Organizzare un viaggio nella parte centrale dell’Iran, quasi sicuramente vuol dire inserire nel proprio itinerario le città di Shiraz e Yazd. Se anche voi, come ho fatto io, avete deciso di non appoggiarvi a tour organizzati, sappiate che il modo migliore per spostarvi tra i due centri è in autobus. I collegamenti sono infatti sono molto frequenti (quasi uno ad ogni ora) ed il trasferimento, nonostante le 6/7 ore previste, trascorre in maniera piacevole grazie anche ai paesaggi superbi attraversati.
Io ho scelto di viaggiare alle 10:15 del mattino con la compagnia Hamsafar che offre un servizio economy ad un costo di 220.000 riyal (poco più di sei euro) ed uno vip ad un prezzo più alto pari a 300.000 riyal (quasi nove euro).
Optando per l’economy non aspettatevi autobus dalla qualità eccelsa. In ogni caso si tratta di mezzi normali, senza infamia e senza lode. In Iran, come in tutte le tratte a lunga percorrenza, anche qui i passeggeri ricevono un packet lunch comprendente un succo di frutta, un dolce e una caramella, nonostante sia prevista lungo il percorso una pausa per il pranzo in un’area di servizio.
Autobus Hamsafar |
Il mio viaggio da Shiraz a Yazd
Stallo 25, mi presento al terminal degli autobus con una mezz’ora di anticipo. Amo questi posti quando vado all’estero, c’è sempre la possibilità di scambiare qualche parola con nuove persone. Stavolta è il turno di un signorotto tedesco che mi racconta dei suoi viaggi nella mia regione, l’Abruzzo, e della sua esperienza vissuta in Nepal durante il catastrofico terremoto del 2015. Ci mettiamo in viaggio con qualche minuto di ritardo, giusto il tempo di attendere gli ultimi passeggeri. Il mezzo è al completo e quasi tutti sono turisti stranieri, in gran parte provenienti dalla Germania. Lasciamo Shiraz e il traffico del mattino per inoltrarci lungo una fertile pianura con vista sui monti Zagros, monti rocciosi con qualche tocco di verde. Man mano che proseguiamo il paesaggio diventa più arido e la strada più movimentata. I rettilinei lasciano spazio ad alcune curve che anticipano una grande vallata punteggiata da cespuglietti e qualche pastore con i propri greggi. Sullo sfondo appaiono montagne leggermente innevate mentre nuvole di cotone si muovono velocemente in cielo.
Verso Yazd |
Dopo un breve tratto di paesaggio monotono in cui le uniche attrazioni di rilievo sono delle cave di pietra, le pianure cominciano a mostrare picchi rocciosi che sembrano essere usciti direttamente da un quadro di Dalì. Quando un cartello segnala 215 km dalla destinazione Yazd si può ben notare come pochissime siano le auto a sfrecciare su questo tratto di strada, al contrario di molti vecchi camion che paiono arrancare appesantiti dagli ingombranti carichi. Pali elettrici abbondano sulla pianura, in lontananza montagne ombrose e picchi innevati che risaltano al sole. Svoltiamo a destra seguendo le indicazioni “Yazd – Kerman” proseguendo tra aride collinette. Poco prima delle due la sosta in un autogrill nel bel mezzo del niente. Gran parte dei tedeschi si erano già organizzati per il pranzo, io mi accontento di un semplice kebab neanche troppo economico visto il servizio offerto. E pensare che mi sono ritrovato anche a contrattare il prezzo.
Verso Yazd. Sosta in area di servizio |
Il viaggio riprende con il verde delle coltivazioni, soprattutto alberi da frutta, che risaltano nell’ocra del paesaggio desertico. La vegetazione sembra quasi un ricordo pochi chilometri più in là: solamente piane sabbiose e costruzioni in terra. Soffia una brezza leggere tale da alzare qua e là mulinelli di polvere. La sabbia lascia nuovamente spazio a un terreno più arido e duro mentre alla nostra destra appaiono montagne dalla cima piatta. Superiamo un caravanserraglio abbandonato e cominciamo a salire su colline rocciose. Il percorso ora è un continuo saliscendi ma il paesaggio, tinteggiato da sfumature rossastre, è piacevole a dir poco: imponenti montagne, alberi in rustici recinti di pietra e paesini dalle abitazioni color ocra precedono il nostro arrivo al terminal di Yazd, alla periferia della città.
Verso Yazd |
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