Mi sveglio con tutta tranquillità e vado a comprare qualche souvenir. Pranzo con un ottimo hamburger nel ristorante “Alex Pacha”. È il giorno del trasferimento a La Paz. Durante il tragitto, giunti allo stretto di Tiquina, dobbiamo scendere dall’autobus. Tra i passeggeri c’è anche una coppia australiana, in viaggio in molti stati del sud America che ho trovato anche durante il trasferimento a Copacabana e durante il tour all’Isla del Sol. Noi attraversiamo il lago in una piccola e instabile imbarcazione, il nostro autobus su una chiatta scricchiolante.
Da Copacabana a La Paz |
Stretto di Tiquina |
All’arrivo saliamo su un autobus e fortunatamente, poco prima di partire ci accorgiamo di aver sbagliato prendendone uno dal colore simile. La Paz è una metropoli gigantesca, arrivare dall’alto colpisce l’altissimo numero di abitazioni in questo canyon e particolarità di questa città è il fatto che il quartiere bene, con grattacieli e palazzoni è situato nella parte più bassa, al contrario di molte altre metropoli.
Seguo il consiglio di Chris, il ragazzo canadese conosciuto a Copacabana e alloggio nell’hotel Sagarnaga. In effetti non aveva tutti i torti. Anche se le camere non sono il massimo, la posizione è ottima, wi-fi e acqua calda. Prenoto subito l’escursione per l’indomani in mountain bike alla “Carretera de la Muerte”, considerata fino a qualche anno fa la strada più pericolosa al mondo. Il peggior incidente stradale della storia boliviana, con più di cento vittime non a caso è avvenuto qui. Ho già un po’ di adrenalina. Ceno in un piccolo locale di fronte l’hotel.
La Paz |
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