Oggi vi parlerò di un’escursione in Abruzzo che consiglio soprattutto nel periodo primaverile, allo scioglimento delle nevi, l’anello di lago Vivo.
Tra le varie aree protette della mia regione quella che probabilmente apprezzo di più per un trekking all’aria aperta è probabilmente il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, probabilmente per la facilità di osservare la fauna locale. Tutto questo senza nulla togliere ad altre aree come Maiella e Gran Sasso, ugualmente belle.
L’anello di Lago Vivo si snoda tra boschi di faggio (con un po’ di attenzione è possibile avvistare caprioli e cervi) che si interrompono bruscamente e prati, il tutto tra le vette più alte vette del Parco.
Il sentiero per il lago Vivo
Il punto di partenza esatto è in località Fonte Sambuco al Km. 67 della SS.83. Per raggiungerlo dal centro abitato di Barrea basta dirigersi verso Alfedena fino ad un netto tornante a sinistra nei pressi di una casupola in cemento dell’acquedotto.
Parcheggiata qui l’auto ho imboccato a piedi una carrareccia più o meno pianeggiante per circa 700 metri, il sentiero K6 che si congiunge poco più in avanti con il K4. In salita ho attraversato la faggeta della Valle dell’Inferno, all’interno della morena di un vecchio ghiacciaio. Il sentiero prosegue con diversi tornanti tra grandi macigni ricoperti di muschio per 40 minuti circa, fino all’effigie della Madonna delle Grazie, al Valico del Buon Passo.
Il passo precede la parte più alta del percorso, a quota 1656 metri. Il sentiero si fa meno ripido, fino ad uscire dal bosco e raggiungere, in breve, la conca in cui è incastonato lo splendido Lago Vivo. Tutt’attorno cime come quelle del Iamiccio, del Tartaro, dell’Altare e del Petroso, la più alta del Parco con i suoi 2249 metri.
Il lago Vivo è uno specchio d’acqua effimero che raggiunge il massimo livello in primavera, al disgelo. Proprio per questo si chiama “Vivo”, per la sua caratteristica di cambiare continuamente le proprie dimensioni in base alle stagioni. Io, ad esempio, ad inizio estate ho trovato la conca quasi completamente asciutta, ad eccezione di alcuni tratti acquitrinosi, soprattutto nel margine sinistro dove vi è la “fonte degli uccelli” che garantisce acqua un po’ per tutto l’anno.
Il lago Vivo in autunno è frequentato da cervi che si affrontano nella stagione degli amori ed è molto facile ascoltare il loro inconfondibile bramito.
Non ho fatto rientro all’auto dallo stesso percorso dell’andata ma ho continuato chiudendo l’anello attraversando una faggeta, con panorama sul lago della Montagna Spaccata e sull’abitato di Barrea con l’omonimo lago.
A proposito di Barrea, non mancate una sosta al punto panoramico nei pressi del centro per ammirare lo specchio d’acqua e la parte vecchia del borgo.
Scheda tecnica
Distanza: 11,5 km ca a/r.
Dislivello positivo: 625 metri ca.
Altitudine minima: 1080 metri ca.
Altitudine massima: 1685 metri ca.
Tempo complessivo: 5h30 ca. a/r
Tipo di percorso: ad anello
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