Recentemente ho trascorso le festività del nuovo anno nella città di Torino. Il clima freddo e il tempo, non certo uno dei migliori, mi hanno spinto a visitare soprattutto luoghi al chiuso. Per una volta ho abbandonato il mio stereotipo di viaggiatore ecoturista per dedicare un lungo weekend a palazzi, musei e gallerie d’arte. Ho avuto l’imbarazzo della scelta nello scegliere quali posti visitare. Basti pensare che a Torino e dintorni sono aperti al pubblico oltre cinquanta tra beni culturali, castelli e spazi espositivi che in questo ambito fanno del capoluogo del Piemonte uno dei principali centri a livello internazionale.
Tra questi ce n’è uno che tutto il mondo può invidiare. Sto parlando del Museo Egizio, il più antico museo egizio al mondo, secondo per importanza solamente a quello del Cairo.
Prima dell’apertura avvenuta nel 1824 fu un piemontese, Bernardino Drovetti, console generale di Francia durante l’occupazione dell’Egitto a collezionare oltre 8.000 reperti. Fu poi il re Carlo Felice a decidere la fondazione unendo la collezione di un un egittologo padovano, Vitaliano Donati, e i reperti antichi di Casa Savoia acquisiti dallo stesso Drovetti. Ora al suo interno è custodita una lunga serie di collezioni che si sono sovrapposte nei secoli a cui si devono aggiungere i ritrovamenti effettuati negli scavi della Missione Archeologica Italiana tra il 1900 e il 1935. A quel tempo valeva il criterio secondo cui i reperti erano suddivisi tra l’Egitto e le Missioni Archeologiche. Oggi non sarebbe possibile.
Soprattutto durante le festività il museo è particolarmente affollato. Il consiglio che posso dare, al fine di evitare una lunga coda all’esterno, è quello di prenotare l’accesso direttamente su internet qualche giorno prima. Qui i posti sono limitati e nel caso in cui sul web siano esauriti vi suggerisco di recarvi al museo almeno una mezz’ora prima dell’apertura al pubblico. Così facendo ho atteso solamente una trentina di minuti. Sarebbe bastato venire leggermente più tardi per incontrare una fila decisamente più lunga.
Presentandomi al museo, in via delle Accademie 6, ho pagato il biglietto intero 13 euro. Se avessi prenotato su internet il costo, incluso di diritti di prevendita, sarebbe stato di 15 euro.
Ad ogni visitatore viene consegnato come titolo di ingresso un braccialetto graficamente personalizzato che grazie ad una tecnologia specifica permette di monitorare in tempo reale i flussi e la permanenza del pubblico nelle varie sale. Oltre al braccialetto viene fornita anche una video guida in grado di facilitare la visita nel museo attraverso spiegazioni ed immagini.
Ho impiegato un’intera mattinata nel visitare tutto il museo che si sviluppa su ben quattro piani e ripercorre tutta la storia della cultura egizia attraverso un susseguirsi di monili, sarcofaghi, mummie, papiri e statue. Da poco tempo poi il museo si è rinnovato con un allestimento tutto nuovo. Tra i reperti più importanti il Telo di lino databile al periodo predinastico, la tomba intatta di Kha e Merit risalente al 2400 a.C. e il Canone Reale, un documento storico nel quale è elencata la successione dei sovrani egizi dalla fondazione alla XVII Dinastia Nuovo Regno. Tantissime le statue, basta citare quelle delle dee Iside e Sekhmet e quella di Ramesse II scoperte nel tempio della dea Mut a Karnak da Vitaliano Donati o altre monumentali che ritraggono faraoni e divinità come Ptah, Hathor e Amon.
Per ulteriori informazioni:
Roberto dice
Molto interessante ci sono stato praticamente qualche anno fa ed è davvero molto affascinante. grazie per le tue bellissime foto.
Manuel Santoro dice
E pensare che ora è stato ingrandito. Grazie mille Roberto