La Commissione Tutela Ambiente Montano del CAI Abruzzo in collaborazione con la sezione CAI di Guardiagrele ha organizzato nella giornata odierna una facile escursione alla scoperta di testimonianze del passato all’interno del Parco Nazionale della Majella.
Saltiamo il consueto appuntamento in Via Londra a Villa Raspa e raggiungiamo gli altri componenti del gruppo direttamente a Passo Lanciano. Parcheggiamo le nostre auto nel piazzale antistante il Rifugio Pomilio in località Majelletta e alle nove, dopo aver atteso gli ultimi ritardatari, ci mettiamo in cammino.
Località Majelletta, Rifugio Pomilio |
La giornata è fredda e le previsioni meteo non lasciano presagire nulla di buono per il pomeriggio. In più sta scendendo sempre più una fitta nebbia. Lasciamo subito l’evidente sentiero in leggera salita dopo poche centinaia di metri poiché ci attende una piccola sorpresa, un volto umano inciso su una roccia nascosto tra i cespugli di pino mugo, pianta caratteristica della zona.
Blockhaus, iscrizione pastorale |
L’area è ricca di preziose testimonianze di pastori e di briganti che non meno di centocinquanta anni fa si rifugiavano su queste montagne dopo aver razziato i paesi vicini. Riprendiamo a camminare lungo la striscia di asfalto che dopo l’istituzione del Parco Nazionale della Majella è stata chiusa al traffico all’altezza del Rifugio Pomilio e adibita a percorso pedonale.
Blockhaus, percorso pedonale |
Giunti a un altare votivo dedicato alla Madonna imbocchiamo nuovamente il sentiero sterrato che attraversa in salita altri cespugli di pino mugo. Gli alberelli vanno diradandosi lasciando spazio a brevi stazzi erbosi. Un rifugio parzialmente crollato presenta al suo interno piccole incisioni con firma e data realizzate da pastori che un tempo frequentavano la zona con il loro gregge. Poco distante, il “Blockhaus“, la costruzione che ha dato il nome all’area, ciò che resta di un fortino militare del neo-esercito italiano per fronteggiare le azioni del brigantaggio post-unitario.
Blockhaus, rifugio di pastori diroccato |
Blockhaus, fortino militare |
Blockhaus, flora |
Costruito tra il 1963 e il 1864, fu utilizzato sino al 1866 da un drappello di 18 soldati con al seguito cavalli. Proseguiamo lungo il sentiero mentre la nebbia a volte sembra diradarsi e altre sembra tornare più fitta di prima. Alla nostra sinistra un ampia veduta panoramica sul sottostante vallone di Pennapiedimonte e sulla caratteristica cresta delle Gobbe di Selvaromana.
Blockhaus |
Blockhaus, vista sul vallone di Pennapiedimonte |
Qua e là altre iscrizioni sulle rocce: una datata 1892 e firmata da Damiano Scocchera di Roccaraso, un’altra del 1869 realizzata da Pasquato Freta e così via.
Blockhaus, iscrizioni |
Raggiungiamo così quella che è chiamata la “Tavola dei Briganti“, una grande lastra rocciosa con croci, nomi, date, simboli.
Blockhaus, Tavola dei Briganti |
La vera “Tavola dei Briganti” di coloro che scorrazzavano nei paesi vicini, ci dicono gli accompagnatori, la vedremo poco più tardi. Camminiamo ancora per qualche minuto e nei pressi di un fontanile ci fermiamo per pranzare e rilassarci. Spingerci oltre sarebbe voluto dire continuare verso il monte Focalone e il monte Amaro. Il ritorno avviene lungo lo stesso itinerario di andata eccezion fatta per un breve tratto: all’altezza di un bivio svoltiamo a sinistra e non percorriamo la via di destra che avevamo scelto in precedenza.
Blockhaus, sulla via di ritorno |
E’ qui che troviamo la vera “Tavola”, un grande e liscio spuntone di roccia in una posizione strategica per controllare la vallata sottostante. In una delle estremità della roccia sono incise due iniziali, una T ed una M. E’ il luogo ideale per scattare alcune foto.
Blockhaus, vera Tavola dei Briganti |
Nel frattempo alcune venature presenti su una roccia vicina, coperta parzialmente dal terriccio, attirano l’attenzione di un membro del gruppo: accanto ad una firma un simbolo, il disegno di un cerchio con all’interno sei petali. Nessuno li aveva scoperti prima!
Blockhaus, iscrizione scoperta |
Le iscrizioni sono in parte ostruiti dalle pietre e dal terreno e gli accompagnatori proprio per questo torneranno nei giorni successivi per far venire alla luce la scoperta appena fatta. Minacciose nubi vanno addensandosi all’orizzonte e sempre più frequentemente ascoltiamo tuoni. Acceleriamo il passo e fortunatamente riusciamo ad arrivare al piazzale antistante il Rifugio Pomilio senza prendere una goccia d’acqua.
Blockhaus, sulla via di ritorno nubi minacciose |
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