Per chi non lo sapesse Ubud è il cuore culturale di Bali, il luogo ideale in cui perdersi tra gallerie d’arte di qualità e templi di pregevole fattura. Abbiamo scelto Ubud come punto di partenza per visitare alcuni dei luoghi più belli dell’isola pensando di trascorrere qui ben quattro notti. Nel frattempo ci siamo regalati una giornata di puro relax, scopriremo lentamente la città cercando di viverla in tutte le sue sfaccettature. Iniziare la giornata all’Ojek’s Homestay non ci sembra vero, le ultime sistemazioni si sono rivelate davvero pessime e questa, nonostante il costo esiguo (poco più di cinque euro a persona a notte), sembra essere un’oasi di pace nei pressi del centro.
A primo impatto l’atmosfera che si respira qui a Ubud rispetto alla vicina isola di Giava è completamente differente. La città è invasa da turisti dal target più elevato e l’arteria principale, Jl Raya Ubud, è quasi sempre congestionata dal traffico. Basta allontanarsi un po’ per cominciarla ad apprezzare. Ci incamminiamo lungo Jl Hanoman con l’intento di raggiungere uno dei luoghi più visitati della città, il Sacred Monkey Forest Sanctuary, una riserva la cui attrazione più grande è un folto gruppo di scimmie, nello specifico macachi balinesi dal pelo grigio. Ogni abitazione sembra una piccola opera d’arte con un cortile riccamente decorato e un tempietto. Lasciamo alla nostra sinistra il Pura Padang Kerta e decidiamo di fare una sosta in uno dei tanti cafè della zona con vista sulle risaie.
Ubud, Pura Padang Kerta |
Da qui la riserva non dista molto. Ci mettiamo in coda per pagare il biglietto d’entrata (20.000 Rp intero) e facciamo il nostro ingresso in questo tratto di giungla percorrendo un pulito vialetto. Una famiglia di scimmie ci dà subito il benvenuto e attorno ad esse si va creando subito un capannello di turisti con l’intenzione di scattare decine di fotografie come se fossero le prime ed ultime ad essere avvistate. In realtà in questo tratto di foresta chiamato ufficialmente Mandala Wisata Wanara Wana vivono ben 370 esemplari ed è davvero facilissimo avvistarli, soprattutto nei pressi dei tre templi all’interno del sito.
Ubud, Sacred Monkey Forest Sanctuary |
Il Pura Dalem Agung è quello più importante e ricorda vagamente il set di un film di Indiana Jones. Sono tanti, tantissimi i turisti. C’è anche una giovanissima coppia locale in abiti tradizionali che ha deciso di scattare qui il proprio album in vista delle nozze. I macachi si muovono liberamente alla ricerca di cibo, arachidi o banane acquistabili in appositi chioschi. Ma dove arriva il turismo di massa arrivano anche gli incivili. C’è chi scatta fotografie con il flash direttamente sul volto degli animali, chi cerca di aizzare le povere scimmie con un bastoncino. “Please do not step up on these area” (Per favore non sedersi in quest’area) recita poi un cartello ed eccolo qui un turista appostato proprio sul muro a pochissimi centimetri dal pannello.
Ubud, Sacred Monkey Forest Sanctuary |
Vaghiamo tra i vialetti cercando qualche angolo nascosto prima di uscire e andare alla ricerca di un locale dove pranzare. Ci hanno detto che in Jl Goutama sono presenti ottimi warung e ristorantini dai costi accessibili. Ci ispira Biah Biah. Mai scelta poteva essere più azzeccata. Riusciamo a provare diversi piatti balinesi come il Mie Goreng (noodles fritti con gamberi essiccati) o il Bregedel Kentang (patate fritte con uova e spezie locali) solo per citarne alcuni, tutti straordinariamente deliziosi. Consigliato è dire poco!
Ubud, Biah Biah. Mie Goreng |
Il pomeriggio lo dedichiamo a una rilassante passeggiata immersa nelle risaie appena fuori il centro abitato. La Campuhan Ridge Walk è una passeggiata che si snoda sulle colline attorno al centro, un luogo piacevole, poco turistico oltre che facilmente raggiungibile. Seguiamo Jl Raya Raya Ubud verso ovest. Entriamo velocemente nel Palazzo Reale dove ritorneremo la sera per assistere a uno spettacolo di danza balinese e lasciamo alla nostra destra due templi, il Pura Desa Ubud e il pittoresco Pura Taman Saraswati. La strada continua in leggera discesa fin quando sulla destra incrociamo le indicazioni per il Warwick Ibah Luxury Villas. È proprio nei pressi di questo hotel di lusso che comincia il percorso. Il viottolo supera un ponticello sul fiume e passa proprio accanto a un altro suggestivo tempio, il Pura Gunung Lebah.
Ubud, Palazzzo Reale |
Ubud, Pura Gunung Lebah |
Dopo pranzo il sole batte forte sulla città di Ubud, tuttavia siamo rinfrancati da una vista superba sulle rigogliose risaie circostanti. Il traffico intenso del centro sembra già essere un ricordo. Ogni tanto incontriamo sporadici agglomerati di abitazioni con piccoli chioschi, alcuni cafè e anche qui gallerie d’arte. Il Karsa Cafè è il posto ideale per una sosta rinfrescante con un succo di frutta fresca all’ombra del lussureggiante giardino esterno con fontane e stagni con ninfee e pesci rossi sulle quali poggiano a mo’ di palafitte le aree adibite a ristorazione. Rimaniamo qui fin quando il sole comincia a nascondersi dietro le colline. All’imbrunire la Campuhan Ridge Walk, che abbiamo percorso per un paio di chilometri, si riempie di ragazzi del posto che vengono qui per amoreggiare o fare un po’ di sport (nonostante a volte sembrino vestiti con abiti alquanto pesanti per le temperature di giornata).
Ubud, Campuhan Ridge Walk |
Noi decidiamo di tornare indietro, ci rechiamo nel Palazzo Reale per concludere la giornata e assistere a uno spettacolo di danza balinese, la Legong Dance & Ramayana. Il consiglio è di arrivare qui almeno una mezz’ora prima. Quando entriamo mancano solo venti minuti e dobbiamo accontentarci di sedere per terra ai lati della scena. Il tutto dura circa un’ora e mezza ma il tempo sembra volare. 80.000 Rp (circa sei euro) il prezzo a persona per lo spettacolo che racconta una leggenda, la storia di due fratelli trasformati in scimmia attorno ai quali sviluppa tutta la vicenda. Su un grande tappeto rosso si esibiscono i personaggi in movimenti ritmici e a volte soavi. Accanto, l’orchestra rigorosamente maschile è disposta su due file. Lo spettacolo inizia con una strumentale superbamente sincronizzato nel quale si mescolano xilofoni metallici, pentole, urne e altri strumenti. Si entra quindi nel vivo del racconto con susseguirsi di personaggi che incantano il pubblico con i loro vestiti colorati e i movimenti cadenzati e a tratti ipnotici.
Ubud, Palazzo Reale. Legong Dance & Ramayana |
Lascia un commento