La Maiella, si sa, è ricca di testimonianze del passato, a partire dagli eremi celestiniani. Probabilmente quello che tutti considerano l’eremo per eccellenza è San Giovanni all’Orfento, meta già raggiunta in passato ma sempre partendo da Decontra di Caramanico.
Questa volta ho pensato ad un percorso alternativo, direttamente dai prati della Maielletta. Sono sincero, l’idea iniziale era raggiungere il bivacco Fusco dal rifugio Pomilio ma il forte vento e la pessima visibilità in quota mi hanno spinto a cambiare i piani all’ultimo momento. Con il senno di poi aggiungerei: niente male come programma alternativo.
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Il sentiero per l’eremo di San Giovanni all’Orfento
Da Fonte Tettone (punto in cui ho avuto un po’ di difficoltà a trovare l’inizio del sentiero) mi sono incamminato verso il rifugio Di Marco facendomi inizialmente spazio in un gregge di pecore simbolo dell'”abruzzesità”.
Già da qui il panorama è imperdibile, affacciato sul mare e sulle altre montagne abruzzesi. Sarà una costante per tutto il percorso. Mettici poi falchi che volteggiano in aria, farfalle e fiori multicolori e tutto diventa ancor più straordinario.
Mi sono affacciato quindi dalle Balconate di Santa Maria, uno dei punti panoramici più belli d’Abruzzo (potrebbe essere poco indicato a chi teme le altezze) per poi tornare a Pianagrande. Qui è un punto ideale per una sosta o per consumare il proprio pranzo al sacco. Fin qui l’itinerario segue un sentiero dal fondo battuto e spesso irregolare senza particolari difficoltà o pendenze.
Dal bivio per l’Eremo di San Giovanni, il sentiero cambia e qui le pendenze aumentano. La camminata si svolge su un tracciato di terra e massi, spesso coperto da foglie secche e a tratti scivolose che nascondono eventuali buchi nel terreno. Per un breve tratto ripido bisogna fare attenzione a non scivolare. L’Eremo di San Giovanni all’Orfento, un sito ancora intriso di spiritualità fu il luogo prediletto da Pietro da Morrone, l’eremita conosciuto nel XIII secolo come Celestino V, il Papa del Gran Rifiuto.
Si tratta di un’opera architettonica che venne realizzata sfruttando una delle tante grotte naturali della Maiella. Già di per sé il percorso è molto suggestivo. La parte migliore è l’accesso al romitorio ma soffrendo di vertigini ho sempre evitato. Per accedere è possibile salire sulle scalette di roccia che conducono all’ingresso dell’eremo.
Da questo punto l’ingresso è possibile solo strisciando con la pancia a terra in un passaggio molto stretto e sospeso a qualche metro da terra. Tutti i locali interni sono stati ricavati dalla roccia.
Il ritorno avviene sullo stesso percorso dell’andata.
Il video dell’escursione
Scheda tecnica
Distanza: 13 km ca.
Dislivello: 620 metri ca.
Altitudine minima: 1395 metri ca.
Altitudine massima: 1840 metri ca.
Tempo complessivo: 5h30 ca.
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