Prima di partire per l’Indonesia c’era un luogo in particolare che stimolava il mio immaginario. Avevo visto alcune foto che mi avevano subito colpito. A ciò aveva contribuito anche la trasmissione Pechino-Express che scelse questo sito come arrivo di una tappa nell’edizione 2014. Sto parlando dell’imponente monumento buddhista di Borobudur, considerato insieme a Bagan in Myanmar e Angkor Wat in Cambogia, una delle testimonianze storiche più spettacolari di tutto il Sud-est asiatico.
Le agenzie di viaggio di Yogyakarta propongono diversi pacchetti, escursioni giornaliere che permettono di visitare Borobudur in differenti momenti della giornata a volte combinate con altre attrazioni nei dintorni. La più economica è la visita del solo tempio nel bel mezzo della mattinata ma ritengo di sconsigliare questa opzione in quanto è possibile visitare il sito in completa autonomia partendo con un economico autobus dalla stazione di Jambor. C’è poi la possibilità di vedere il monumento all’alba o al tramonto ma chiedendo in giro in molti mi hanno consigliato di arrivare alle prime luci del giorno. Si può scegliere di osservare l’alba in due differenti luoghi, direttamente all’interno del sito passando dal Manohara Hotel, oppure dalla sommità di una collina panoramica, il Punthuk Setumbu Hill. Quest’ultima opzione è la meno costosa tra le due. Non capita tutti i giorni di venire in Indonesia, per questo abbiamo deciso di spendere qualcosa in più e recarci direttamente all’interno di Borobudur. Abbiamo aggiunto anche la visita di un altro spettacolare complesso, Prambanan, a soli 17 km da Yogyakarta al costo totale di 150.000 IDR (circa 9 euro), entrate escluse. Borobudur, in particolare, rappresenta l’attrattiva turistica più popolare di tutta l’Indonesia, non sorprende quindi che il biglietto d’ingresso costi 20 $, un prezzo esageratamente alto se confrontato con gli standard del Paese. Sia Borobudur che Prambanan sono stati dichiarati dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Borobudur |
Vedere l’alba vuol dire anche svegliarsi nel cuore della notte, più precisamente alle tre. Mezz’ora dopo un pulmino è ad attenderci fuori dall’OstiC House. Siamo i primi, eccezion fatta per una coppia di ragazzi. Trascorriamo alcune decine di minuti a caricare altri turisti da hotel e ostelli dislocati attorno al centro di Yogyakarta. Siamo anche gli unici ad aver optato per l’alba all’interno del sito. Il nostro conducente cerca in tutti i modi di farci cambiare idea arrivando a dire che la vista dalla collina è migliore. Sono sicuro, non ha voglia di allungare un tratto di strada solo per noi. Non demordiamo e alla fine è costretto ad accompagnarci all’ingresso del Manohara Hotel, unico accesso per assistere all’alba direttamente dal tempio. Alla reception viene consegnata una torcia per ogni visitatore. Chi la restituirà riceverà in cambio un piccolo souvenir che scopriremo sarà un semplice foulard. Ci incamminiamo al buio con le luci-non luci delle torce seguendo il flusso delle persone con il profilo del monumento a poche centinaia di metri da noi. Devo ammettere che a primo impatto rimango subito deluso, tantissima gente ci ha anticipato ed è difficile trovare un posto decente per scattare fotografie. Purtroppo quando arriva il turismo di massa arrivano anche gli incivili e in molti, irrispettosi, salgono sulle strutture pur di scattarsi un selfie. In più la foschia e una leggera nebbia sulla rigogliosa vegetazione circostante nascondono lo svegliarsi del sole in lontananza.
Borobudur |
Basta poco per farmi tornare su il morale: l’alba ha raggiunto il suo clou e le orde di turisti cominciano a lasciare il sito. Con poche persone Borobudur è qualcosa di spettacolare, con le sue campane, i suoi bassorilievi e le raffinate sculture. Quando i sovrani della dinastia Sailendra fecero edificare il complesso tra il 750 e l’850 d.C. pensarono a questa struttura come la visione buddhista del cosmo che a partire dal mondo terreno saliva a spirale sino a raggiungere il punto più alto, il paradiso buddhista. Ci aggiriamo nel sito procedendo in senso orario, come dovrebbe avvenire per tutti gli edifici di questo credo, ed osserviamo le curate decorazioni scultoree tra stretti corridoi impreziositi da pannelli decorativi riccamente elaborati. Trascorriamo qui un paio d’ore prima di recarci al Manohara Hotel dove sono stati allestiti alcuni tavoli per uno snack. La vera colazione è in un chiosco nei pressi del parcheggio e del mercato dei souvenir.
Borobudur |
Riprendiamo il pulmino e ci dirigiamo verso Yogyakarta per lasciare gran parte del gruppo che aveva scelto visitare il solo tempio di Borobudur. Chiedo intanto ai ragazzi se davvero la vista fosse migliore dalla collina come diceva il nostro autista. Avevo ragione io, non voleva raggiungere l’ingresso principale solo per noi… Intanto siamo rimasti in quattro diretti a Prambanan, oltre a noi Jens, tedesco, e Seçil, olandese. Superato l’ingresso ci incamminiamo lungo i viali diretti ai templi sotto un sole a dir poco cocente. Basta poco per cominciare a grondare sudore. Gli edifici sono dislocati su una vasta area. Della loro storia antica si conosce ben poco: si ritiene che furono eretti circa cinquant’anni dopo Borobudur per volere di Rakai Pikatan per celebrare il ritorno a Giava di una dinastia hindu.
Prambanan |
Il più imponente, il più bello è il Candi Shiva Mahadeva, con una guglia che raggiunge 47 metri di altezza. Accanto svettano il Candi Vishnu, alto 33 metri, e il suo gemello Candi Brahma. Il Candi Sewu, circondato da 240 tempietti in gran parte rasi al suolo si trova in un’altra zona distante qualche centinaio di metri. Tutti i templi si caratterizzano per accurate decorazioni con animali e figure stilizzate che narrano le storie di alcuni dei, spesso tratte dal Ramayana, uno dei più grandi poemi epici della religione induista. Visitando gli interni capita di imbattersi in statue di divinità e nicchie vuote che un tempo ospitavano preziose sculture. Prambanan ha subito profondi danni dal terremoto che colpì il Sud-est asiatico e ancora oggi, a distanza di anni, capita di vedere delle aree transennate in fase di ristrutturazione. Torniamo a Yogyakarta alle prime del pomeriggio. Ci attendono alcune ore di relax prima del lungo viaggio in autobus dell’indomani per raggiungere il Monte Bromo.
Prambanan, Candi Sewu |
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