Il mio viaggio in Somaliland è arrivato come un fulmine a ciel sereno. A metà mattinata ero al computer quando il capo mi ha chiamato per cercare di rimediare ad un imprevisto lavorativo: “Fra qualche ora potresti partire per Hargeisa?” Così mi sono ritrovato a prendere una valigia dal garage, mettere al suo interno i primi vestiti rinvenuti nell’armadio e a partire, direzione Roma Fiumicino per prendere un volo Ethiopian Airlines diretto ad Addis Abeba, dove tempo dopo avrei dovuto cambiare mezzo per raggiungere così il Somaliland dove avrei trascorso 3 giorni. Insomma, un weekend alquanto alternativo.
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Contenuti del post
Il Somaliland nella storia
Per chi non conoscesse il Somaliland, regione autonoma nel Corno d’Africa, questa emerge come un caso unico di successo nella complessa geopolitica dell’area. Nonostante non sia riconosciuto a livello internazionale come uno stato indipendente, il Somaliland ha stabilito una forma di governo stabile e funzionante dal 1991, distinguendosi per la sua relativa stabilità politica ed economica rispetto al resto della Somalia.
Il Somaliland, originariamente un protettorato britannico, ha conquistato l’indipendenza nel 1960, unendosi successivamente all’ex Somaliland italiano. Questa unione, tuttavia, è stata segnata da conflitti e dalla dominazione del dittatore Mohammad Siad Barre fino allo scoppio di una cruenta guerra civile nel 1988. Durante questo periodo, decine di migliaia di abitanti del posto persero la vita a causa delle violenze legate alle affiliazioni tribali.
Alla fine della guerra nel 1991, il Somaliland si trovava in uno stato di decimazione e bombardamenti massicci, con i segni evidenti di tale conflitto ancora visibili oggi. Nonostante le cicatrici, il paese ha intrapreso un coraggioso percorso di separazione e ricostruzione, culminando in elezioni parlamentari e presidenziali libere ed eque nel 2010, seguite da una transizione di potere sorprendentemente pacifica.
Attualmente, il Somaliland si presenta come una regione pacifica, con le forze di polizia impegnate a garantire il rispetto delle leggi e l’osservanza dell’ordine. La legge nel Somaliland è influenzata da tre fonti principali: il governo, l’Islam (Sharia) e la tradizionale legge Xeer basata sui clan. La resilienza della famiglia allargata gioca un ruolo fondamentale nel sostentamento del paese, sopravvivendo principalmente grazie alle rimesse inviate dai parenti che lavorano all’estero.
Il visto per il Somaliland [2024]
Per i cittadini italiani esiste la possibilità di richiedere il visto in arrivo ad un costo di circa 60 euro, possibilità concessa solamente se in possesso di lettera d’invito di un agenzia di viaggio locale e legalizzata dall’autorità del Somaliland. I visti per la Somalia non sono accettati e la maggior parte dei viaggiatori indipendenti ottiene il visto ad Addis Abeba in Etiopia o alla Missione del Somaliland a Londra.
La valuta locale
Nel cuore del Somaliland, l’uso dei dollari USA prevale nonostante la valuta ufficiale sia lo Scellino del Somaliland. La banconota più ampia in circolazione è da 5.000 scellini, con un tasso di cambio di circa 650 SQS per 1 euro, rendendo il trasporto di grandi quantità di denaro locale potenzialmente ingombrante. Di conseguenza, molti viaggiatori trovano più conveniente utilizzare i dollari, ampiamente accettati e spesso preferiti in ogni transazione.
La valuta locale è così deprezzata che i consumatori si spostano per i mercati portando con sé grossi quantitativi di banconote ammucchiate nelle borse.
Con l’utilizzo dei tagli da 500 e 1.000, che sono i più diffusi, anche per pagare spese quotidiane è spesso necessario avere un’ingente quantità di contante, mentre transazioni di dimensioni medie richiedono addirittura una borsa piena di banconote.
