lui, ha anche un proprio tour operator. Ottimo anche il cibo. Da migliorare la pulizia del bagno e degli asciugamani.
Consigliato: SI
3) Aliabad – Attabad Lake – Hussaini Bridge – Shimshal
La giornata più avventurosa di tutto il viaggio. Da Aliabad abbiamo seguito verso nord la Karakoram Highway (KKH), una delle strade più alte e spettacolari del mondo con l’obiettivo di raggiungere la Shimshal Valley.
Durante il percorso due soste d’obbligo: l’Attabad Lake e l’Hussaini bridge.
L’Attabad Lake è una meraviglia naturale recente, creata da una tragica frana nel 2010. In quell’occasione, per essere precisi il 4 gennaio, il villaggio di Attabad, nella valle di Gojal, fu sommerso da pietre e detriti. La frana uccise venti persone bloccando il flusso del fiume Hunza per cinque mesi. Si originò il lago che ha rapidamente conquistato i cuori dei visitatori con i suoi colori turchese intensi, che cambiano con l’angolazione del sole. Oggi i visitatori possono godere di escursioni lungo le rive del lago o prendere una barca per esplorare le sue acque cristalline.




A pochi chilometri dall’Attabad Lake, sorge l’Hussaini Suspension Bridge, una delle strutture più emozionanti e temerarie della regione. Sospeso sopra il fiume Hunza, questo ponte collega le comunità locali da una sponda all’altra. Il sito è diventato molto turistico, ciò nonostante i paesaggi sono straordinari.
Conosciuto anche come il “ponte della paura”, l’Hussaini Bridge è rinomato per la sua apparente fragilità. I suoi cavi oscillano leggermente con il vento, regalando un’esperienza che sfida le vertigini. Tuttavia, attraversare questo ponte è una prova di coraggio (io il primo a non vincerla).


Per chi fosse alla ricerca di qualcosa di meno turistico sappia che nelle vicinanze vi è un altro ponte, altrettanto bello e in condizioni di gran lunga peggiori rispetto all’Hussaini. Sto parlando del Passu Suspension Bridge.
L’avventura per raggiungere la meta finale di giornata comincia nei pressi di Passu, dove è bene fermarsi per ammirare il panorama, tra montagne a forma conica e un ghiacciaio all’orizzonte. È qui che bisogna svoltare per imboccare la temibile strada diretta a Shimshal.


La strada per Shimshal è una considerata una delle strade più impegnative e spettacolari del Pakistan. Non solo in molti la additano come una delle strade più pericolose al mondo.
Stiamo parlando di una strada di montagna tortuosa e non asfaltata. Il terreno è impegnativo, con lunghi tratti stretti, salite ripide e discese, ponti di legno scricchiolanti e soprattutto precipizi di centinaia di metri. Il tutto senza protezioni con un movimentato fiume a lato onnipresente. Il mio consiglio è quello di affidarsi ad un autista esperto che già in passato ha saputo destreggiarsi su queste strade.
Come già accennato in precedenza è possibile raggiungere Shimshal con jeep pubbliche in partenza la mattina presto da Aliabad. Con un mezzo privato i prezzi chiaramente sono più alti ma vi è la possibilità di fermarsi più volte lungo il percorso che, paesaggisticamente parlando, è a dir poco spettacolare. Vi è anche un ghiacciaio qualche chilometro prima di arrivare.






Shimshal è una remota valle situata nella regione di Hunza, nel Gilgit-Baltistan. Nel cuore della valle si trova uno dei villaggi più alti dell’Himalaya, dall’omonimo nome, nel quale abbiamo deciso di pernottare. La valle si trova a un’altitudine di oltre 3.000 metri, quindi è importante essere consapevoli dei possibili sintomi del mal di montagna.
Nel villaggio di Shimshal il tempo sembra essersi fermato. Case basse punteggiano la valle circondate da campi coltivati e da una cornice di montagne maestose e ghiacciai scintillanti. Gli abitanti sono Wakhi e parlano la lingua Wakhi. Si dedicano soprattutto all’allevamento e all’agricoltura.
Al nostro arrivo dopo aver preso posto nella guest house abbiamo fatto una lunga passeggiata per conoscere il villaggio. Il centro abitato è molto esteso e le abitazioni sono dislocate a distanza l’una dall’altra.





