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In picchiata per la Carretera de la Muerte

Novembre 2, 2011 · Manuel Santoro · 9 commenti

Carretera de la Muerte
In un rapporto del 1997 la Banca Interamericana di Sviluppo (IDB) la definisce come “la carretera más peligrosa del mundo” (la strada più pericolosa del mondo). Stiamo parlando della Carretera de las Yungas, che nel corso del tempo ha acquistato il più temibile appellativo di Carretera de la Muerte. Il motivo? Semplice, questa via di comunicazione, tra La Paz e Coroico, ha segnato per sempre la tormentata storia dei trasporti della Bolivia con continue e ricorrenti tragedie. Il peggior incidente automobilistico si è verificato qui il 24 luglio 1983, quando un camion precipitò negli abissi sottostanti e oltre cento passeggeri rimasero uccisi. A testimonianza delle continue tragedie rimangono le frequenti croci piantate a bordo strada. Le cose sono cambiate nel 2007 quando grazie a un finanziamento di oltre 120 milioni di dollari ha permesso di costruire una strada, asfaltata e ben più sicura, sul versante opposto. La Carretera de la Muerte è ora utilizzata quasi esclusivamente per fini turistici da ciclisti e veicoli di supporto.
Scendere in picchiata per 64 km è un’esperienza assolutamente imprescindibile per chi si reca a La Paz. Quasi tutte le agenzie di viaggio offrono diversi pacchetti, più o meno costosi a seconda della tipologia di mountain bike e dell’aggiunta di accessori protettivi. Il consiglio è quello di spendere qualcosa in più per ottenere materiali di maggiore qualità ed evitare spiacevoli episodi. Alcuni incidenti mortali si sono verificati infatti negli ultimi anni a causa della scarsa preparazione e allenamento e della qualità scadente delle biciclette.
Vi racconto la mia esperienza.
Sveglia alle 6,10 per arrivare puntuale all’appuntamento all’Hostel El Solario dove alle 7 tutti i partecipanti fanno colazione insieme. Mentre mi reco a piedi faccio conoscenza di una bella ragazza israeliana, Neta. Per lei stesso programma di giornata, ma con un’agenzia differente dalla mia. Il nostro è un gruppo misto, qualcuno con età avanzata e molti ragazzi di nazionalità diverse, Spagna, Francia, Germania, Bolivia. Ci vengono consegnati tutti gli indumenti da utilizzare. Alle 7,45, divisi in due pulmini per fascia di età, siamo già in viaggio per raggiungere lo starting point di La Cumbre (4600 metri slm).
Carretera de la Muerte, La Cumbre
Carretera de la Muerte, La Cumbre
Carretera de la Muerte, La Cumbre
Carretera de la Muerte, La Cumbre
Carretera de la Muerte, La Cumbre
Il freddo è pungente e bisogna coprirsi bene. Ogni agenzia fornisce prima di mettersi in viaggio parte gli indumenti necessari. L’escursione prevede una rituale foto di gruppo per immortalare la partenza di giornata. I primi quindici chilometri di discesa, in asfalto, si rivelano fantastici, seppur intervallati da alcune pause per controllo di routine nella zona da parte dalla polizia e per scattare qualche foto. I miei buoni propositi di andare piano sono andati via dopo appena una curva. Appena dietro alla guida, mi sono posizionato davanti al gruppo, che sistematicamente veniva distanziato di molti secondi e addirittura minuti. Lo stesso è avvenuto nella parte sterrata, dopo aver preso confidenza con il terreno.
Dalla strada principale imbocchiamo sulla destra quella che è la vera e propria Carretera de la Muerte, caratterizzata da un’unica carreggiata ghiaiosa (spesso a fatica si superano i tre metri di larghezza), assenza di barriere di sicurezza e profondi strapiombi. La prima parte di sterrato è sicuramente quella più impegnativa ed è necessario mantenere alta l’attenzione se non si vuole incappare in qualche incidente. La temperatura e l’umidità aumentano progressivamente con lo scendere di quota a tal punto che è necessario fermarsi e togliersi gli indumenti più pesanti. Sul tracciato pozzanghere e piccoli guadi da superare mentre dalle rocce sovrastanti scendono rinfrescanti cascatelle. Il freddo Altopiano lascia spazio all’atmosfera quasi tropicale delle Yungas. La strada, con il passare dei chilometri, diventa sempre più dolce fin quando comincia una costante salita che da Yolosa, a quota 1200 metri, consente di raggiungere i 1500 metri di Coroico, punto finale dell’escursione, dove vi attenderà un abbondante pranzo e soprattutto una piscina per un atteso bagno rilassante.
Carretera de la Muerte
Carretera de la Muerte
Carretera de la Muerte
Carretera de la Muerte
Quanto alle difficoltà tecniche, la parte iniziale in sterrato è stata la più difficile dal punto di vista stradale, carreggiata stretta non più di 3 metri e precipizi ai lati di circa 600 metri! Sul tracciato, numerose le croci a testimonianza delle tante vittime, testimonianza dei tanti incidenti avvenuti su questa strada negli ultimi anni. Nel frattempo è stata costruita una nuova strada sul versante opposto e la maggior parte della auto non passano più qui.
Carretera de la Muerte
Carretera de la Muerte
Carretera de la Muerte
Carretera de la Muerte
Carretera de la Muerte
Oggi la carretera è diventata un percorso per cuori forti, dove decine di ciclisti come me si lasciano andare ad emozioni senza fine. Non mancano comunque incidenti per gli stessi, spesso sprovveduti e con poco allenamento. Eccezion fatta per qualche problema meccanico (salto di catena e rottura del freno anteriore) fortunatamente è andato tutto liscio.
Giunti al termine ci regaliamo una doccia gelata per riassestarci e un abbondante pranzo a buffet. C’è anche chi sceglie di farsi un tuffo nella piscina esterna al ristorante. Io mangio con Ignacio, un ragazzo spagnolo di Madrid della mia età, in viaggio da solo per 3 mesi, stesso itinerario mio con l’aggiunta dell’Ecuador. Dopo pranzo pausa rilassante su un’amaca con vista sulla piscina e sulla giungla circostante. La zona è ricca di farfalle dai colori più disparati e da fastidiosissime mosche. Alle 16 riprendiamo il pulmino alla volta di La Paz.
Per ricordare la giornata l’agenzia a cui ci siamo appoggiati per quest’avventura ci ha regalati una t-shirt e un cd con foto e video. Cena a base di spaghetti al sugo in un ristorante poco distante l’hotel.
Carretera de la Muerte, nei pressi di Yolosa
Carretera de la Muerte, nei pressi di Yolosa
Carretera de la Muerte, nei pressi di Yolosa
Carretera de la Muerte, nei pressi di Yolosa


