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Una giornata “normale” nella Venezuela della crisi

Dicembre 5, 2018 · Manuel Santoro · 4 commenti

Camatagua
La fortuna di nascere e vivere in un Paese come l’Italia. Spesso non ce ne rendiamo conto ma il nostro stile di vita ci porta a dare per sottintesi alcuni servizi quotidiani. Qualche giorno fa, navigando sul web, nello specifico in un gruppo Facebook relativo alla mia città, mi sono imbattuto su commenti di questo tipo: “Senza acqua di sabato le attività devono lavorare, ci mettete in crisi”, oppure, “Come si possono lasciare negozi senz’acqua di sabato?!”. Ci lamentiamo per un semplice problema momentaneo ma non ci rendiamo conto che esistono altre realtà dove tutto questo non è poi così scontato.
Vi siete mai chiesti quanto possa essere differente lo stile di vita in un Paese diverso dal nostro? Mi trovo in Venezuela, un paese che sta attraversando una profonda crisi, un po’ in tutti i settori. Da alcuni anni a questa parte qui è un’escalation di problematiche, eppure il sorriso della sua gente non sembra mancare mai. 
Ho pensato quindi di raccontarvi un giorno qualsiasi nella Venezuela attuale.
Alle prime luci del mattino il budare è già sul fuoco. Su questa piastra, risalente addirittura all’era precolombiana le arepas sono in cottura. La colazione è salata e le arepas, piccole masse circolari a base di farina di mais, sono riempite a piacimento ed accompagnate da caffè.
Arepas venezuelane
Arepas venezuelane
Sta cominciando una giornata come le altre, ricca di difficoltà. Immaginate un Paese dove i prezzi aumentano giorno dopo giorno a causa dell’inflazione che ha già raggiunto percentuali incredibili. Gli stipendi, quelli no, rimangono pressochè invariati. Al momento qui il salario minimo è di 1.800 Bs, pari a circa cinque euro. No, mi sto sbagliando, avete letto bene. Sicuramente quando leggerete questo post varrà ancorà meno. A nulla è valsa la recente riconversione monetaria da Bolívar Fuerte a Bolívar Soberano nella quale sono stati eliminati cinque zeri al precedente conio monetario al fine di semplificare le transazioni. In tutto questo i prezzi dei beni di prima necessità, cibo in primis, sono straordinariamente alti, in alcuni casi più che in Italia. Mi chiedo come possano vivere le persone se gli stipendi sono praticamente pari allo zero. Si cercano escamotage, si mettono in vendita perfino automobili e case. Le abitazioni si sono svalutate ed hanno raggiunto cifre molto basse, poche migliaia di dollari per strutture molto più che dignitose. Spesso l’unica soluzione è quella di emigrare. I numeri parlano da soli: le Nazioni Unite hanno riferito che il numero di emigranti e rifugiati venezuelani nel mondo ha raggiunto i tre milioni, la maggior parte dei quali in paesi dell’America Latina.
Vivere per sopravvivere, è questa l’attuale Venezuela. Le giornate trascorrono alla ricerca del prezzo più basso: le uova nel chiosco all’angolo della strada, la carne nella macelleria fuori dal centro, la frutta nel supermercato di uno specifico centro commerciale. Non basta dirigersi verso una determinata attività, spesso le scorte sono così esigue che terminano nel giro di poche ore. L’unione fa la forza. Per strada le persone si aiutano a vicenda chiedendo ed indicando luoghi e prezzi dei prodotti.
Si esce al mattino alla ricerca delle merci meno costose. Le cose sono cambiate da alcuni a questa parte: i pasti non sono più quelli di una volta ed i piatti sono sempre più modesti. Un dato, offerto dal deputato all’Assemblea Nazionale Miguel Pizarro, è inquietante: 3 bambini su 10 del sistema scolastico venezuelano mangiano solamente due volte al giorno.
In tutto questo scarseggia il denaro liquido e quasi tutte le operazioni vengono effettuate elettronicamente, con carta. Lunghe code, quotidianamente, si formano all’esterno di bancomat, banche e supermercati. I procedimenti non sono così fluidi come sembra, le interruzioni di linea sono sempre dietro l’angolo.
Venezuela, code
Venezuela, code
Code, code ed ancora code
Se tutto questo non dovesse bastare in molte zone del paese non arriva acqua corrente nelle abitazioni. Per i più fortunati solo alcune ore al giorno. I problemi hanno portato la popolazione a trovare soluzioni alternative. Ogni casa si è ormai dotata di bidoni, riempiti non appena il prezioso bene è disponibile. C’è chi fa collette per acquistare camion cisterne insieme ai vicini, chi riesce a gestire minuziosamente la poca acqua arrivata nei serbatoi dei palazzi, chi è costretto ogni giorno a fare la spola tra la propria dimora e le poche fonti d’acqua presenti. Le proteste sono frequenti, le risposte nulle.
Venezuela. Mancanza di acqua corrente nelle abitazioni
Mancanza di acqua corrente nelle abitazioni
Negli ultimi anni tutto si è deteriorato, anche dal punto di vista estetico: la moda, l’architettura, le auto. La bellezza del Venezuela è dirompente quanto decadente. Il tempo sembra essersi fermato quando le cose andavano per il meglio. Per le strade sono tante, tantissime le auto abbandonate. Non ci sono soldi e così, in caso di problemi, è praticamente impossibile procedere con la sostituzione di pezzi di difettosi, troppo costosi. Anche il trasporto ne risente. Sono diminuite le linee di autobus e spesso muoversi da una città all’altra, o anche nella stessa località, può diventare un’odissea.
Venezuela. Una delle tante auto abbandonate
Una delle tante auto abbandonate
Capitolo sicurezza. Brutto dirlo ma la Venezuela di oggi è un Paese in cui la criminalità comune è ampiamente diffusa. Uscire vuol dire farlo con precauzioni, rischioso anche parlare al cellulare. Al calar del sole le strade cominciano a svuotarsi. Si trascorrono le serate a casa, anche in virtù della mancanza dei trasporti. Anche gran parte dei tassisti ha cessato di lavorare dopo il tramonto. In famiglia o con amici si condivide il tempo alla tv o con giochi tradizionali, come il domino. Molti dei locali per il divertimento in voga nel passato hanno chiuso i battenti. In Venezuela si convive giornalmente con tutto questo.
Il domino, uno dei passatempi tradizionali
Il domino, uno dei passatempi tradizionali

