Con due giorni a disposizione nella provincia di Trento non potevamo lasciarci scappare la possibilità di fare un trekking sulle Dolomiti. Dopo aver vagliato diverse possibilità la scelta è ricaduta sull’abitato di Pozza di Fassa, nelle vicinanze del quale partono diverse escursioni molto interessanti. L’idea era quella di fare un percorso relativamente facile poi le cattive previsioni del tempo ci hanno indotto a scegliere un itinerario anche di breve durata.
Pozza di Fassa è un delizioso paesino immerso nel verde della Val di Fassa caratterizzato da abitazioni con tipici balconi in legno, aiuole fiorite e dall’inconfondibile odore di strudel appena sfornato. Il centro abitato è all’interno di uno scenario d’eccezione: dominato dall’alta torre campanaria della chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, è adagiato in una conca alluvionale appena sotto le imponenti torri del Vajolet.
Pozza di Fassa |
Ci siamo spinti fin qua perché nei pressi del municipio parte un comodo servizio navetta che dopo aver attraversato l’altro piccolo centro di Pera di Fassa si spinge fino ai 1949 metri del rifugio Gardeccia, punto di partenza del trekking odierno. Durante il tragitto la parete est del massiccio gruppo del Catinaccio è una presenza costante nel paesaggio sebbene alcune nubi veloci ostruiscano momentaneamente la nostra vista. Sono diversi i sentieri che partono dal Gardeccia.
Rifugio Gardeccia |
Quello che imbocchiamo noi, diretto al rifugio Vajolet, appare più come una strada bianca o una carrareccia in costante salita. La breve durata del percorso (circa 50 minuti) e il dislivello non eccessivo (300 metri) fanno si che sia un itinerario adatto a tutti. Superiamo in breve un bosco per addentrarci nella valle del Vajolet, passando appena sotto al granitico blocco del Catinaccio, conosciuto da queste parti con il nome di Rosengarten (giardino delle rose). Una saga altoatesina entrata ormai a far parte della tradizione popolare delle Dolomiti vuole infatti che proprio qui, un tempo, si trovasse il mitico giardino di rose di Re Laurino. Camminiamo ascoltando il gorgoglio di un torrente accanto a noi.
Dal Rifugio Gardeccia al Rifugio Vajolet |
L’ultima parte del sentiero è sicuramente quella più dura e con le pendenze più marcate ma basta osservare il paesaggio per ricompensare tutta la fatica con le torri del Vajolet sullo sfondo e il piccolo rifugio Preuss che si erge su uno sperone sorvolato da gruppi di corvi neri. In tanti hanno scelto come noi di arrivare fin qui. Da lontano osserviamo gruppi di alpinisti muoversi sulle imponenti pareti rocciose che ci circondano.
Dal Rifugio Gardeccia al Rifugio Vajolet |
Nelle vicinanze del Preuss è situata la nostra meta di giornata. il rifugio Vajolet, a quota 2243 metri. Oltre a disporre di 130 posti letto il rifugio offre anche servizio di ristorazione. Ci appostiamo all’esterno dove sono stati allestiti alcuni tavolini. Il pranzo è uno dei momenti più attesi di giornata e il menu non delude affatto: entrecôte di manzo con patate saltate, spezzatino di manzo con funghi ed infine, per concludere, strudel con salsa alla vaniglia e krapfen. Non capita spesso di pranzare con questo paesaggio. Alcune gocce di pioggia cominciano a scendere e noi per non rischiare decidiamo di fare ritorno a Pozza di Fassa.
Rifugio Vajolet |
Rifugio Vajolet. Spezzatino di manzo e funghi |
Rifugio Vajolet. Strudel |
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