Fuori dal centro abitato di Karakorum un fiume si muove sinuosamente su un altopiano mentre noi percorriamo una strada asfaltata piena di buche e voragini. Dopo alcuni giorni caratterizzati da lunghi trasferimenti quella che dovremo affrontare oggi sarà una giornata particolarmente rilassante, con un breve trasferimento e molto tempo libero a nostra disposizione. Prima di arrivare a Tsetserleg, il capoluogo dell’aimag di Arkhangai dove abbiamo in programma di visitare un museo e un monastero, attraversiamo alcuni piccoli centri abitati tra cui Khotont e Tsenkher. Il paesaggio è decisamente cambiato dopo centinaia di chilometri nella monotona steppa mongola ed ora pare di essere finiti in una regione alpina con rigogliosi boschi e pascoli dal verde intenso. Tsetserleg è sicuramente una delle città più grandi incontrate finora ed anche una delle più attraenti, con abitazioni dai colori vivaci e alcuni interessanti monumenti da vedere. Il Museo dell’Aimag di Arkhangai è ospitato all’interno dello Zayain Gegeeni Sum, un complesso di antichi templi e cortili scampati alle distruzioni comuniste del 1937 solo perchè non più utilizzato come monastero. Come nella maggior parte dei siti culturali della Mongolia anche qui per scattare fotografie è necessario pagare un’ulteriore tassa oltre al biglietto d’entrata. Visitando il museo ripercorriamo tutta la storia dell’aimag suddivisa in tre sezioni. In quella principale sono conservati oggetti di vita tradizionale, costumi, armi e perfino una gher mentre gli altri due ambienti sono riservati alle icone religiose e ai personaggi che nel bene e nel male hanno fatto la storia dell’aimag. Al piano superiore, attraverso una scala in legno è possibile accedere ad una zona molto interessante riservata ai giochi da tavolo tradizionali mongoli in cui la nostra guida, Getso, si diletta a sfidare alcuni componenti del nostro gruppo.
Tsetserleg, Museo dell’Aimag di Arkhangai |
Il vicino tempio di Galdan Zuu offre belle vedute panoramiche sulla città e sulle alture rocciose circostanti. Lo raggiungiamo percorrendo una lunga scalinata sulla quale si affaccia una grande statua del Buddha alta circa sette metri. Il tempio è chiuso al pubblico ma vale comunque la pensa salire per farsi un’idea del centro cittadino e dei colorati sobborghi dall’alto.
Tsetserleg, Galdan Zuu |
Tsetserleg, vista dal tempio di Galdan Zuu |
Per uscire da Tsetserleg è necessario pagare un pedaggio. Ci aspettiamo una comoda strada asfaltata ma per alcuni chilometri siamo costretti a seguire una polverosa sterrata che si inerpica tra rigogliosi boschi. L’asfalto comincia non appena il terreno torna a spianare, lì dove fra i pascoli fanno per la prima volta comparsa dall’inizio del nostro viaggio gruppi di yak. L’accampamento che ci ospiterà per la notte, l’Ekh Baigal Ger Camp, è situato nel pressi del centro abitato di Ikh-Tamir e a pochissima distanza da una delle attrazioni turistiche più conosciute della zona, la Taikhar Chuluu. Si tratta di un’isolata formazione rocciosa nel bel mezzo di una pianura attorno alla quale ruotano diverse leggende locali, tra le quali quella di un eroe che avrebbe ucciso un grande serpente per mezzo del masso. L’energia del luogo viene meno con la folta presenza di ragazzi del posto alla ricerca di turisti stranieri per brevi cavalcate a cavallo o in yak. Un’altra cosa negativa sono le troppe scritte moderne sulla roccia che hanno ormai oscurato le antiche iscrizioni in caratteri mongoli e tibetani.
Taikhar Chuluu |
Taikhar Chuluu, iscrizioni in antica lingua mongola |
Taikhar Chuluu, ragazzini locali in attesa di turisti |
Rimane in ogni caso un luogo splendido dove passeggiare osservando i tanti scoiattoli che popolano l’area, soprattutto se ci si allontana dalla roccia per raggiungere il vicino fiume che da queste parti si dirama in più corsi d’acqua. Lungo le sue sponde si estendono prati alberati ideali per un pic-nic. Peccato solo per i troppi rifiuti disseminati qua e là nella vegetazione. Camminando abbiamo la possibilità di conoscere due simpatiche bimbe che vivono con la loro famiglia in una gher non lontana dal nostro accampamento. Attratte dalle nostre fotocamere si avvicinano incuriosite diventando ben presto i soggetti principali per le nostre fotocamere. La serata si conclude in maniera diversa rispetto agli altri giorni. Coinvolti dai nostri autisti e dalla nostra guida ci lasciamo andare ad una partita goliardica a basket sino al calar del sole nello spartano campo da gioco di cui dispone il nostro campo gher.
Camminando nei pressi della Taikhar Chuluu |
Partita a basket all’Ekh Baigal Ger Camp |
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