Dove abbiamo alloggiato: Guesthouse senza nome
A Shimshal sono presenti diverse guest house. Abbiamo dormito in una struttura conosciuta da Irfan, economica e pulita nel cuore del villaggio. Camera privata ma bagno condiviso. L’unica pecca: assenza di acqua corrente e presenza solo di grandi secchi per lavarsi.
Consigliato: SI
4) Shimshal – Passu – Borith Lake – Altit – Aliabad
Alla colazione abbondante nella guest house ha fatto seguito una breve passeggiata tra le vie sterrate di Shimshal. Siamo ripartiti percorrendo l’avventurosa strada del giorno prima. È l’unica via di accesso, ultimata nell’ottobre del 2003.
Abbiamo impiegato circa due ore per raggiungere Passu. Da qui una deviazione, all’altezza del villaggio di Husseini, ci ha portati ad imboccare una strada in salita che si conclude direttamente ai piedi di un punto panoramico sul Passu Glacier, un ghiacciaio collegato al ghiacciaio Batura e a molti altri ghiacciai della catena montuosa Batura Muztagh.
Noi ci siamo limitati a percorrere solo la prima parte del sentiero che comincia nei pressi della biglietteria dove sono in vendita alcuni snack e bevande fresche.
La strada per il Passu Glacier costeggia un piccolo specchio d’acqua all’interno di una conca naturale a un’altitudine di 2.600 metri. Il Borith Lake è frequentato dai giovani locali per un pasto oppure per un turistico giro in barca nei mesi estivi. In inverno il lago ghiaccia ed è anche possibile pattinarci sopra.




Abbiamo preso posto nuovamente all’Applegardenhunza di Aliabad e dopo una doccia rigenerante ci siamo diretti in taxi nel vicino villaggio di Altit per conoscere l’Altit Fort. Questo forte fu la residenza dei governanti ereditari dello Stato di Hunza, che detenevano il titolo di “Mir”. Tuttavia, dopo circa tre secoli, la sede di governo fu spostata nel vicino forte di Baltit (visibile in lontananza anche da qui), leggermente più recente.
Il forte di Altit, in particolare la maestosa torre Shikari, vanta circa 1100 anni, conferendole il prestigioso status di monumento più antico del Gilgit-Baltistan. Nel 2011, questo notevole sito ha ricevuto il riconoscimento dell’UNESCO con il premio Asia Pacific Heritage Award per l’eccellenza nella conservazione del patrimonio culturale.
Dall’alto del forte è possibile ammirare il millenario villaggio sottostante, che è stato oggetto di un meticoloso lavoro di restauro. Altit appare come un dedalo intricato di vicoli con una jamaat khana (sala della comunità ismailita) e la vecchia piscina attorno alla quale le anziane donne del villaggio si ritrovano per conversare.




Dove abbiamo alloggiato: Applegardenhunza
[Vedi recensione appena sopra, nel giorno 2]
Consigliato: SI
5) Aliabad – Pissan Nagar Cricket Stadium – Gilgit
Guidati da Mehran, un nuovo autista, abbiamo raggiunto quello che è considerato il più alto stadio di cricket naturale al mondo, il Pissan Nagar Cricket Stadium, nella Valle di Pissan, nel distretto di Nagar, ad un’altitudine di circa 2.500 metri sul livello del mare. Questo straordinario stadio naturale di cricket è accessibile con un’ora di cammino dal principale bazar di Pissan, situato a circa 1,5 km più in basso oppure attraverso una strada sterrata a dir poco dissestata.
“Queste sono le nostre autostrade”, ha affermato con fierezza Mehran.
Posizionato sotto l’imponente spalla delle cime innevate del Rakaposhi e del Diran, questo stadio naturale di cricket offre uno scenario senza pari, distinguendosi per la sua bellezza incomparabile.
Proprio dalle pareti innevate del Rakaposhi abbiamo ammirato una grande valanga staccarsi.
Il fascino del campo di Pissan attrae numerosi appassionati del cricket, soprattutto nel mese di settembre quando è organizzato un importante torneo.




