Alcuni anni fa, durante il mio primo viaggio in Bolivia mi era capitato di vedere alcune foto del vulcano Sajama innevato. Fu colpo di fulmine. Un amore a prima vista che mi ha accompagnato per lungo tempo, ripetendo costantemente: “un giorno dovrò visitare questo posto”. E così è stato. Che dire… Il mio sesto senso aveva indovinato, il Parco Nazionale Sajama ha saputo conquistare immediatamente un pezzettino del mio cuore e ad oggi non ho difficoltà a considerare quest’area protetta ai confini con il Cile uno dei luoghi più belli che abbia mai visitato.
Nemmeno nei migliori dipinti, tra vette scintillanti qui si estendono altopiani incontaminati, abitati da lama, alpaca e vigogne. Mancanza di informazioni dettagliate pubblicizzato, difficoltà negli spostamenti, clima rigido, poche possibilità di pernottamento, sinceramente non conosco i motivi esatti che tendono spesso ad escludere questo posto magico dalle principali rotte dei viaggiatori nel Paese. Forse è proprio tutto ciò a rendere il Parco Nazionale Sajama un luogo così speciale. Non potrò mai dimenticare la sensazione provata in solitudine dinanzi ad un tale spettacolo della natura.
Ho trascorso qui due notti e senza minima esitazione posso dire di aver trascorso alcuni dei momenti più bello del mio progetto “#GreenRoutes. Il giro del mondo dei Parchi Nazionali“. Tornerò un giorno, è una promessa.
Tramonto nel villaggio di Sajama |
Contenuti del post
Come arrivare al Parco Nazionale Sajama
L’unico mezzo diretto al Parque Nacional Sajama, un micro (pulmino), parte dalla cittadina di Patacamaya alle ore 13. Patacamaya è facilmente raggiungibile partendo sia La Paz che da Oruro. Io sono partito da quest’ultima utilizzando uno dei combis in partenza dal Terminal Antigua, da non confondere con i nuovi terminal, ad est ed ovest della città. Non ci sono orari precisi di partenza in quanto i combis escono una volta completi. Il viaggio da Oruro a Patacamaya dura circa un’ora e mezza mentre da Patacamaya al Parco Nazionale Sajama, con il villaggio di Sajama come riferimento, s’impiega circa 4 ore o più se come nel mio caso capita di incontrare imprevisti lungo il percorso. Prima due incidenti, con un tir ed un auto usciti di strada, poi improvvise tormente di acqua e grandine che hanno imbiancato il paesaggio e costretto l’autista a fermarsi per coprire i bagagli posti sul tetto. L’accesso al parco avviene attraverso una strada sterrata che conduce dopo pochi chilometri alla sede del Parco. Qui bisogna registrarsi e pagare un biglietto, il cui prezzo varia se il turista è nazionale o straniero. Per il tragitto inverso, da Sajama a Patacamaya, l’unico mezzo parte dalla piazza del villaggio alle ore 5:30 del mattino. A quell’ora il freddo è davvero pungente ed è ancora notte fonda. Portatevi una torcia con voi.
Tormenta lungo il percorso da Patacamaya al Parco Nazionale Sajama |
Patacamaya
Sono arrivato a Patacamaya con oltre due ore d’anticipo rispetto alla partenza del micro diretto al Parco Nazionale. Patacamaya non ha molto da offrire al viaggiatore di passaggio. Il centro abitato si estende lungo due arterie particolarmente trafficate nelle quali si concentrano le principali attività commerciali. Ci sono bancarelle, negozi, qualche spartano ristorante e perfino qualche bancomat. Le strade secondarie sono sterrate e polverose. Ho trascorso del tempo assistendo all’esterno della chiesa cattolica della cittadina ad un matrimonio locale, allietato da una banda tradizionale nei pressi della piazza principale, Plaza Eduardo Avaroa.
Matrimonio a Patacamaya |
Cosa vedere al Parco Nazionale Sajama
Il villaggio di Sajama
Sajama è un minuscolo villaggio nel cuore di un vasto altipiano circondato da imponenti montagne parte delle Ande occidentali con il maestoso Nevado Sajama alto 6.542 m a rappresentare la vetta più alta della Bolivia, e i vulcani Parinacota e Pomerapi a rubare la scena. Le strade di Sajama sono tutte sterrate, così come la piazza principale. Poche famiglie vivono ancora qui e molti degli edifici, incluso il municipio, sembrano abbandonati. La struttura più bella di Sajama è senza dubbio la sua chiesa in adobe. Gli interni sono chiusi al pubblico ma è possibile salire sul campanile attraverso uno strettissimo passaggio. Fuori dal centro abitato si estendono vastissimi prati solcati da torrenti punteggiati da lama e alpaca.
Nei pressi del villaggio di Sajama |
I mezzi pubblici sono quasi assenti ma con un po’ di fortuna è possibile incontrare alcuni minibus che fanno la spola tra i paesini del Parco, senza orari prestabiliti. Ci sono un paio di ristoranti, spesso chiusi, e un piccolo alimentari. Dal villaggio di Sajama un tracciato conduce all’inizio del sentiero per il Monte Cielo, un collina facilmente riconoscibile per la sua forma quasi piramidale e dalla vegetazione più rigogliosa dalla quale ammirare il paesaggio sulle cime circostanti. Da sinistra a destra le vette che si aprono sul panorama sono le seguenti: Uqi Uqini, K’isi K’isini, Volcán Parinacota, Volcán Pomarapi, Paq’u Q’awa, Kunturiri e Jisk’a Kunturiri. Le giornate a Sajama sono tiepide ma il meteo è davvero ballerino, si può passare dal sole alla neve in pochi minuti. Le notti sono invece gelide. A memoria non ricordo di aver sentito così freddo.