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Commenti

  1. Unknown dice

    Dicembre 18, 2018 alle 11:47 am

    Ciao caro Manuel,
    Il tuo articolo descrive appieno la situazione che stanno vivendo le persone in Venezuela. Alcuni problemi che hai descritto, incredibilmente, peggiorano sempre di più ogni giorno che passa come ci raccontano i nostri cari rimasti nel paese. Tra poco prenderanno anche loro la strada de "los caminantes", fenomeno per il quale siamo diventati tristemente famosi i Venezuelani in sudamerica. Assurdo tutto ciò davvero

    Rispondi
    • Manuel Santoro dice

      Dicembre 21, 2018 alle 10:25 am

      Ciao, grazie per il commento. Purtroppo è un peggioramento costante e sono dell'avviso che tutto quello che i venezuelani stanno vivendo nel proprio paese non trova la giusta risonanza mediatica. Tutto molto assurdo, non so come potrà evolvere la situazione. Saluti, Manuel

      Rispondi
  2. Paolo Zaneboni dice

    Maggio 24, 2019 alle 10:08 am

    Un paese che meriterebbe un futuro decisamente migliore di quello che sta vivendo quotidianamente

    Rispondi
    • Manuel Santoro dice

      Maggio 24, 2019 alle 10:55 am

      Senza dubbio. Ho constatato in prima persona le difficoltà che questo Paese sta vivendo attualmente ma sono sicuro che presto si rialzerà.

