
Ha inizio quella che sarà la prima delle due giornate più stressanti del viaggio. Trasferimento in autobus da El Calafate a San Carlos de Bariloche, attraverso la mitica Ruta 40, 1514 chilometri, di cui la metà su strada sterrata! Giunto al terminal degli autobus di El Calafate, chiedo informazioni e mi dirigono su un autobus. Dopo essermi sistemato un’addetta di Chalten Travel mi avverte, scusandosi, che hanno fatto un errore e l’autobus è quello alla nostra destra con i motori accesi e pronto a partire. Alle 8 siamo in viaggio e dopo due ore circa raggiungiamo località Tres Cruces, in prossimità di El Chalten dove noi passeggeri diretti a Bariloche cambiamo autobus. Io siedo accanto a una donna svizzera di Zurigo, in sud America con il marito per studiare lo spagnolo. Quest’ultimo è ora a Ushuaia e si rincontreranno a Bariloche. Per tutto il tragitto sino all’anonima località di Perito Moreno (da non confondere con l’omonimo ghiacciaio più a sud) il paesaggio è monotono: bassissima vegetazione intervallata da greggi di pecore e qualche sporadico guanaco. La Ruta 40 è un continuo di lavori in corso. Spesso fa la sua comparsa il personaggio di Gauchito Gil, un santo pagano diffusissimo in Argentina, con piccoli santuari a lui dedicati accompagnati da bandiere rosse svolazzanti al vento.
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Da El Calafate a Bariloche |
Decido di non soggiornare all’Hotel Belgrano, l’hotel convenzionato con l’agenzia di viaggio dal quale ho acquistato i biglietti. Il prezzo, 70 ARS per dormire in dormitorio mi sembra esagerato e per questo mi ritrovo con David, un inglese di cinquant’anni di Northampton a cercare una sistemazione. In un’ora di estenuante camminata giriamo molti alloggi, tutti con prezzi molto elevati o al completo chiedendo informazioni qua e là. Un uomo argentino accompagnato dalla famiglia mi chiede da dove provenga e venendo a sapere che sono italiano mi chiede cosa mi abbia spinto a venire nel suo paese. Mi dice inoltre che vivrebbe volentieri in Italia al posto mio seppur confermando che l’Argentina sia uno stato molto bello con climi molto differenti. In un mini camping, il proprietario ci offre ospitalità nel caso non trovassimo niente indicandoci il proprio camion sgangherato. Decidiamo di tornare all’Hotel Belgrano ma ci avvertono che la struttura è al completo. Optiamo infine per l’Hotel Santa Cruz, che inizialmente avevamo scartato perchè non ci era piaciuto l’ambiente. Pareva di essere tornati indietro di qualche decina di anni: il proprietario anziano con giacca in pelle nera anni 60’ serviva una birra ad un uomo in una hall scura con mobilio antiquato e alla nostre domande sui prezzi ci era apparso freddo e distaccato. La camera doppia dal costo non eccessivo, 75 ARS, non è da scartare, piccola ma pulita con bagni all’esterno nella fredda Perito Moreno. Ceno in un pub dalle belle cameriere, il primo locale che ho trovato, con una milanesa (cotoletta) accompagnata da patatine fritte.
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Perito Moreno |
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