Augurandoci di non tornarci più lasciamo l’Hotel Pelangi dopo una sola notte e ci incamminiamo verso quelle saranno le giornate più attese di tutta la nostra vacanza in Indonesia. L’ufficio del Kanawa Island Resort si trova lungo la via principale di Labuan Bajo, Jl Soekarno Hatta, nei pressi del Gardena Hotel & Bungalows. Abbiamo provato a bussare qui il giorno prima ma l’abbiamo trovato chiuso, così siamo stati costretti a rimanere in città sperando di trovare posto all’indomani. Fortunatamente nessun problema, siamo al termine dell’alta stagione e non è difficile trovare un bungalow libero. Ci accordiamo per due notti al costo totale per persona di 700.000 Rp (poco più di 45 euro), con colazione e trasferimento in barca andata e ritorno inclusi e la possibilità di prolungare in loco il nostro soggiorno. Con noi ci sono anche Roberto e Maria, una coppia di ragazzi spagnoli, e Bartosz e Magdalena, polacchi. Dall’ufficio il porto dista solo poche centinaia di metri. Lo raggiungiamo e saliamo sulla barca che in poco meno di un’ora ci trasporterà sull’isola. Soffia una brezza piacevole, il mare è leggermente mosso e la barca sembra dondolare pericolosamente ma non corriamo nessun pericolo. Sullo sfondo compaiono i primi isolotti mentre i fondali cominciano a mostrare tutto il loro splendore.
Labuan Bajo |
Raggiungendo Kanawa |
Arrivare a Kanawa è un po’ come arrivare in paradiso: il molo sovrasta uno specchio d’acqua cristallino con coralli, pesci e alghe. Su una distesa di sabbia bianca attorno alla reception e all’area ristorante sono invece dislocati i semplici bungalows. A noi viene assegnato il numero 5, a pochissimi metri dalla battigia. La parola resort non rispecchia l’immaginario che una persona può farsi prima di arrivare qui. La struttura conta un semplice materasso matrimoniale coperto da una zanzariera e un mobiletto in legno su cui appoggiare gli zaini. Il bagno, davvero molto spartano, è esterno ma dispone di acqua calda limitata ed acqua marina. Nonostante tutto ci sembra di essere in un sogno. Aprire la porta e ritrovarsi a pochi passi da un mare così.
Kanawa |
Devo essere sincero, non mi era mai capitato. Andiamo a pranzo prima di dedicare il pomeriggio alla scoperta dell’isola. Si può scegliere di mangiare nell’area ristorante oppure sotto un romantico albero adornato da lanterne sistemate alla bene e meglio. Quasi tutte le portate principali sono a base di pesce e costano circa sei euro l’uno. Io opto per un piatto di polipo servito con patate. Il luogo è estremamente rilassante: passeggiamo qualche minuto lungo la battigia osservando il panorama ma poi la voglia di tuffarsi in acqua prende il sopravvento. Gentilmente una coppia ci presta le proprie maschere per fare un po’ di snorkeling. Ci dicono che il pomeriggio non è il momento migliore della giornata per tuffarsi ma lo spettacolo è ugualmente incredibile con coralli, stelle marine e branchi di pesci colorati ovunque. I più belli? I pesci pagliaccio che fanno capolino uno dopo l’altro.
Kanawa |
In poco tempo la bassa marea prende il sopravvento e dal mare cominciano ad affiorare rocce e alghe. Basta salire sul molo ed osservare i pesci farsi spazio. Con un po’ di attenzione è possibile osservare anche altre specie, tra tutte una sinuosa murena. Al tramonto il sole va nascondendosi dietro un isolotto in lontananza e il cielo, con le nuvole e la bassa marea, ci regala un gioco di colori impossibile da dimenticare. Sull’isola dopo cena non c’è molto da fare. Non c’è connessione internet nè segnale al cellulare (finalmente un posto così aggiungerei) e andiamo a letto presto, con una piacevole brezza che entra dalle finestre, il rumore delle onde in sottofondo e…il canto dei gechi Tokay.
Kanawa |
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