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Mongolia. Dormire in un campo gher per turisti

Dicembre 9, 2015 · Manuel Santoro · 2 commenti

Goviin Naran Ger Camp
Una delle situazioni più belle che possa capitare durante un viaggio in Mongolia è quella di trascorrere una notte in una gher di una famiglia nomade. Viaggiare in autonomia in Mongolia però non è una cosa da tutti. La mancanza di validi collegamenti pubblici e l’assenza di una sviluppata rete viaria fanno si che la maggior parte dei turisti si appoggi ad un tour organizzato per visitare il Paese. Per i pernottamenti durante le varie tappe fuori dalla capitale Ulan Bator le agenzie si appoggiano quasi esclusivamente ad accampamenti gher per turisti. L’esperienza non sarà come quella di pernottare in compagnia di una famiglia locale ma alloggiare in queste strutture diventa l’occasione giusta per scoprire il piacere dell’essenziale ed avvicinarsi a uno stile di vita semplice e prossimo a quello delle popolazioni nomadi della steppa.
Durante il mio ultimo viaggio in Mongolia ho trascorso diverse notti in queste abitazioni tradizionali, ecco quindi l’idea di descrivervi i campi gher per turisti offrendo qualche prezioso consiglio per l’organizzazione di un viaggio nella terra di Gengis Khan.
Le gher
Di forma circolare, bianche e dall’altezza limitata per non essere esposte troppo al vento, le gher possono ospitare normalmente fino a un massimo di quattro persone. Sono strutture versatili e funzionali con un’intelaiatura di legno pieghevole e una copertura di tela per gli strati più interni ed esterni. Il feltro è utilizzato invece per isolare. In genere gli arredi sono molto simili tra loro con letti addossati alle pareti ed una stufa a legna centrale che è possibile accendere su richiesta nei momenti più freddi. La temperatura in questo caso sale velocemente per scendere in maniera altrettanto veloce una volta spenta. Sul soffitto, in corrispondenza della stufa vi è un buco per far filtrare la luce e dal quale esce il fumo per mezzo di un condotto. È inoltre possibile aprire parzialmente il tetto per arieggiare l’ambiente.
Khan Bogd Tourist Camp, nei pressi dello Yolyn Am Canyon
Khan Bogd Tourist Camp, nei pressi dello Yolyn Am Canyon
Secret of Ongii Ger Camp, nei pressi dei monasteri di Ongiin Khiid
Secret of Ongii Ger Camp, nei pressi dei monasteri di Ongiin Khiid
I letti sono generalmente puliti, confortevoli e dotati di coperte. I cuscini invece sono spesso scomodi e duri perchè riempiti di semi. Il mobilio include solitamente anche un tavolo e alcune piccole sedie. Anche nelle gher per turisti è necessario un minimo spirito di adattamento. Gli accampamenti si trovano sempre nel bel mezzo della natura e può capitare, soprattutto durante la notte, che entrino insetti innocui o altri piccoli animali. Mi è capitato ad esempio di svegliarmi una notte con un simpatico topolino che rovistare in una busta mentre in pieno giorno uno scoiattolo ha provato a mangiare un pacchetto di carta igienica umidificata che avevo poggiato sul letto.
Ekh Baigal Ger Camp, nei pressi della Taikhar Rock
Ekh Baigal Ger Camp, nei pressi della Taikhar Rock
Un campo gher di categoria superiore. Il Goviin Naran Ger Camp, nei pressi di Bayanzag
Un campo gher di categoria superiore. Il Goviin Naran Ger Camp, nei pressi di Bayanzag
