Di Copacabana conservavo un piacevole ricordo. Era il 2011 quando per la prima volta mi apprestavo ad entrare in Bolivia. Allora avevo deciso di trascorrere più giorni, decidendo di spostarmi da qui per visitare l’Isla del Sol, un’incantevole isola sul lago Titicaca. Avevo avuto modo di conoscere approfonditamente la città prima di dirigermi verso La Paz.
In occasione del mio progetto “#GreenRoutes. Il giro del mondo dei Parchi Nazionali” si era aperta una nuova possibilità per me, seppur breve, durante il mio trasferimento verso il Perù. Percorso inverso quindi. Partendo dalla città di Oruro le opzioni erano due: fermarmi a La Paz o avvicinarmi ancora di più al confine sostando a Copacabana. Con una sola notte a disposizione sinceramente non avevo voglia di immergermi nei ritmi frenetici della città Paceña e mi sono limitato a raggiungerla per cambiare mezzo. Consideravo invece Copacabana la meta ideale per riposarmi una notte. Piccola, a portata di mano e soprattutto una destinazione tra le più suggestive del Paese, grazie alla sua posizione. Chiaramente riposo era per dire. Seppur con poche ore libere, ho approfittato del tempo libero per recarmi in uno dei luoghi che tanto mi era piaciuto durante la mia prima esperienza boliviana, ma di questo ve ne parlerò più avanti.
Per chi non lo sapesse Copacabana è una cittadina vivace, adagiata sulla sponda meridionale del lago Titicaca. Certo, la sua posizione contribuisce a rendere questo centro abitato un po’ troppo turistico ma le sue strade panoramiche e le sue curate piazzette la rendono una destinazione piacevole da visitare senza meta. Inoltre l’imponente Cattedrale è stata per secoli meta di pellegrinaggi religiosi e ancora oggi le sue fiestas continuano ad attirare sempre tantissimi pellegrini, nazionali e non.
Copacabana, Basílica de la Virgen de la Candelaria |
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Da La Paz a Copacabana
Una volta arrivato a La Paz il primo autobus disponibile era quello della Compañía Manco Kapac, in partenza alle 13 per Copacabana. Durata prevista del viaggio: poco più di tre ore. Ho pagato il biglietto 25 BOB ma solamente in viaggio mi sono accorto che sul tagliando era presente un prezzo differente, 12 BOB. Il consiglio quindi è quello do controllare sempre tutti i documenti al momento del pagamento. Con qualche minuto di ritardo sono partito, insieme a pochi altri turisti, dal principale terminal terrestre di La Paz, situato in Avenida Perù. In breve abbiamo raggiunto El Alto, il popolare sobborgo adiacente. Salendo devo ammettere che la vista di La Paz dall’alto è sempre impattante. Questa metropoli si sviluppa infatti all’interno di una conca, all’interno della quale, nella parte più bassa si trova la parte più ricca, con alti grattacieli bianchi. Tutt’attorno invece i quartieri popolari, con case più o meno basse dall’inconfondibile color arancio dei mattoni. El Alto è caotica, trafficata. La cosa più evidente è che non ci sono spazi verdi. Una volta usciti dalla città siamo stati sorpresi da un forte scroscio di pioggia e grandine, che in alcuni punti ha imbiancato leggermente il paesaggio. All’orizzonte fanno la comparsa vette imbiancate, poco prima di raggiungere finalmente il lago Titicaca e superare numerosi lavori in corso. Nel suo punto meno ampio questo bacino, considerato il lago navigabile più alto al mondo, crea lo stretto di Tiquina. La strada si interrompe ed è necessario scendere momentaneamente dall’autobus. Siamo saliti su un imbarcazione a motore (tutte sono rinnovate rispetto a qualche anno fa) mentre l’autobus, per raggiungere l’altra sponda, è stato posizionato su una lenta chiatta. Tutto il processo è durato circa mezz’ora. Da qui la strada sale offrendo splendide vedute sull’azzurro Titicaca e sulle verdeggianti montagne circostanti. Più lontano, verso l’orizzonte, vette andine riflettono la propria neve. A Copacabana gli autobus fermano nella centrale Plaza 2 de Febrero.