Per quanto riguarda i cambiavalute che lavorano per strada scambiando dollari americani ed euro con la valuta locale, spesso si vedono utilizzare carriole per trasportare i cumuli di banconote da una strada all’altra.
Dato l’assenza di banche internazionali riconosciute, la mancanza di un sistema bancario formale e la presenza di sportelli bancomat poco diffusi, due società private – Zaad, fondata nel 2009, e la più recente e-Dahab – hanno colmato questa lacuna creando un’economia bancaria mobile. In questo sistema, il denaro viene depositato attraverso queste società e memorizzato sui telefoni, consentendo agli individui di effettuare transazioni di acquisto e vendita utilizzando numeri personalizzati.
Tuttavia, per usufruire di questo servizio, è necessario ottenere una carta SIM locale presso operatori come SomTel o TeleSom, un processo semplice ed economico che offre un’esperienza di viaggio ancor più agevole e moderna.
I dollari possono essere utilizzati direttamente per gli acquisti senza la necessità di cambiarli in scellini, semplificando notevolmente le transazioni quotidiane. Tuttavia, è consigliabile avere anche banconote più piccole per piccoli acquisti e evitare problemi di cambio. Sebbene sia possibile cambiare altre valute, come l’euro, il tasso di cambio potrebbe non essere altrettanto favorevole, e molte attività commerciali potrebbero preferire il pagamento in dollari.
È fondamentale notare che i dollari accettati devono essere in buone condizioni, poiché banconote danneggiate potrebbero incontrare difficoltà nell’essere accettate. A Hargeisa, esistono alcuni bancomat che accettano carte straniere, ma è importante tenere presente che potrebbero applicare commissioni notevoli.
L’itinerario
Un viaggio in Somaliland è solitamente abbinato con il vicino Gibuti ma come anticipato precedentemente il mio arrivo è stato dettato da motivi lavorativi. Ecco perché la mia permanenza è stata così breve. 3 giorni, a mio avviso, sono pochi per visitare il Somaliland ed una visita più approfondita richiederebbe almeno 5 giorni, con tempi dilatati in grado di far immergere il turista nella cultura ospitale del Somaliland. Vi racconto l’itinerario seguito tenendo conto che queste località è possibile visitarle in così poco tempo solamente con un mezzo privato, come nel mio caso. Per i viaggiatori indipendenti è bene sapere che esiste un servizio di autobus ad Hargeisa, Burao, Berbera e Borama. Esistono anche servizi tra le principali città e i villaggi adiacenti, gestiti da diversi tipi di veicoli, come i fuoristrada e i veicoli commerciali leggeri (LGV).
GIORNO 1
Hargeisa
Sono entrato in Somaliland dall’Hargeisa International Airport (HGA), un aeroporto internazionale dalle dimensioni modeste. L’aeroporto dista appena venti minuti dal centro di Hargeisa.
Hargeisa, la capitale vitale e pulsante del Somaliland, racconta una storia di resilienza, distruzione e rinascita. Originariamente designata come capitale sotto il dominio coloniale britannico, è emersa dalla cenere della guerra civile del 1991, che ha segnato la sua quasi totale distruzione. Da allora, la città è stata ricostruita con determinazione, assumendo la forma attuale dopo la secessione del Somaliland dalla Somalia.
Questa capitale, fondata su un terreno ricco di storia e tradizione, riflette il coraggio di un popolo che ha affrontato sfide significative. Hargeisa abbraccia la modernità con infrastrutture rinnovate, un aeroporto, due università e un memoriale della guerra civile, simboleggiato da un jet MIG.
Tuttavia, la città conserva con orgoglio il suo legame con le radici culturali, incarnate nelle pratiche familiari e clan, che costituiscono ancora il tessuto sociale predominante. Circa il 50% degli abitanti è legato a uno stile di vita nomade o semi-nomade, mantenendo vive le antiche tradizioni che hanno caratterizzato il popolo somalo nel corso dei secoli.