In ogni gher vi è sempre una presa (di tipologia standard europea) per ricaricare cellulari e laptop ma essendo solo una il consiglio è di portare una ciabatta o un adattatore multipresa). Sono frequenti interruzioni di corrente. È sempre utile avere con sè una torcia, soprattutto per le ore notturne. Nel caso si abbia necessità è possibile usufruire dell’elettricità delle sale ristorante. Scordatevi il wi-fi. In sedici giorni di viaggio, eccezion fatta per la capitale Ulan Bator, ho trovato una connessione disponibile (lentissima) solamente in un’area comune di un campo nella città di Karakorum.
Gobiin Anar Ger Camp, nei pressi delle Khongoriin Els
Gobiin Anar Ger Camp, nei pressi delle Khongoriin Els
Secret of Ongii Ger Camp, nei pressi dei monasteri di Ongiin Khiid
Maikhan Tolgoi Ger Camp, nei pressi del lago Terkhiin Tsagaan Nuur
Maikhan Tolgoi Ger Camp, nei pressi del lago Terkhiin Tsagaan Nuur
Maikhan Tolgoi Ger Camp, nei pressi del lago Terkhiin Tsagaan Nuur
I bagni
Gli accampamenti sono strutturati sempre allo stesso modo: una zona riservata alle gher, un’area ristorante e un’altra riservata ai bagni che quasi sempre sono in comune con docce (non sempre l’acqua è calda), lavandini e a volte una piccola lavanderia. Non mancano comunque strutture con standard più elevati che dispongono di servizi igienici direttamente all’interno delle gher. Un set di asciugamani è sempre a disposizione degli ospiti ma potrebbe essere utile avere con sé un asciugamano in microfibra. Quanto alla carta igienica, quella mongola non è assolutamente comparabile con quella italiana poichè molto più ruvida e dura. Un’ottima idea è quella di mettere in valigia prima di partire almeno un rotolo di carta igienica oltre a delle salviette umidificate.
Servizi igienici al Maikhan Tolgoi Ger Camp, nei pressi del lago Terkhiin Tsagaan Nuur
Servizi igienici al Maikhan Tolgoi Ger Camp, nei pressi del lago Terkhiin Tsagaan Nuur
Servizi igienici al Maikhan Tolgoi Ger Camp, nei pressi del lago Terkhiin Tsagaan Nuur
Goviin Naran Ger Camp. Il bagno all'interno della gher
Goviin Naran Ger Camp. Il bagno all’interno della gher
Il cibo
I pasti vengono consumati in aree separate adibite a bar-ristorante, raramente dotate di TV satellitare. L’aggettivo che più si addice alla cucina dei campi gher per turisti è “monotona“. Gli ingredienti sono pochi, in genere carne, patate, riso, carote e cetrioli. Nonostante le strutture si sforzino a combinarli con un pizzico di fantasia in genere si finisce per rimpiangere la cucina italiana (lo so, siamo abituati troppo bene in Italia). Le portate prevedono solitamente una zuppa, un’insalata e un piatto principale dove la carne è onnipresente. Solo in un’occasione, nelle vicinanze del lago Ögii nuur mi è capitato di mangiare pesce. Può capitare così di trovare spezzatino di manzo, polpette, pollo e a volte huushuur (ravioli fritti ripieni di carne mista) accanto a patate (fritte o purè) e riso o insalata.
Un pasto tipico all'interno di un campo gher per turisti
Un pasto tipico all'interno di un campo gher per turisti
Un pasto tipico all'interno di un campo gher per turisti
Un pasto tipico all’interno di un campo gher per turisti
In anticipo è possibile richiedere anche piatti vegetariani. Per i vegani la questione è più complessa. In Mongolia non è ancora chiara la distinzione tra vegetariani e vegani. Il consiglio è di premunirsi con del cibo in scatola, acquistabile a Ulan Bator o nei minimarket dei centri abitati incontrati lungo il percorso. Le colazioni sono invece molto simili agli standard europei. Più o meno abbondanti possono comprendere biscotti, pancarrè, marmellata, burro, frutta oltre a wurstel, pancetta, uova e insalate.
Un'abbondante colazione all'interno di un campo gher per turisti
Un’abbondante colazione all’interno di un campo gher per turisti
Per ulteriori informazioni:
www.viaggigiovani.it/viaggi/mongolia

