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Tracce di memoria: Karakorum e il monastero di Erdene Zuu

Agosto 8, 2015 · Manuel Santoro · Lascia un commento

Karakorum, Erdene Zuu Khiid

Il buongiorno di questa mattina è di una rana che si muove liberamente all’interno della nostra gher. Oggi continueremo a salire verso il nord della Mongolia per raggiungere una città che fatto la storia del Paese, Karakorum (o Kharkhorin). Gengis Khan stabilì qui una base di approvvigionamento mentre suo figlio Ögedei ordinò la costruzione di una capitale per l’impero mongolo che durò per circa 40 anni fino a quando il suo successore Kublai decise di spostarla nell’odierna Pechino. Il periodo d’oro di Karakorum fu seguito da anni bui in cui la città venne dapprima abbandonata e poi rasa al suolo dai soldati della Manciuria nel 1388. Ci mettiamo in viaggio appena dopo colazione. La prima sosta di giornata per un veloce rifornimento di benzina è nell’abitato di Saikhan-Ovoo, a circa venti chilometri dal campo gher nel quale abbiamo trascorso la nottata. Il paesaggio fuori dal villaggio è molto simile a quello degli altri giorni con distese erbose e bassi cespuglietti.

Saikhan-Ovoo
Saikhan-Ovoo

Procediamo in parallelo lungo piste sconnesse mentre raramente costeggiamo qualche pozza d’acqua dove gruppi di animali vanno ad abbeverarsi. Nel bel mezzo del nulla incrociamo una macchina in panne con dei turisti francesi e il loro accompagnatore. I nostri autisti si offrono di dare una mano cercando di risolvere il loro problema con la pompa dell’olio. Con il percorrere dei chilometri il verde diventa sempre più intenso e il terreno meno pianeggiante con dolci montagnette dalle cime arrotondate. Per una volta il pranzo non sarà all’arrivo di un campo gher ma durante il tragitto e al sacco. Scegliamo così un punto panoramico sulla sommità di una collina con vista sulle infinite distese erbose di questa parte di Mongolia e su un esteso lago. Per mangiare ci stendiamo su alcune coperte appositamente fornite dai nostri autisti mentre alcuni rapaci volteggiano alti sulle nostre teste. In lontananza sono evidenti le scie polverose alzate da alcuni fuoristrada nel percorrere le piste sterrate. Apprezzo molto di più un pasto all’aria aperta e per di più con un panorama splendido rispetto a un anonima sala ristorante di un campo gher.

Steppa mongola
Steppa mongola
Steppa mongola
Sosta per il pranzo lungo il percorso
Sosta per il pranzo lungo il percorso

Ripresa la marcia attraversiamo una fertile vallata verdeggiante solcata da piccoli corsi d’acqua. È un luogo idilliaco con ampi pascoli punteggiati da cavalli, mucche e gher. Sullo sfondo cominciamo ad intravedere un’intensa macchia gialla. Anche la Mongolia ha la sua fioritura, sono ampi campi di colza che in questo periodo dell’anno raggiungono il massimo splendore. Dopo centinaia di chilometri di pianure erbose è davvero una sorpresa vedere un colore diverso nel paesaggio.

Steppa mongola
Steppa mongola
Raggiungendo Karakorum
Campi di colza lungo la via per Karakorum
Campi di colza lungo la via per Karakorum
Campi di colza lungo la via per Karakorum

In prossimità di Karakorum la pista sterrata lascia spazio a una comoda strada asfaltata con qualche voragine di troppo. Dei fasti di un tempo l’odierna cittadina non conserva granché eccezion fatta per un interessante museo e i resti del monastero di Erdene Zuu Khiid, due siti che ogni giorno richiamano fiumi di turisti. Il Museo è considerato il migliore al di fuori di quelli della capitale e conserva all’interno preziosi manufatti risalenti a XIII e XIV secolo oltre a reperti archeologici e oggetti che ripercorrono la storia della Mongolia. Qui non è possibile scattare fotografie a meno che non si decida di pagare un ulteriore sovrattassa davvero costosa oltre al biglietto d’ingresso. Una delle cose più interessanti del museo è un grande plastico che dà un’idea di come fosse la capitale intorno al 1250, un grande esempio di convivenza pacifica con diverse religioni al suo interno. Il piccolo cafè del museo  offre l’accesso wi-fi gratutito, è la prima volta, al di fuori di Ulan Bator, che troviamo una connessione disponibile.