Tra gli edifici moderni e i simboli di progresso, Hargeisa è ornata da testimonianze del suo passato, che si manifestano nella grande moschea di Jama, un’iconica struttura di culto, nel municipio coloniale britannico, che conserva tracce della sua storia coloniale, e nel mercato del bestiame, un luogo pulsante e affascinante.
Hargeisa è dunque più di una capitale; è un crocevia di storia, cultura e progresso. Il suo passato e il suo presente si fondono in un quadro unico, dove la modernità e la tradizione coesistono armoniosamente, celebrando la resilienza di un popolo che ha trovato nella propria identità la forza di ricostruire e prosperare.
GIORNO 2
Hargeisa – Laas Geel – Berbera – Sheikh Mountains – Hargeisa
Siamo partiti al mattino presto per visitare il sito del Somaliland che tra le sue gemme nascoste, occupa indiscutibilmente un posto d’onore: Laas Geel (o Laas Gaal). Questo straordinario complesso di grotte si distingue per le magnifiche pitture rupestri policrome, un tesoro risalente al neolitico (circa 5.000 anni fa) e straordinariamente ben conservato nel corso dei millenni. Las Geel non è solo un sito archeologico, ma un luogo sacro permeato di spiritualità, abitato, si dice, dagli spiriti che custodiscono gelosamente questa ricchezza di immagini pastorali e figure umane ed animali stilizzate.
Le pitture rupestri di Las Geel, risalenti a migliaia di anni fa, offrono uno sguardo affascinante sulla vita e la cultura delle antiche comunità che abitavano la regione. Iconografie uniche nel loro genere si dipanano lungo le pareti delle grotte, trasportando i visitatori in un viaggio nel passato e offrendo una testimonianza straordinaria della maestria artistica e della ricchezza culturale dei popoli antichi del Somaliland.
Oltre alla loro bellezza artistica, queste pitture rupestri assumono un significato spirituale, considerate custodi di una connessione sacra con il passato. Il mistero e l’aura mistica che avvolgono Las Geel lo rendono non solo un tesoro archeologico, ma un punto focale per chi cerca un’esperienza che va oltre il semplice sguardo artistico.
Laas Geel si trova circa a metà strada tra Hargeisa e Berbera. Una deviazione su strada sterrata consente di raggiungere il sito. In quest’area è possibile anche osservare alcuni accampamenti nomadi.
Abbiamo raggiunto quindi Berbera, antica perla del Golfo di Aden, che risplende della sua storia secolare come crocevia di commerci e testimonianza di antiche civiltà. Strategicamente posizionata sul Corno d’Africa, la città portuale di Berbera ha svolto un ruolo cruciale sin dal Medioevo, grazie alle sue acque profonde che si affacciano sul Golfo di Aden.
Durante l’epoca medievale, Berbera fu elevata a capitale del sultanato di Ifat, svolgendo un ruolo di primo piano nella regione. Nei secoli successivi, la città fu un baluardo di resistenza contro il regno etiope, fino a diventare la capitale sotto il dominio coloniale britannico. La sua storia multiforme è intrecciata con le rotte commerciali delle Indie, consolidando la sua importanza come crocevia di culture e commerci. Ancora oggi, Berbera rappresenta un hub cruciale per l’economia del Somaliland, con il suo porto che svolge un ruolo chiave nel facilitare il commercio marittimo, inclusi gli scambi vitali con l’Etiopia.
Un viaggio attraverso le affascinanti strade sabbiose del quartiere ottomano di Darole offre un’esperienza avvolta dall’atmosfera antica e silenziosa della città. Minareti e edifici storici fatiscenti narrano storie di epoche passate, creando un affascinante contrasto con l’energia vitale del porto e dei mercati. Purtroppo molti edifici della parte vecchia sono stati danneggiati durante la guerra civile del 1988. Berbera, sonnecchiante sotto un cielo rovente, si risveglia con intensità nei pressi del suo porto e nei mercati affollati, dove le attività commerciali riflettono la vitalità economica della città.