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Commenti

  1. Unknown dice

    Aprile 26, 2013 alle 1:27 pm

    sei riuscito a fare un video sulla bici!! tremendo ma con la macchinetta o qualche aggeggio??

    Rispondi
    • Manuel Santoro dice

      Aprile 26, 2013 alle 3:02 pm

      Solitamente in tutte le escursioni qui alla Carretera c'è un addetto che ti segue scattando foto e registrando video nei punti più belli. Un percorso da provare ALMENO una volta nella vita!

      Rispondi
  2. Unknown dice

    Settembre 27, 2013 alle 12:41 pm

    che agenzia consigli per questa escursione?

    Rispondi
    • Manuel Santoro dice

      Settembre 27, 2013 alle 3:30 pm

      Io ho fatto l'escursione con l'agenzia El Solario e mi sono trovato bene. Si trova nei pressi di Calle Sagarnaga nel centro di La Paz.

      Saluti,
      Manuel

      Rispondi
  3. Unknown dice

    Dicembre 10, 2013 alle 6:20 pm

    Ma l' escursione l' hai prenotata sul posto o in anticipo ???

    Rispondi
    • Manuel Santoro dice

      Dicembre 10, 2013 alle 8:59 pm

      Ciao Ezio. L'ho prenotata direttamente sul posto. Nei pressi di Calle Sagarnaga troverai decine di agenzie che propongono l'escursione. Avrai l'imbarazzo della scelta…

      Rispondi
    • Unknown dice

      Dicembre 10, 2013 alle 10:44 pm

      Ok grazie mille !!!

      Rispondi
  4. TheGretaEscape dice

    Aprile 3, 2014 alle 8:17 pm

    Filippo la vuole fare a tutti i costi. Io non sono praticissima di bici (son caduta fin da ferma in città con una Graziella) e ho una fifa boia. Che dici? Son tutti allenati?

