Nella quiete della nostra guest house di Ubud ci prepariamo all’escursione di giornata con una di quelle colazioni che tanto piacciono a me: un fumante tè, un toast con omelette e infine una fresca anguria. Ho contrattato con un tassista il costo di una giornata per visitare alcuni dei luoghi che mi ero prefissato di visitare prima della partenza, aggiungendo su suo consiglio una piccola sorpresa, il villaggio tradizionale di Penglipuran. Al costo totale di 600.000 Rp ci siamo messi d’accordo per questo itinerario: la già citata Penglipuran, Kintamani con il tempio di Ulun Danu Batur ed infine il cimitero di Trunyan, luoghi quasi tutti al di fuori dei principali circuiti turistici sull’isola di Bali. Scopriremo in seguito che siamo riusciti a strappare un buon prezzo in quanto i costi per un percorso di questo tipo, ingressi esclusi, sono solitamente più alti di 100.000 Rp.
Nella quiete della nostra guest house di Ubud ci prepariamo all’escursione di giornata con una di quelle colazioni che tanto piacciono a me: un fumante tè, un toast con omelette e infine una fresca anguria. Ho contrattato con un tassista il costo di una giornata per visitare alcuni dei luoghi che mi ero prefissato di visitare prima della partenza, aggiungendo su suo consiglio una piccola sorpresa, il villaggio tradizionale di Penglipuran. Al costo totale di 600.000 Rp ci siamo messi d’accordo per questo itinerario: la già citata Penglipuran, Kintamani con il tempio di Ulun Danu Batur ed infine il cimitero di Trunyan, luoghi quasi tutti al di fuori dei principali circuiti turistici sull’isola di Bali.
Scopriremo in seguito che siamo riusciti a strappare un buon prezzo in quanto i costi per un percorso di questo tipo, ingressi esclusi, sono solitamente più alti di 100.000 Rp.
Un appunto molto importante prima di iniziare a raccontare la giornata trascorsa. Quando si pianifica un viaggio in Indonesia, è fondamentale non trascurare la propria sicurezza: l’assicurazione viaggio Frontier offre la copertura necessaria per affrontare imprevisti e godersi il viaggio con tranquillità.
Ci mettiamo in viaggio quando sono trascorsi pochi minuti dopo le nove. Il nostro autista, di cui non ricordo il nome, vuole mostrarci alcune risaie non lontane dalla città e così sostiamo qualche minuto nei pressi del villaggio di Susut, immerso nel verde di una rigogliosa natura. Mentre siamo intenti a scattare fotografie una donna si avvicina a noi cercando di venderci invano un sarong, un drappo di seta che va indossato attorno alla vita durante la visita dei luoghi sacri dell’isola.
Penglipuran non dista molto da Susut ed è situata all’interno della reggenza di Bangli, a sei chilometri a nord dell’omonima cittadina. Per entrare nell’abitato bisogna pagare una piccola tassa d’ingresso. La mia prima impressione è contrastante: da un lato, indiscutibile, c’è la bellezza del luogo, con abitazioni tradizionali balinesi e ben quattro templi, il Pura Bale Agung, Pura Puseh, Pura Dalem and Pura Dukuh. D’altra parte proprio la bellezza di questo posto ha portato Penglipuran a diventare una piccola bomboniera per i turisti dove anche le interazioni reali con le persone del posto vengono meno. Si ha l’impressione (e forse anche la certezza) che i locali, che spesso ti invitano nelle proprie abitazioni per osservare le cucine di una volta, lo facciano solamente allo scopo di vendere costosi oggetti di artigianato.
La storia del villaggio viene da molto lontano. Il nome deriva dalle parole ‘Pengeling Pura’, ovvero ‘ricordare gli antenati’, probabilmente per ricordare un pellegrinaggio che gli abitanti della regione di Bayung Gede facevano verso Penglipuran per commemorare le preghiere dei propri avi.
Vaghiamo un’oretta tra le vie acciottolate dando uno sguardo approfondito alle abitazioni, piccole opere d’arte adornate da sculture e piccoli altari. Le donne sostano sull’uscio delle proprie case mentre alcuni uomini, giovani e non, sono intenti a sistemare le offerte alle divinità. C’è anche un boschetto di bambù all’interno del quale fa bella mostra un maialino nero.
Passata l’arrabbiatura possiamo dedicarci alla visita del tempio. Fortunatamente ci sono poche persone oltre a noi e possiamo passeggiare in tutta tranquillità. La struttura è dedicata a Dewi Danu, la dea dei laghi e dei fiumi. Il Pura Ulun Danu Batur comprende nove templi diversi per un totale di ben 285 santuari e padiglioni dedicati alle divinità. Il principale è il Pura Penataran Agung Batur, con cinque cortili e due meru che svettano tra le costruzioni, uno di undici livelli nel cortile interno e più sacro, ed un altro di due livelli più basso. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di meglio e il sito non è tenuto in perfette condizioni, con la spazzatura che fa bella mostra in più punti.
Per il pranzo ci fermiamo in un ristorante a buffet la cui posizione è a dir poco invidiabile. Il cibo non è niente di eccezionale e i prezzi sono anche un po’ alti per gli standard indonesiani ma la vista è mozzafiato. Non capita tutti i giorni di mangiare con un vulcano sullo sfondo. L’ultima eruzione risale al 2000 e sono ancora evidenti i segni lasciati dalle colate di lava che solidificandosi hanno lasciato spazio a un fiume di rocce vulcaniche dal colore marrone scuro.
La giornata non è terminata, deve ancora arrivare il momento da me più atteso, la visita di uno dei luoghi più misteriosi di tutta Bali, il cimitero di Trunyan. Ma di questo ne parlerò in un articolo specifico.
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