Qui abbiamo pranzato, in uno spartano ristorante sul mare frequentato da locali, per degustare l’ottimo pesce fresco cotto sulla brace.
A breve distanza dal centro, la splendida spiaggia dorata di Bataalale offre un rifugio sereno per coloro che cercano refrigerio dal caldo afoso. Le acque cristalline del Golfo di Aden regalano un ambiente ideale per rilassarsi e immergersi in fondali mozzafiato. Berbera, con la sua bellezza storica e le sue prospettive di crescita economica, continua a essere un gioiello del Golfo di Aden, incastonato tra la maestosità del passato e le opportunità del presente.
Infine, attraverso sinuose strade di montagna, abbiamo raggiunto le Sheikh mountains, uno spaccato differente del Somaliland per via della sua vegetazione verdeggiante ed il clima fresco, per ammirare ciò che rimane di un’antica base britannica risalente alla Seconda Guerra Mondiale.
Il tutto prima di fare ritorno nuovamente ad Hargeisa.
GIORNO 3
Hargeisa
Il mercato del bestiame di Hargeisa è una rappresentazione vivida dell’importanza dell’allevamento nella regione. Pastori, commercianti e acquirenti si riuniscono per negoziare e acquistare capi di bestiame. Ogni giorno, migliaia di capi, in particolare cammelli e ovini, si radunano per essere esposti e venduti. Ogni giorno, il mercato si trasforma in un luogo di incontro, offrendo una panoramica unica sulla pratica tradizionale di allevamento e commercio di bestiame, che è centrale nell’economia del Somaliland.
Dal mercato del bestiame ci siamo spostati al mercato centrale, il cuore commerciale della città, dove si trovano una varietà di prodotti locali, artigianato, spezie e tessuti. Qui, i colori vibranti e i suoni animati creano un’esperienza sensoriale avvincente. I mercanti offrono una vasta gamma di prodotti, da frutta e verdura fresca a oggetti artigianali tradizionali, offrendo ai visitatori un’opportunità unica per immergersi nella cultura locale.
Ultima tappa di giornata prima del volo pomeridiano il Cimitero di Guerra che contiene 115 sepolture del Commonwealth della Seconda Guerra Mondiale (due delle quali non identificate), per lo più provenienti dall’ospedale militare di Hargeisa. Ci sono anche due sepolture della Prima guerra mondiale, 11 sepolture non di guerra e tre tombe di guerra di altre nazionalità.
Il cimitero contiene anche il Berbera Memorial, trasferito qui da Berbera nel 1962, che commemora più di 100 uomini morti in operazioni nella Somalia britannica durante la Prima Guerra Mondiale e di cui non si conoscono le tombe.
Un po’ di storia
Nel periodo iniziale della Seconda guerra mondiale, il Somaliland britannico occupava la costa nord-orientale del continente africano, delimitato da Ras Jibuti a Bender Ziada, con il Somaliland francese e l’Etiopia a ovest, e la Somalia (ex Somaliland italiano) a sud ed est. Quando l’Italia entrò in guerra nel giugno 1940, il governo di Vichy controllava il Somaliland francese e le regioni limitrofe di territorio italiano, mettendo in pericolo il Somaliland britannico.
Dopo un coraggioso ma breve scontro contro una forza italiana numericamente superiore, la guarnigione britannica si ritirò, permettendo l’occupazione italiana dal agosto 1940 fino alla riconquista britannica nel marzo 1941. La città di Hargeisa, durante questo periodo, fungeva da capitale del Somaliland britannico, mantenendo questo status fino alla sua unione con la Somalia nell’ambito della formazione della Repubblica Somala nel luglio 1960.
Dove dormire ad Hargeisa
Ho pernottato in quello che è considerato attualmente uno dei migliori hotel ad Hargeisa, il Jees Hotel. Le camere sono moderne, ampie e pulite, dispone di acqua calda e nella struttura sono presenti un ristorante con piatti locali ed internazionali ed anche una piccola palestra.
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