Ultimo giorno a Istanbul, una città bellissima che mi ha colpito sotto tutti i punti di vista, da quello culturale a quello paesaggistico, dal folkloristico al culinario. Abbiamo una mattinata a disposizione e ci spostiamo a piedi lungo le rive del Bosforo. In un parco, delle giovani donne fanno palestra all’aria aperta, mentre a pochi passi alcuni pescatori sono intenti nel raccogliere frutti di mare.
Istanbul, lungo il Bosforo |
Istanbul, palestra all’aria aperta |
Raggiungiamo la Cisterna Basilica, le più antiche cisterne conservate ad Istanbul. Costruita nel 532, uno degli anni più floridi per l’Impero Romano d’Oriente, sotto il regno di Giustiniano I, si presenta come un enorme spazio sotterraneo di 140 metri per 70. Al suo interno trovano spazio dodici file di 28 colonne alte circa nove metri. Due imponenti teste di gorgone rovesciate rappresentano la base di due delle colonne di sostegno della volta. Le luci, molto fioche, rendono l’ambiente davvero scenografico.
Istanbul, Cisterna Basilica |
Istanbul, Cisterna Basilica, testa di gorgone |
A questo punto non ci resta che recarci in un cafè e provare un ottimo narghilè alla mela rossa. Non sono abituato e alla fine mi gira un po’ la testa. Chiamiamo un taxi per raggiungere l’aeroporto “Sabiha Gokcen” ma, imbottigliato nel traffico, non riesce ad arrivare al nostro hotel. Il titolare dell’Anatolia Suites, gentilissimo, si è quindi offerto di farci trasportare con la sua auto da un suo dipendente. Complice il traffico intenso, impieghiamo circa due ore per percorrere 45 km. Con mezz’ora di ritardo, alle 23,30 sbarchiamo a Roma Fiumicino.
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