Stretto di Tiquina |
Il mio ritorno a Copacabana
Arrivando a Copacabana nel pomeriggio il mio desiderio più grande era subito quello di raggiungere il Cerro Calvario al tramonto. Come già anticipato era il proprio questa collina panoramica a regalarmi i ricordi più belli della città. Nel 2011 il cielo mi aveva regalato infatti uno dei tramonti più belli di tutta la mia vita. Ricordo che in lontananza imperversavano forti temporali mentre il sole si faceva spazio tra nuvole basse, infuocando progressivamente tutto il paesaggio. Ad osservare quello spettacolo eravamo in pochi. Oltre a me, Chris, un ragazzo canadese che avevo conosciuto sul posto, un cane, e pochi pellegrini intenti ad accendere alcuni ceri in favore della Vergine. Prima di salire nuovamente ho voluto visitare il piccolo cimitero cittadino all’ingresso della città ed ho avuto modo di scattare qualche foto a Plaza 2 de Febrero e alla Basílica de la Virgen de la Candelaria, indubbiamente l’edificio più bello della città, con i suoi abbaglianti mudejar bianchi ed i coloratissimi azulejos.
Copacabana, Cimitero |
A differenza del 2011 nel quale avevo seguito un sentiero alternativo, questa volta ho deciso di raggiungere la sommità del Cerro Calvario attraverso il percorso che, iniziando nei pressi della chiesa (Capilla del Señor de la Cruz de Colquepata) in fondo a Calle Destacamento, sale inesorabilmente attraverso le 14 stazioni della via Crucis. Basta una camminata di poco più di mezz’ora ma pendenza e altitudine, e la conseguente fatica, fanno si che la salita diventi un autentico calvario. Devo essere sincero, questa volta il Cerro Calvario si è rivelato in parte una delusione. Il paesaggio, sulla città e sul lago Titicaca, rimane straordinariamente bello ma ho trovato il posto, oltre che affollatissimo di persone, davvero sporco. Un vero peccato. Ci sono sempre pellegrini che salgono in cima per accendere ceri in onore della Vergine ma devo ammettere che con tutta questa gente il Cerro Calvario ha perso molto in termini di atmosfera. Purtroppo anche il tramonto non è stato come quello ammirato anni prima a causa delle nubi in lontananza. Ciò nonostante al calar del sole le luci illuminano fiocamente Copacabana e la città vista dall’alto è straordinariamente bella.
Copacabana, vista dal Cerro Calvario |
Copacabana, tramonto dal Cerro Calvario |
La sera ho pensato bene di assistere ad un particolare evento all’interno del Palazzetto Municipale. Attirato dalle tante persone presenti ho acquistato un biglietto per l’elezione della Cholita dell’anno. Attraverso canti e balli, donne locali si sono esibite in un festoso concorso che ha eletto la ragazza con maggiore portamento. Per chi non lo sapesse le cholitas sono uno dei simboli della Bolivia: incarnano il sentimento nazionalistico e con le lunghe trecce continuano ad indossare i coloratissimi abiti tradizionali aymara, tipici della popolazione indigena che abita negli altopiani andini.
Copacabana, concorso cholitas |
Dove mangiare economico a Copacabana
A Copacabana abbondano i ristoranti, soprattutto lungo 6 de Agosto. Se avete intenzione di mangiare senza spendere molto alcune strutture locali, soprattutto nei dintorni del Comedor Economico, offono pasti a menu fisso. Lo stesso Comedor offre una valida opzione. Qui ho provato il piatto tipico della città, la trucha criolla, trota servita quasi dappertutto, un po’ in tutte le salse.
Copacabana, mercato |
Dove dormire a Copacabana
Una volta arrivato a Copacabana, per cercare una camera disponibile mi sono diretto subito all’Hostal Sonia, non lontano da Plaza 2 de Febrero. In questa struttura avevo pernottato anche nel 2011. A suo tempo avevo pagato il corrispettivo di circa 5 euro per una camera matrimoniale ad uso singola, con bagno privato. Ora i prezzi sono aumentati (ho pagato il doppio) ma sono migliorati anche i servizi. C’è il wi-fi, la colazione è a buffet e gli ambienti sono rimasti confortevoli e puliti. É ormai il mio albergo preferito in città.
Copacabana, hostal Sonia |
Altre foto:
Stretto di Tiquina |
Raggiungendo Copacabana |
Copacabana, Capilla del Señor de la Cruz de Colquepata |
Copacabana, Cerro Calvario |
Copacabana, vista dal Cerro Calvario |
Copacabana, il tramonto visto dal Cerro Calvario |
Copacabana, scendendo dal Cerro Calvario |
Copacabana, concorso cholitas |
Copacabana, trucha criolla |
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