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Commenti

  1. ViaggiareSapiens dice

    Ottobre 22, 2016 alle 4:34 pm

    Un'esperienza davvero unica… difficile da spiegare a parole… bisogna viverla! 🙂

    Rispondi
    • Manuel Santoro dice

      Ottobre 24, 2016 alle 12:28 pm

      Assolutamente! E consiglio a tutti di viverla!

      Rispondi

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Chi è Manuel Santoro

Blogger, tour leader e digital creator.
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📍 Amtoudi 🇲🇦 Nel cuore dell'oasi di Id A 📍 Amtoudi 🇲🇦

Nel cuore dell'oasi di Id Aïssa si trova il villaggio berbero di Amtoudi, dominato da imponenti scogliere. Qui vivono circa 300 famiglie che vivono principalmente di agricoltura. Sulle falesie circostanti sono ben visibili due igoudar (plurale di agadir). Un agadir è un granaio collettivo fortificato, con torri di guardia per monitorare qualsiasi tentativo di intrusione nella valle. La funzione di un agadir era quella di immagazzinare e proteggere le colture del villaggio e anche le sue ricchezze (Guelmim-Oued Noun | Marocco) 🌴

In the heart of the oasis of Id Aïssa is the Berber village of Amtoudi, dominated by imposing cliffs. Around 300 families live here, mainly farming. Two igoudars (plural of agadir) are clearly visible on the surrounding cliffs. An agadir is a fortified collective granary, with watchtowers to monitor any attempted intrusion into the valley. The function of an agadir was to store and protect the village's crops and also its wealth (Guelmim-Oued Noun | Morocco) 🌴

En el corazón del oasis de Id Aïssa se encuentra el pueblo bereber de Amtoudi, dominado por imponentes acantilados. Aquí viven unas 300 familias, principalmente dedicadas a la agricultura. Dos igoudars (plural de agadir) son claramente visibles en los acantilados circundantes. Un agadir es un granero colectivo fortificado, con torres de vigilancia para vigilar cualquier intento de intrusión en el valle. La función de un agadir era almacenar y proteger las cosechas del pueblo y también su riqueza (Guelmim-Oued Noun | Marruecos) 🌴

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📍 Ameln Valley 🇲🇦 Non lontano da Tafraou 📍 Ameln Valley 🇲🇦

Non lontano da Tafraout, nel cuore della Ameln Valley, si staglia il villaggio di Oumesnat. Tra le rovine della città vecchia vi è un grande edificio in terra, sapientemente ristrutturato. Un tempo una casa, oggi è un hotel tradizionale, la Maison Traditionelle. Qui abbiamo dormito, luogo più che raccomandato (Souss Massa | Marocco) 🏘

Not far from Tafraout, in the heart of the Ameln Valley, stands the village of Oumesnat. Among the ruins of the old town is a large earthen building, skilfully restored. Once a house, it is now a traditional hotel, the Maison Traditionelle. Here we slept, a place more than recommended (Souss Massa | Morocco) 🏘

No lejos de Tafraout, en el corazón del valle del Ameln, se alza el pueblo de Oumesnat. Entre las ruinas del casco antiguo hay un gran edificio de tierra, hábilmente restaurado. Antaño una casa, ahora es un hotel tradicional, la Maison Traditionelle. Aquí dormimos, un lugar más que recomendable (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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📍 Ameln Valley 🇲🇦 Il villaggio di Tazoul 📍 Ameln Valley 🇲🇦

Il villaggio di Tazoulte ha un antico cimitero ebraico che può essere di interesse storico. Sebbene la comunità ebraica abbia lasciato la zona alcuni anni fa, gran parte dell'argenteria della regione reca incisi simboli ebraici, in quanto gli ebrei erano tradizionalmente gli argentieri della regione (Souss Massa | Marocco) 🏘

The village of Tazoulte has an ancient Jewish cemetery that may be of historical interest. Although the Jewish community left the area some years ago, much of the silverware in the region is engraved with Jewish symbols, as Jews were traditionally the silversmiths of the region (Souss Massa | Morocco) 🏘

El pueblo de Tazoulte posee un antiguo cementerio judío que puede tener interés histórico. Aunque la comunidad judía abandonó la zona hace algunos años, gran parte de la platería de la región está grabada con símbolos judíos, ya que los judíos eran tradicionalmente los plateros de la región (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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📍 Ameln Valley 🇲🇦

Partendo da Tafraout è possibile visitare numerosi villaggi incastonati nella Ameln Valley. Tagdicht è il più elevato ed anche il più difficile da raggiungere. Vi è una sola strada, stretta, tortuosa, che si inerpica tra le montagne senza alcuna protezione (Souss Massa | Marocco) 🏘

Starting from Tafraout, it is possible to visit numerous villages nestled in the Ameln Valley. Tagdicht is the highest and also the most difficult to reach. There is only one road, narrow, winding, that climbs through the mountains without any protection (Souss Massa | Morocco) 🏘

Partiendo de Tafraout, es posible visitar numerosos pueblos enclavados en el valle del Ameln. Tagdicht es el más alto y también el más difícil de alcanzar. Sólo hay una carretera, estrecha y sinuosa, que sube por las montañas sin ninguna protección (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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