Da qui abbiamo proseguito fino a Gilgit, il capoluogo del Gilgit-Baltistan.
La città si trova in una vasta valle vicino alla confluenza dei fiumi Gilgit e Hunza, ed è considerata una delle principali mete turistiche del Pakistan. Funge anche da punto di partenza per le spedizioni di trekking e alpinismo nella maestosa catena montuosa del Karakoram. Questo grazie anche ai servizi disponibili. Sono presenti istituti bancari che effettuano cambio di contanti e traveller’s check. Alcuni negozi accettano anche valuta straniera, permettendo ai visitatori di acquistare una varietà di articoli, tra cui pietre preziose, oggetti d’antiquariato e prodotti cinesi, dalla seta all’elettronica.
A questo riguardo consiglio una sosta nell’emporio di Abdul Qayum, un anziano che ha trascorso la sua gioventù in Spagna e poi un po’ in tutta Europa vivendo come hippie. Parla spagnolo ed è ben felice di mostrare articoli di giornale spagnoli che raccontano di lui oltre a mostrare con orgoglio un vecchio quaderno sul quale i viaggiatori di passaggio lasciano un piccolo commento. Il negozio, lo Xama Stores, si trova in Airport Rd, nelle vicinanze del Kalma Chowk.
Caotico il centro di Gilgit, soprattutto in corrispondenza del NLI Market, il luogo migliore per fare acquisti.

Dove abbiamo alloggiato: Naveed Tourist Inn
Struttura nelle vicinanze dell’aeroporto di Gilgit, comoda soprattutto nel caso in cui il proprio volo fosse programmato al mattino presto. Proprietario cordiale. Da migliorare la pulizia, purtroppo il lenzuolo era pieno di macchie ambigue. Inoltre la stanza era piena a dir poco di zanzare. Impossibile riposare la notte.
Consigliato: NO
6) Gilgit – Islamabad
Siamo stati fortunati, il volo per Islamabad è partito, senza ritardi né cancellazioni. Sarebbe stato impossibile per me affrontare il viaggio dopo una nottata insonne con febbre alta, problemi intestinali e zanzare in camera.
L’idea iniziale era di raggiungere Islamabad e poi successivamente prendere un autobus per Peshawar ma giunti al terminal mi sentivo troppo male. E non solo io.
Abbiamo avuto la necessità di trascorrere una giornata in hotel per cercare di recuperare le energie.
Dove abbiamo alloggiato: Islamabad Travelodge Guest House
[Vedi recensione appena sopra, nel giorno 1]
Consigliato: SI
7) Islamabad – Peshawar
In condizioni non ottimali e con un giorno in meno (l’idea iniziale era trascorrere due notti a Peshawar) abbiamo preferito prendere un mezzo privato per raggiungere Peshawar, città che dista circa due ore e mezza dalla capitale.
Sognavo di visitare Peshawar da tempo. La vibrante capitale della provincia di Khyber Pakhtunkhwa in Pakistan, è una città che fonde sapientemente la sua ricca storia con la modernità del presente. Situata nella fertile pianura del fiume Indo, è oggi un crocevia di culture, tradizioni e storie affascinanti.
Camminare per le strade polverose della città è un viaggio nel tempo. I bazar vivaci esibiscono una varietà di merci, dalle spezie alle stoffe colorate, creando un’atmosfera vivace e animata. Il bazar di Qissa Khwani è celebre per essere stato il luogo dove i viaggiatori una volta condividevano storie e racconti, creando un’aura di fascino senza tempo. Lo stesso dicasi dell’Andar Sheher Bazaar, nei pressi della scenografica torre dell’orologio di Sir Cunningham.
Il patrimonio storico di Peshawar si riflette anche nei suoi monumenti antichi. La Moschea di Mahabat Khan, con la sua sontuosa architettura moghul, è una testimonianza dell’eleganza artistica del passato. Il Forte di Bala Hisar, che domina la città dall’alto, evoca un senso di grandezza e potenza.
Noi abbiamo passeggiato a lungo il Cultural Heritage Trail, tra antiche haveli e bazar affollati.
Peshawar è anche celebre per la sua cucina deliziosa e ricca di sapori. I piatti locali come il Peshawari Kebab e il Chapli Kebab affondano le radici nelle tradizioni culinarie della regione, offrendo ai visitatori un’esperienza gastronomica indimenticabile.
Mentre la città abbraccia la modernità con centri commerciali e infrastrutture moderne, la parte antica conserva gelosamente la sua autenticità. Peshawar è un connubio di passato e presente, dove l’antico e il moderno si intrecciano in un affascinante mix di cultura e diversità.








