L’impatto con il Ladakh non può che essere molto forte. Questa regione ai piedi dell’Himalaya non è di certo l’India che tutti s’immaginano, quella caotica, umida e dalla forte spiritualità induista. I visitatori sono proiettati in un’altra dimensione, fatta di aride catene montuose, antichi monasteri buddhisti e tranquilli villaggi annidati tra le montagne.
Leh è il principale centro della regione con oltre 30.000 abitanti. Da Nuova Delhi basta un’ora e venti minuti di volo. All’arrivo il caldo umido di quella che è la città più popolosa d’India è ormai solamente un ricordo, siamo a 3520 metri sul livello del mare. L’altitudine può creare qualche piccolo problema come affanno e mal di testa ma con la giusta acclimatazione tutto va scomparendo nel giro di pochi giorni.
Quasi impossibile non innamorarsi di Leh. Circondata da frastagliate montagne, sormontata da una imponente fortezza e da un palazzo in stile tibetano, offre il meglio di sè con la città vecchia, un dedalo di vicoli angusti che si fanno spazio tra stupa e abitazioni in mattoni crudi.
Ho scoperto la città con una piacevole camminata partendo dall’hotel che mi ha ospitato nei primi tre giorni di permanenza, l’Hotel Shangrila. Da qui una passeggiata di un quarto d’ora in leggera salita conduce direttamente nel cuore di Leh, il principale mercato ai piedi della città vecchia. La zona del bazaar si sviluppa per la maggiore attorno a due vie pedonali animate da negozi di souvenir e agenzie di viaggi. In gran parte sono le donne, sistemate una dopo l’altra sul marciapiede, a vendere le proprie mercanzie, soprattutto verdure e legumi di produzione locale. Facile imbattersi in qualche anziano intento a commerciare pietre più o meno preziose. Spesso tra animali lasciati liberi di vagare e turisti che affollano Leh soprattutto nei mesi estivi si aggirano anche giovani madri di famiglia con i propri bambini scalzi alla ricerca di un’offerta o di qualcosa da mangiare. Purtroppo è questo un denominatore comune che affligge tutto lo Stato Indiano.
Leh, gran bazaar |
La città vecchia è raggiungibile percorrendo un vicolo adiacente alla Jamia Masjid, una moschea sunnita riservata ai soli uomini. Imponenti, alle spalle della mosche si stagliano il Palazzo di Leh e il cinquecentesco Tsemo Fort (Palazzo della Vittoria). Il Palazzo di Leh ricorda vagamente il Potala Palace di Lhasa (Tibet) ed è considerato uno dei simboli cittadini con i suoi nove piani dal colore grigiastro. I suoi interni ospitano attualmente sale espositive e una piccola sala di preghiera. Altro simbolo è il già citato Tsemo Fort, arroccato sul Palace Ridge. Eccezion fatta per un santuario buddhista non c’è molto vedere qui, meglio ripiegare sul sottostante Tsemo Gompa, costituito da due templi del XV secolo.
Leh, Palazzo di Leh |
Leh, Tsemo Fort |
Cosa aspettarsi dalla città vecchia? Un dedalo di tortuose viuzze e scalinate che si snodano tra abitazioni tradizionali in mattoni crudi e antichi chorten (stupa). Fate come me, non seguite un itinerario ben preciso ma lasciatevi trasportare dal vostro intuito. Dirigetevi verso la periferia e tornate indietro imboccando una delle viuzze che scendono alla vostra destra tenendo come riferimento i minareti della moschea. Il momento migliore per questa passeggiata è al tramonto quando il cielo si tinge di sfumature arancioni ed avvolge con un’aurea dorata i decadenti edifici. Scendendo avrete la possibilità di ammirare la città vecchia da un’altra prospettiva ancor più coinvolgente e se fortunati come noi magari potrete imbattervi anche in un arcobaleno…
Leh, città vecchia |
Altri luoghi da vedere
Con più tempo a disposizione potrete visitare molti altri siti interessanti al di fuori della zona vecchia, a cominciare dallo Shanti Stupa, un grande stupa bianco sulla cima del crinale che domina la città. Per raggiungerlo è necessaria una faticosa camminata in salita di 15 minuti ma la vista riuscirà a ripagare tutta la fatica. Altri luoghi degni di nota sono il Gomang Stupa, uno stupa risalente al IX secolo fiancheggiato da numerosi chorten, e il Nezer Latho, un cubo bianco dedicato a una divinità di Leh che offre una splendida veduta sul capoluogo del Ladakh.
Quando andare
Luglio ed agosto sono i mesi ideali. In questo periodo le temperature sono piacevoli e le precipitazioni pressochè scarse. In inverno la temperatura scende abbondantemente sotto lo zero e Leh è raggiungibile solamente in aereo. Gran parte delle strutture ricettive sono chiuse nei mesi più freddi.
Per maggiori informazioni:
www.viaggigiovani.it/tour-piccoli-gruppi/india-ladakh
Lascia un commento