Karakorum, Museo
Karakorum, Museo

Il vicino Erdene Zuu Khiid fu costruito nel XVI secolo con l’utilizzo delle macerie della città di Karakorum distrutta dalla Manciuria. Il monastero divenne una vera e propria città fortificata e all’interno si contavano circa 300 gher, tra i 60 e 100 templi e ospitava oltre un migliaio di monaci. Come gran parte del patrimonio culturale della Mongolia anche l’Erdene Zuu Khiid subì grandi danneggiamenti in epoca comunista e per questo solamente tre templi sono arrivati integri fino ai giorni nostri. Ciò che colpisce subito del complesso sono indubbiamente i 108 stupa che sono disposti a intervalli regolari lungo le mura perimetrali del monastero. Questo numero non è una casualità, il 108 è infatti un numero sacro per i buddhisti e per altre religioni orientali. Anche qui è necessario pagare più del biglietto per scattare fotografie nel sito. In compagnia di una guida passeggiamo visitando i tre templi, tutti dedicati alle fasi della vita di Buddha, infanzia, adolescenza e età adulta. In ognuno di essi sono esposte preziose statue accuratamente protette da teche in vetro oltre ad oggetti sacri in buono stato di conservazione.

Karakorum, Erdene Zuu Khiid
Karakorum, Erdene Zuu Khiid
Karakorum, Erdene Zuu Khiid

All’esterno, nell’immenso cortile, si ergono sporadici edifici tra cui lo Stupa Dorato della Preghiera, e un tempio in stile tibetano, il Lavrin Sum, nel quale è da poco terminata una celebrazione religiosa. Alcuni monaci in tradizionale abito rosso si apprestano a tornare alle proprie abitazioni. Intanto una troupe di una televisione cinese sta girando un documentario sul sito mentre a poca distanza da noi alcuni religiosi sono impegnati a girare le tipiche ruote di preghiera.

Karakorum, Erdene Zuu Khiid
Karakorum, Erdene Zuu Khiid
Karakorum, Erdene Zuu Khiid
Karakorum, Erdene Zuu Khiid
Karakorum, Erdene Zuu Khiid
Karakorum, Erdene Zuu Khiid
Karakorum, Erdene Zuu Khiid

Usciamo dal sito in quanto prossimi all’orario di chiusura e gironzoliamo tra le bancarelle nella ricerca di qualche interessante souvenir. A piedi raggiungiamo l’ultima tappa di giornata, una delle quattro pietre della tartaruga che un tempo segnavano i confini dell’antica capitale con il compito di proteggere la città. L’accampamento che ci ospiterà per la notte è l’Anja Ger Camp, una basica struttura ecocompatibile appena fuori Karakorum che propone ottimi piatti locali e della cucina francese in quanto il cuoco ha trascorso alcuni anni in Francia. L’Anja Ger Camp è anche l’unico campo ad avere il wi-fi seppur debole e davvero lento.

Karakorum, Pietra della Tartaruga
Karakorum, Pietra della Tartaruga
Karakorum
Karakorum
Per ulteriori informazioni:
www.viaggigiovani.it/viaggi/mongolia

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📍 Ameln Valley 🇲🇦

Partendo da Tafraout è possibile visitare numerosi villaggi incastonati nella Ameln Valley. Tagdicht è il più elevato ed anche il più difficile da raggiungere. Vi è una sola strada, stretta, tortuosa, che si inerpica tra le montagne senza alcuna protezione (Souss Massa | Marocco) 🏘

Starting from Tafraout, it is possible to visit numerous villages nestled in the Ameln Valley. Tagdicht is the highest and also the most difficult to reach. There is only one road, narrow, winding, that climbs through the mountains without any protection (Souss Massa | Morocco) 🏘