    Rispondi
    • Manuel Santoro dice

      Aprile 4, 2014 alle 12:57 pm

      E fa bene a volerla fare! Spettacolare.. L'importante è che presti attenzione, nel mio gruppo c'erano due boliviani che hanno fatto il percorso a passo di bradipo. Ti aspetteranno un po' al massimo! E poi quasi tutti i chilometri sono in discesa… Non ci vuole troppo allenamento

      Rispondi

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📍 Amtoudi 🇲🇦 Nel cuore dell'oasi di Id A 📍 Amtoudi 🇲🇦

Nel cuore dell'oasi di Id Aïssa si trova il villaggio berbero di Amtoudi, dominato da imponenti scogliere. Qui vivono circa 300 famiglie che vivono principalmente di agricoltura. Sulle falesie circostanti sono ben visibili due igoudar (plurale di agadir). Un agadir è un granaio collettivo fortificato, con torri di guardia per monitorare qualsiasi tentativo di intrusione nella valle. La funzione di un agadir era quella di immagazzinare e proteggere le colture del villaggio e anche le sue ricchezze (Guelmim-Oued Noun | Marocco) 🌴

In the heart of the oasis of Id Aïssa is the Berber village of Amtoudi, dominated by imposing cliffs. Around 300 families live here, mainly farming. Two igoudars (plural of agadir) are clearly visible on the surrounding cliffs. An agadir is a fortified collective granary, with watchtowers to monitor any attempted intrusion into the valley. The function of an agadir was to store and protect the village's crops and also its wealth (Guelmim-Oued Noun | Morocco) 🌴

En el corazón del oasis de Id Aïssa se encuentra el pueblo bereber de Amtoudi, dominado por imponentes acantilados. Aquí viven unas 300 familias, principalmente dedicadas a la agricultura. Dos igoudars (plural de agadir) son claramente visibles en los acantilados circundantes. Un agadir es un granero colectivo fortificado, con torres de vigilancia para vigilar cualquier intento de intrusión en el valle. La función de un agadir era almacenar y proteger las cosechas del pueblo y también su riqueza (Guelmim-Oued Noun | Marruecos) 🌴

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📍 Ameln Valley 🇲🇦 Non lontano da Tafraou 📍 Ameln Valley 🇲🇦

Non lontano da Tafraout, nel cuore della Ameln Valley, si staglia il villaggio di Oumesnat. Tra le rovine della città vecchia vi è un grande edificio in terra, sapientemente ristrutturato. Un tempo una casa, oggi è un hotel tradizionale, la Maison Traditionelle. Qui abbiamo dormito, luogo più che raccomandato (Souss Massa | Marocco) 🏘

Not far from Tafraout, in the heart of the Ameln Valley, stands the village of Oumesnat. Among the ruins of the old town is a large earthen building, skilfully restored. Once a house, it is now a traditional hotel, the Maison Traditionelle. Here we slept, a place more than recommended (Souss Massa | Morocco) 🏘

No lejos de Tafraout, en el corazón del valle del Ameln, se alza el pueblo de Oumesnat. Entre las ruinas del casco antiguo hay un gran edificio de tierra, hábilmente restaurado. Antaño una casa, ahora es un hotel tradicional, la Maison Traditionelle. Aquí dormimos, un lugar más que recomendable (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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📍 Ameln Valley 🇲🇦 Il villaggio di Tazoul 📍 Ameln Valley 🇲🇦

Il villaggio di Tazoulte ha un antico cimitero ebraico che può essere di interesse storico. Sebbene la comunità ebraica abbia lasciato la zona alcuni anni fa, gran parte dell'argenteria della regione reca incisi simboli ebraici, in quanto gli ebrei erano tradizionalmente gli argentieri della regione (Souss Massa | Marocco) 🏘

The village of Tazoulte has an ancient Jewish cemetery that may be of historical interest. Although the Jewish community left the area some years ago, much of the silverware in the region is engraved with Jewish symbols, as Jews were traditionally the silversmiths of the region (Souss Massa | Morocco) 🏘

El pueblo de Tazoulte posee un antiguo cementerio judío que puede tener interés histórico. Aunque la comunidad judía abandonó la zona hace algunos años, gran parte de la platería de la región está grabada con símbolos judíos, ya que los judíos eran tradicionalmente los plateros de la región (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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📍 Ameln Valley 🇲🇦

Partendo da Tafraout è possibile visitare numerosi villaggi incastonati nella Ameln Valley. Tagdicht è il più elevato ed anche il più difficile da raggiungere. Vi è una sola strada, stretta, tortuosa, che si inerpica tra le montagne senza alcuna protezione (Souss Massa | Marocco) 🏘

Starting from Tafraout, it is possible to visit numerous villages nestled in the Ameln Valley. Tagdicht is the highest and also the most difficult to reach. There is only one road, narrow, winding, that climbs through the mountains without any protection (Souss Massa | Morocco) 🏘

Partiendo de Tafraout, es posible visitar numerosos pueblos enclavados en el valle del Ameln. Tagdicht es el más alto y también el más difícil de alcanzar. Sólo hay una carretera, estrecha y sinuosa, que sube por las montañas sin ninguna protección (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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