Dove abbiamo alloggiato: Destination Heritage Peshawar
Una delle migliori strutture dove soggiornare a Peshawar. Camera pulita. Ottimo hotel dotato anche di ristorante. Dimensioni ridotte della camera ma è un dettaglio che si potrebbe tralasciare.
Consigliato: SI
8) Peshawar – Islamabad – Volo di ritorno
In tarda mattina siamo rientrati ad Islamabad ed in attesa del volo serale di ritorno abbiamo preso posto nuovamente all’Islamabad Travel Lodge Guest House.
Con un pomeriggio a disposizione abbiamo optato per un nuovo mezzo privato per visitare il Pakistan Monument e la Faisal Mosque ad Islamabad.
Il Pakistan Monument e la Faisal Mosque ad Islamabad sono due iconici simboli architettonici che contribuiscono a definire la skyline della capitale pakistana.
Il Pakistan Monument, situato ai piedi delle colline Margalla, rappresenta la storia e la diversità culturale del Pakistan. Si tratta di una struttura moderna composta da quattro grandi petali di fiori che rappresentano le quattro province del Pakistan, mentre la torre centrale simboleggia l’unità del paese. I visitatori possono esplorare il complesso e ammirare le opere d’arte e i rilievi che narrano la storia della nazione.
La Faisal Mosque, invece, è uno dei più grandi e maestosi luoghi di culto islamici al mondo. Con la sua architettura moderna e unica, la moschea si trova sulle colline Margalla, offrendo una vista panoramica sulla città di Islamabad. La sua struttura è a forma di tenda mentre la cupola a forma di loto è un elemento distintivo. La Faisal Mosque è immersa in un ampio spazio verde.


Il nostro programma però è cambiato quando in autostrada, nel bel mezzo della carreggiata, abbiamo intravisto un gattino ferito. Il nostro driver, Sohail, ha rischiato la propria vita e, non curante delle auto che sfrecciavano, è sceso per recuperarlo. Abbiamo portato il cucciolo dapprima a casa sua per rifocillarlo con un po’ di latte e poi da un veterinario. Solo una brutta ferita alla zampa suturata con qualche punto. Ora è sano e salvo, accolto in casa sua dallo stesso veterinario che non ha voluto prendere soldi per curarlo.
Se cercate un veterinario ad Islamabad: Veteran Pets Care, Ground floor, hamayun arcade, Street 14 & 10, near Allied bank, G-14/4 Islamabad, 46000, Pakistan
Alla fine ci siamo limitati ad osservare la Faisal Mosque dall’esterno prima di rientrare nella guest house e dirigerci in aeroporto in tempo utile per il nostro volo di ritorno.
Dove abbiamo alloggiato: Islamabad Travelodge Guest House
[Vedi recensione appena sopra, nel giorno 1]
Consigliato: SI
9) Volo di ritorno
Giornata in viaggio sempre con la compagnia Saudia. Questa volta lo scalo di poche ore prima di fare rientro in Italia è stato all’aeroporto di Riyadh.
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