Partiendo de Tafraout, es posible visitar numerosos pueblos enclavados en el valle del Ameln. Tagdicht es el más alto y también el más difícil de alcanzar. Sólo hay una carretera, estrecha y sinuosa, que sube por las montañas sin ninguna protección (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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📍 Aït Mansour Gorge Pt. 2 🇲🇦 Delle Gole 📍 Aït Mansour Gorge Pt. 2 🇲🇦

Delle Gole di Aït Mansour tutti me ne avevano parlato bene ma i suoi paesaggi sono andati oltre le aspettative. Ho apprezzato il fatto che quest'oasi sia poco turistica e forse anche più bella di altre zone del Marocco, molto più conosciute. Qui ho trascorso un'intera giornata ma spero di ritornarci un giorno, c'è tanto altro ancora da vedere (Souss Massa | Marocco) 🌴

Everyone had told me good things about the Aït Mansour Gorges, but its landscapes went beyond expectations. I appreciated the fact that this oasis is not very touristy and perhaps even more beautiful than other, much better known areas of Morocco. I spent a whole day here but I hope to return one day, there is so much more to see (Souss Massa | Morocco) 🌴

Much gente me había hablado bien de las gargantas de Aït Mansour, pero sus paisajes superaron las expectativas. Aprecié el hecho de que este oasis no sea muy turístico y quizás incluso más bello que otras zonas mucho más conocidas de Marruecos. Pasé aquí un día entero, pero espero volver algún día, hay mucho más que ver (Souss Massa | Marruecos) 🌴

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📍 Aït Mansour Gorge Pt. 1 🇲🇦 Il tratto 📍 Aït Mansour Gorge Pt. 1 🇲🇦

Il tratto di strada all'interno delle gole di Aït Mansour è stato probabilmente il più bello di tutto il viaggio On the road in Marocco: un rigoglioso palmeto da attraversare, antichi villaggi di terra in rovina e una sosta, a sorpresa, in un basico café dove l'ospitale Omar ci ha accolti per servirci il suo piatto forte, una omelette berbera (Souss Massa | Marocco) 🌴

The stretch of road inside the Aït Mansour gorges was probably the most beautiful of the entire Moroccan On the Road trip: a lush palm grove to cross, ancient ruined earthen villages and a surprise stop at a basic café where the hospitable Omar welcomed us to serve his signature dish, a Berber omelette (Souss Massa | Morocco) 🌴

El tramo de carretera dentro de las gargantas de Aït Mansour fue probablemente el más bonito de todo el viaje marroquí On the Road: un frondoso palmeral que atravesar, antiguos pueblos de tierra en ruinas y una parada sorpresa en un café básico donde el hospitalario Omar nos recibió para servirnos su plato estrella, una tortilla bereber (Souss Massa | Marruecos) 🌴

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📍 Kasbah di Efrl 🇲🇦 Non lontano da Tizou 📍 Kasbah di Efrl 🇲🇦

Non lontano da Tizourgane, lungo la strada che porta ad Aït Baha vi sono i resti di un'antica Kasbah. Poche sono le informazioni a riguardo sul web. Una pagina in tedesco la chiama Tioulit, un antiquario nelle vicinanze ne parla come Efrl. Oggi è un luogo senza tempo dove perdersi tra le antiche strutture oggi in rovina (Souss Massa | Marocco) 🏚

Not far from Tizourgane, along the road to Aït Baha, are the remains of an ancient kasbah. There is little information about it on the web. One page in German calls it Tioulit, a nearby antique dealer speaks of it as Efrl. Today it is a timeless place to get lost among the ancient structures now in ruins (Souss Massa | Morocco) 🏚

No lejos de Tizourgane, en la carretera hacía Aït Baha, se encuentran los restos de una antigua kasbah. Hay poca información al respecto en la web. Una página en alemán lo llama Tioulit, un anticuario cercano habla de éste como Efrl. Hoy es un lugar atemporal para perderse entre las antiguas estructuras ahora en ruinas (Souss Massa | Marruecos) 🏚

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