Con il mare di Flores è stato un amore a prima vista. Se un giorno dovessi tornare in Indonesia ripartirei esattamente da qui. Trascorrere alcuni giorni a Kanawa e nel Parco Nazionale di Komodo ci è sembrato come fare una vacanza in paradiso. Labuan Bajo al contrario non può essere considerata una delle città più attraenti, eppure bisogna arrivare qui per organizzare le proprie escursioni nelle isole vicine. Nonostante la maggior parte delle persone si concentri nel visitare l’arcipelago non tutti sanno che anche l’interno offre splendidi luoghi poco turistici visitabili nell’arco di una giornata.
Dopo aver consultato diverse agenzie locali e constatato che i prezzi fossero alti ci siamo accordati con un tassista nel raggiungere la cascata di Cunca Wulang e la grotta Goa Batu Cermin ad un costo totale di 500.000 Rp. (33 euro circa). Appuntamento alle nove in punto dinanzi al nostro hotel, il Gardena Hotel & Bungalows. Mettendoci in viaggio lasciamo subito la città per inerpicarci lungo una strada immersa nella vegetazione. Costeggiamo risaie, abitazioni tradizionali e qualche bufalo intento a pascolare. Nei pressi di un ponte in ricostruzione un uomo deve essere caduto da poco con il suo motorino ed è circondato da un folto gruppo di persone accorse lì per soccorrerlo. Continuiamo a salire fin quando non incontriamo un viottolo sterrato poco segnalato alla nostra sinistra. Lo imbocchiamo e continuiamo a precedere lentamente per circa 4 km. Il fondo stradale è a dir poco dissestato ed in una occasione il nostro autista è anche costretto a scendere per sistemare alcuni assi di legno per coprire una profonda buca.
Warsawe è il villaggio di riferimento per cominciare la nostra passeggiata verso la cascata di Cunca Wulang. Una vecchia chiesa in legno, una biglietteria e una manciata di abitazioni contraddistinguono il piccolo centro abitato. L’ingresso alla principale attrazione della zona costa 55.000 Rp (poco meno di quattro euro) e ad ogni gruppo di visitatori viene affidata una guida locale. La nostra è uomo sulla mezza età, non ricordo il nome. Rigorosamente scalzo procede a passo veloce indicandoci il percorso a gesti in quanto non parla una sola parola d’inglese. Gran parte del tragitto si sviluppa sotto il sole cocente. Per un’ora scendiamo percorrendo una strada in costruzione e lungo un sentiero immerso in una fittissima vegetazione fin quando arriviamo nei pressi di un corso d’acqua.
Warsawe |
Qui il torrente ha scavato un canyon che diventa più profondo man mano che ci avviciniamo alla cascata. In un punto ben preciso alcuni ragazzi si gettano da un’altezza di circa sette metri per poi risalire da un costone roccioso. Ci invitano a buttarci ma ringraziamo ed andiamo avanti. Saliamo più in alto per osservare da angolazioni diverse l’impetuoso salto della cascata e dopo averla aggirata riprendiamo il sentiero immerso solo inizialmente nel bosco. Grondando sudore, procediamo a passo lento cercando di sfruttare ogni zona d’ombra possibile. È la giornata più calda di tutto il nostro viaggio in terra indonesiana.
Cunca Wulang |
Tornati nel villaggio la nostra guida ci invita a fermarci sull’uscio di casa sua. Mentre aspettiamo lo vediamo prendere una scala, sistemarla nei pressi di un albero e far cadere alcuni frutti con un bastone. Insieme a sua moglie provvede a offrirceli uniti a del sale. Non conosco il nome di questi frutti, sembrano mele ma il gusto è totalmente differente: aspri, allappanti e in grado di addormentare il palato per alcuni secondi. Accettiamo ugualmente volentieri e facciamo anche il bis. Warsawe è un piccolo centro abitato in cui fortunatamente il turismo di massa non è ancora arrivato. La gente ti saluta, i bambini vogliono giocare a calcio con noi e soprattutto le persone sorridono, ovvero tutto quello che vado cercando solitamente in una destinazione.
Warsawe |
In auto ci dirigiamo nuovamente verso Labuan Bajo. Su un albero riusciamo a scorgere alcune scimmie osservarci indispettite prima di fermarci per scattare alcune foto in un punto panoramico sulla vallata sottostante. La grotta Goa Batu Cermin si trova proprio alle porte della città. È la nostra ultima tappa. Paghiamo l’ingresso di 30.000 Rp a testa e siamo accompagnati proprio dal direttore del sito. Oltre a noi non ci sono altri visitatori se non alcune scolaresche di passaggio lungo il viale che porta all’entrata. In alcuni punti siamo costretti ad indossare un casco di protezione. Con le luci delle torce osserviamo stallatiti, stalagmiti, coralli, cristalli e perfino i fossili di pesci e tartarughe, segno che questo posto milioni di anni fa era sommerso. Ci sono anche piccoli pipistrelli.
Labuan Bajo, Goa Batu Cermin |
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