La chiesa in adobe nel villaggio di Sajama |
Geysers
A circa 7 km ad ovest del villaggio (un’ora e mezza a piedi) si trova un interessante campo di geysers. L’idea era di raggiungerlo a piedi ma dato il tempo incerto e il passaggio di un combi ho optato per salire sul mezzo. Qui, lungo i pendii delle colline, alcune pozze d’acqua ribollono e sputano getti verso l’alto. L’acqua è talmente bollente che è possibile cucinare uova soda all’interno. Attorno ai geysers torrenti d’acqua calda sono utilizzati dai locali per rilassarsi e lavare i propri indumenti. Nelle vicinanze un sentiero indicato conduce in pochissimi minuti ad un punto panoramico della zona.
Parco Nazionale Sajama, geysers |
Acque termali
A causa del maltempo non ho raggiunto le deliziose sorgenti termali che rappresentano una delle attrattive principali di tutto il Parco. Si trovano nord-ovest del villaggio di Sajama e sono ideali per un bagno caldo e rilassante.
Vulcano Sajama
Ai piedi del vulcano Sajama si estende la foresta più alta del mondo, composta da alberi di queñua. Contattando l’ostello ed agenzie locali di Oruro e La Paz è possibile organizzare l’ascesa al vulcano. La salita è relativamente facile ma l’altitudine, il ghiaccio ed il meteo variabile aumentano le difficoltà. Una curiosità: in cima al vulcano Sajama, nel 2001, si è giocata la partita di calcio più alta al mondo.
Il villaggio di Sajama e, alle spalle, il vulcano Sajama |
Nei dintorni del Parco Nazionale Sajama
Curahuara de Carangas
Questo villaggio a due ore e mezzo da Patacamaya ospita un’incantevole chiesa conosciuta come la “Cappella Sistina dell’Altiplano“. Probabilmente è un titolo un po’ pretenzioso però tutti mi hanno parlato benissimo di questo edificio in adobe che contiene affreschi del XVI secolo con temi e scene bibliche in stile indigeno. Non ho visitato personalmente la chiesa ma rappresenta uno dei tanti motivi per tornare da queste parti.
Dove dormire al Parco Nazionale Sajama
Ho trascorso le notti nel Parco Nazionale Sajama presso l’Hostal Sajama, caratterizzato da belle camere dislocate in caratteristici bungalows di adobe con bagno privato. Peccato fosse quasi impossibile lavarsi dato il freddo nella stanza. Sarebbe stato utile avere almeno una stufetta a riscaldare l’ambiente, oltre alle tante e pesanti coperte per la notte. I pasti vengono consumati all’interno di un’altra struttura, un’area comune che vede la presenza anche di wi-fi, seppur lento. La colazione prevede frutta, pane, burro, marmellata e tè caldo. I pasti principali sono invece semplici e non troppo abbondanti. Solitamente una zuppa accompagnata da un secondo. Su richiesta è possibile organizzare escursioni.
Hostal Sajama |
Altre foto
Oruro, Terminal Antigua |
Patacamaya |
Parco Nazionale Sajama |
Ettore Olivieri dice
Conosco davvero poco della Bolivia, questo articolo mi ha interessato molto proprio perchè racconti di posti che solitamente non vengono citati nelle classiche rotte turistiche
Manuel Santoro dice
A mio avviso uno dei posti più belli della Bolivia! De vedere ed ammirare in tutto il suo splendore!
Gio dice
Ciao,
visitato arrivando da Putre (altro magnifico posto) dal Cile, anche se l’esperienza alla frontiera non è stata il massimo (uno rimpiange al volo le frontiere fra i paesi europei).
Hai ragione, è uno dei posti che merita di essere visto nella vita…anzi, direi la Bolivia tutta. La foto della chiesa con dietro la montagna innevata è stata a lungo il mio screensaver sul telefono.
Per chi avesse intenzione di andarci, consiglio anche la (relativamente) vicina riserva nazionale di Fauna Andina E. Avarroa con tutta la sua serie di laghi colorati
Daniele dice
Bellissimo….non conoscevo questo posto…chissà quando potrò ritornare in Bolivia per un ennesimo viaggio.
Cmq sono stato in Bolivia due volte. Ho visitato La Paz, Tarija e Santa Cruz.
La seconda volta ho visitato Salar de Uyuni un deserto di sale. Fantastico. Sono partito da Tarija passando per Potosi affittando un Jeep…circa 8 ore di strada tra paesaggi incantevoli. Il paesino di Uyuni bellissimo e nei ristoranti si mangia bene, buoni anche gli alloggi per dormire. Da vedere.
Manuel Santoro dice
Ciao Daniele. Mi auguro che tu possa tornare presto in Bolivia. Il Parco Nazionale Sajama è un gioiello poco battuto dal turismo di massa. Ti sorprenderà. Spero di andare anche io appena sarà possibile. In Bolivia anche io sono stato due volte, a partire da Uyuni che ho visitato nel 2011. Saluti, Manuel