Se come me pensate di organizzare il vostro viaggio nella città di Matera il mio consiglio è quello di inserire nel vostro programma di viaggio almeno un paio di giorni per conoscere i dintorni. Partendo da Matera è possibile infatti fare diverse escursioni interessanti, in Basilicata o anche nella vicina Puglia. Ad esempio, nell’arco di una giornata sarà possibile visitare Craco, un paese abbandonato negli anni sessanta per una frana e spesso riconvertito a set per film internazionali, e la bianca Pisticci. Proprio di Pisticci vi parlerò in questo post.
“Conquistati dall’ordinata bellezza del posto, dalle case tutte uguali […] entro le quali tutto era assolutamente essenziale: lo spazio, gli arredi, le relazioni culturali, affettive e sociali che vi si svolgevano. Ogni casa costituiva un microcosmo che si specchiava in un altro, in tutto e per tutto simile al prima“.
Così Teresa Megale parla di Pisticci all’interno della sua pubblicazione “Alla ricerca di Rocco e i suoi fratelli: la Basilicata di Luchino Visconti”. Ho voluto citarla in quanto in poche righe è riuscita a descrivere al meglio questo centro adagiato su una collina nel cuore del Metapontino. Ho trascorso poche ore a Pisticci e a colpirmi è stata proprio l'”ordinata bellezza” del luogo. In particolare il Rione Dirupo con le sue candide abitazioni dai tetti rossi tutte allineate su lunghe file offre uno spaccato composto di quella che è la particolarità urbanistica della città, conosciuta come “città bianca”.
Arrivando in auto ho parcheggiato nei pressi del municipio, il cinquecentesco Palazzo Giannantonio, e da lì mi sono incamminato a piedi verso il rione Terravecchia percorrendo dapprima Piazza Umberto I con la chiesa di Sant’Antonio e poi corso Margherita. Sono proprio i rioni (ben 16), insieme a palazzi storici e torri difensive, a regalare gli scorci più belli della città.
Pisticci, corso Margherita |
Piazza Plebiscito conduce al rione Terravecchia, il più antico della città. Qui si possono ammirare il castello di epoca normanna, di cui ad oggi rimane solamente la torre quadrata, l’antica porta di accesso al paese e la romanica Chiesa Madre. Tra i gli edifici gentilizi è invece da citare Palazzo De Franchi, realizzato in stile rinascimentale. Il piazzale dinanzi alla Chiesa Madre offre una delle vedute panoramiche più belle di Pisticci, con il sottostante Rione Dirupo e, in lontananza, il brullo e caratteristico paesaggio dei “calanchi lucani”. Tutte uguali, bianche e con tetto a spiovente le “casedde” del Rione Dirupo rappresentano uno spettacolo da immortalare. Questo rione è un po’ il simbolo della rinascita, sorto dopo una nefasta frana che nel 1688 ha cancellato i rioni Casalnuovo e Purgatorio. Fu proprio nella stessa area che la popolazione, rifiutata l’ipotesi che l’abitato venisse spostato più a valle, si riadoperò per la ricostruzione. L’area attorno al centro abitato sembra essere un museo geologico all’aperto con queste particolari formazioni argillose scolpite dagli agenti atmosferici nel corso dei secoli ed offre la possibilità agli amanti dell’outdoor, di percorrere interessanti sentieri immersi in scenari a dir poco suggestivi.
Pisticci, piazza Plebiscito |
Pisticci, rione Terravecchia |
Pisticci, rione Dirupo |
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