
Ci sono luoghi in Abruzzo capaci di emozionare come pochi, luoghi che fanno del rapporto spiritualità-natura un legame indissolubile per secoli. Uno di questi è l’eremo di San Bartolomeo in Legio nel comune di Roccamorice. Isolato come pochi, in un vallone nel cuore del Parco Nazionale della Majella, risalirebbe addirittura al 1275 quando un documento ne attesta la sua dipendenza dal vicino complesso di Santo Spirito a Majella. Fu qui che si insediò Fra Pietro da Morrone, dai più conosciuto come papa Celestino V.
Come arrivare
Esistono due sentieri per raggiungere l’eremo: il primo scende dalla Valle Giumentina ed offre una spettacolare veduta panoramica della struttura dal versante opposto; il secondo, quello che noi abbiamo seguito e di cui vi parlerò in questo post, scende dall’abitato di Roccamorice e termina direttamente nell’eremo attraverso una breve e suggestiva galleria scavata nella roccia. Quest’ultimo è probabilmente il più frequentato in quanto tutte le principali indicazioni portano qui.

Il sentiero da Roccamorice
Località Macchie di Coco è il punto di riferimento per affrontare questo breve trekking della durata approssimativa di 30 minuti. Tempo alla mano, abbiamo impiegato molto di più in quanto ogni scorcio era un invito a fermarci per scattare fotografie. Il periodo migliore per venire qui è in tarda primavera, quando il Vallone Santo Spirito si regala un’insolita veste di fiori colorati. Il sentiero comincia nei pressi di un bed & breakfast e si inoltra su una carrareccia che gradualmente scende nel bosco. Una croce in ferro delimita il punto in cui il tracciato si restringe e dopo aver oltrepassato ginestre e felci si affaccia sul vallone sottostante regalando una bella veduta che spazia dalla Majella al Gran Sasso. Qui comincia la discesa vera e propria, anche se in alcuni punti agevolata da gradoni artificiali. Evitando un sentiero sulla destra si procede in discesa costeggiando pareti calcaree fino ad arrivare all’ingresso dell’eremo, una suggestiva cavità scavata nella roccia che conduce alla balconata naturale nella quale è stata costruita la struttura. Sulla facciata sono presenti due affreschi risalenti al XIII secolo: una Madonna col Bambino e un Cristo benedicente. La chiesa si trova nella parte antistante, con un altare ed una nicchia che custodisce la statuetta lignea di San Bartolomeo raffigurato con un coltello nella mano destra. Vi è anche una vasca che raccoglie acqua sorgiva dalle proprietà taumaturgiche. Attraverso una porta si accede al retro, dove è situata la cella in cui Fra Pietro da Morrone si ritirava in preghiera. Il Santo è festeggiato ogni anno il 25 agosto quando in occasione di una processione la sua statua viene portata fino alla chiesa parrocchiale di Roccamorice.
Il consiglio: se anche voi avete seguito questo sentiero, una volta terminata la visita dell’edificio scendete sino al torrente sottostante, caratterizzato da un grosso blocco di roccia che funge da ponte naturale e risalite per un breve tratto verso il secondo accesso, quello che conduce alla Valle Giumentina. Riuscirete ad apprezzare l’eremo da lontano, da quella che è la veduta più fotografata e apprezzata.
Informazioni:
Sentiero S
Tempo: 30 minuti senza soste, solo andata
Dislivello: 90 m
Lunghezza: 1850 m
Difficoltà: T/E










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Roccamorice, eremo di San Bartolomeo in Legio |
Vedendo la prima immagine ho subito pensato al sentiero di San Romedio, in Trentino. Continuando a leggere ho scoperto che Roccamorice è un luogo ancora più spettacolare. Amo questi eremi immersi nella natura!
L'Abruzzo è pieno di questi posti spettacolari, eremi compresi. Eppure non sappiamo ancora valorizzarli a dovere
il file gpx pr caso è disponibile??