      Rispondi

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Chi è Manuel Santoro

Blogger, tour leader e digital creator.
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📍 Ameln Valley 🇲🇦

Partendo da Tafraout è possibile visitare numerosi villaggi incastonati nella Ameln Valley. Tagdicht è il più elevato ed anche il più difficile da raggiungere. Vi è una sola strada, stretta, tortuosa, che si inerpica tra le montagne senza alcuna protezione (Souss Massa | Marocco) 🏘

Starting from Tafraout, it is possible to visit numerous villages nestled in the Ameln Valley. Tagdicht is the highest and also the most difficult to reach. There is only one road, narrow, winding, that climbs through the mountains without any protection (Souss Massa | Morocco) 🏘

Partiendo de Tafraout, es posible visitar numerosos pueblos enclavados en el valle del Ameln. Tagdicht es el más alto y también el más difícil de alcanzar. Sólo hay una carretera, estrecha y sinuosa, que sube por las montañas sin ninguna protección (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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📍 Aït Mansour Gorge Pt. 2 🇲🇦 Delle Gole 📍 Aït Mansour Gorge Pt. 2 🇲🇦

Delle Gole di Aït Mansour tutti me ne avevano parlato bene ma i suoi paesaggi sono andati oltre le aspettative. Ho apprezzato il fatto che quest'oasi sia poco turistica e forse anche più bella di altre zone del Marocco, molto più conosciute. Qui ho trascorso un'intera giornata ma spero di ritornarci un giorno, c'è tanto altro ancora da vedere (Souss Massa | Marocco) 🌴

Everyone had told me good things about the Aït Mansour Gorges, but its landscapes went beyond expectations. I appreciated the fact that this oasis is not very touristy and perhaps even more beautiful than other, much better known areas of Morocco. I spent a whole day here but I hope to return one day, there is so much more to see (Souss Massa | Morocco) 🌴

Much gente me había hablado bien de las gargantas de Aït Mansour, pero sus paisajes superaron las expectativas. Aprecié el hecho de que este oasis no sea muy turístico y quizás incluso más bello que otras zonas mucho más conocidas de Marruecos. Pasé aquí un día entero, pero espero volver algún día, hay mucho más que ver (Souss Massa | Marruecos) 🌴

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📍 Aït Mansour Gorge Pt. 1 🇲🇦 Il tratto 📍 Aït Mansour Gorge Pt. 1 🇲🇦

Il tratto di strada all'interno delle gole di Aït Mansour è stato probabilmente il più bello di tutto il viaggio On the road in Marocco: un rigoglioso palmeto da attraversare, antichi villaggi di terra in rovina e una sosta, a sorpresa, in un basico café dove l'ospitale Omar ci ha accolti per servirci il suo piatto forte, una omelette berbera (Souss Massa | Marocco) 🌴

The stretch of road inside the Aït Mansour gorges was probably the most beautiful of the entire Moroccan On the Road trip: a lush palm grove to cross, ancient ruined earthen villages and a surprise stop at a basic café where the hospitable Omar welcomed us to serve his signature dish, a Berber omelette (Souss Massa | Morocco) 🌴

El tramo de carretera dentro de las gargantas de Aït Mansour fue probablemente el más bonito de todo el viaje marroquí On the Road: un frondoso palmeral que atravesar, antiguos pueblos de tierra en ruinas y una parada sorpresa en un café básico donde el hospitalario Omar nos recibió para servirnos su plato estrella, una tortilla bereber (Souss Massa | Marruecos) 🌴

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📍 Kasbah di Efrl 🇲🇦 Non lontano da Tizou 📍 Kasbah di Efrl 🇲🇦

Non lontano da Tizourgane, lungo la strada che porta ad Aït Baha vi sono i resti di un'antica Kasbah. Poche sono le informazioni a riguardo sul web. Una pagina in tedesco la chiama Tioulit, un antiquario nelle vicinanze ne parla come Efrl. Oggi è un luogo senza tempo dove perdersi tra le antiche strutture oggi in rovina (Souss Massa | Marocco) 🏚

Not far from Tizourgane, along the road to Aït Baha, are the remains of an ancient kasbah. There is little information about it on the web. One page in German calls it Tioulit, a nearby antique dealer speaks of it as Efrl. Today it is a timeless place to get lost among the ancient structures now in ruins (Souss Massa | Morocco) 🏚

No lejos de Tizourgane, en la carretera hacía Aït Baha, se encuentran los restos de una antigua kasbah. Hay poca información al respecto en la web. Una página en alemán lo llama Tioulit, un anticuario cercano habla de éste como Efrl. Hoy es un lugar atemporal para perderse entre las antiguas estructuras ahora en ruinas (Souss Massa | Marruecos) 🏚

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