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Da San Cristóbal de Las Casas al pueblo indigeno di San Juan Chamula

Gennaio 28, 2019 · Manuel Santoro · Lascia un commento

San Juan Chamula, Templo de San Juan
Viaggiare in Chiapas vuol dire entrare a contatto con una della aree indigene più tradizionali del Messico. Sono ben sette i gruppi etnici che possono considerarsi eredi della cultura delle popolazioni precolombiane maya: tzotzil, tzeltal, lacandòn, tojolabal, zoque, mame, ch’ol.
Tra queste mi vorrei soffermare sull’etnia tzotzil, diffusa soprattutto nella parte centrale e nel centro-nord dello stato, ed in particolare sui chamula, un popolo fiero e indipendente appartenente appunto all’etnia tzotzil. Se San Cristóbal de las Casas è attualmente il centro politico, commerciale e amministrativo in cui convergono un po’ tutte le sue attività, il villaggio di San Juan Chamula è invece il suo abitato principale. 
Fino agli anni 60′ i chamula a San Cristóbal de Las Casas erano presenti solamente per la commercializzazione dei loro prodotti ortofrutticoli. É a partire dagli anni 70′ che la città si è scontrata con massicce incursioni dal vicino municipio di San Juan Chamula che si sono riflettute in un insediamento dei chamula nella zona settentrionale della città, con la costruzione di abitazioni fragili, con tetti in legno e nylon. A differenza di altri spostamenti volontari avvenuti decenni prima, quello degli anni 70′ si è verificato in un contesto di violenza e il deterioramento delle relazioni tra le comunità a causa della conversione religiosa che giustificava espellere gruppi evangelici da parte di cattolici tradizionalisti.
Ho raggiunto San Juan Chamula proprio partendo da San Cristóbal con l’intento di osservare da vicino uno spaccato dello stile di vita di questa popolazione. Per chi non lo sapesse questa località nasconde ancora oggi tradizioni ancestrali tramandate di generazione in generazione.
San Juan Chamula, Templo de San Juan
San Juan Chamula, Templo de San Juan
Un po’ di storia
Prima dell’arrivo dei conquistadores spagnoli questo villaggio era un importante centro della popolazione tzotzil. La città fu conquistata e semidistrutta dal Capitano Luis Marín nel 1524 mentre il 1869 fu l’anno della rivolta indigena conosciuta come la Guerra delle Caste, guidata dal leader chamula, Pedro Díaz Cuscat. In seguito alla cessazione della ribellione, firmata dal governatore Pantaleon Dominguez, i chamula sono stati condannati a lavorare nelle fattorie del Soconusco. Nel 1912 un’altra rivolta segna la storia del villaggio, guidata stavolta da Jacinto Pérez Pajarito. Il 4 luglio 1925 è la data in cui viene assegnato al centro abitato lo status di municipio libero dal governatore costituzionale dello Stato, Carlos A. Vidal.
San Juan Chamula
Senza saperlo mi sono recato a San Juan Chamula in un’occasione speciale, durante i festeggiamenti in onore a San Mateo Mártir. 
Prima di raccontare la mia esperienza è bene fare una precisazione. Nella chiesa di Chamula, il Templo de San Juan, sono presenti le icone di molti santi e vergini, ed il principale appunto ha il nome di San Juan Bautista. Tra gli altri anche San Antonio, San Sebastián, San Pablo, San José, San Miguel, San Mateo etc.. Ogni santo e vergine ha il proprio custode e due sono le cariche che si prendono cura di essi, il Martoma e l’Alférez. Oltre a queste vi sono altre posizioni con mansioni e servitori differenti.
Il combi mi ha lasciato in piazza mentre gli Alférez sfilano a cavallo per le vie della cittadina in vista della loro sostituzione annuale. Non ho potuto immortalarli perché qui a Chamula vigono alcuni divieti legati alla fotografia. Gli stranieri sono liberi di girare per la città ma non è consentito scattare foto all’interno della chiesa né ad eventi religiosi. Prima di arrivare sapevo della proibizione nell’immortalare il principale edificio sacro del centro abitato ma non quello dei riti religiosi: “No se permite” (non si permetta), mi avverte un uomo mentre mi appresto a fotografare uno degli alférez dinanzi al Palazzo Municipale. La comunità prende molto seriamente questi divieti.
San Juan Chamula, festa di San Mateo Martír
San Juan Chamula, festa di San Mateo Martír
Va detto che il Templo de San Juan, così come la casa degli alférez e dei mayordomos, sono le sedi principali per atti religiosi e cerimoniali, mentre le esibizioni artistiche e di intrattenimento hanno luogo nella piazza centrale, dove la domenica ha luogo un colorato mercato. 
Ho trascorso almeno un paio d’ore osservando i riti religiosi, accompagnati da fuochi d’artificio e bande musicali. Gli uomini del posto sono stati i protagonisti delle celebrazioni ad eccezione per gruppi di donne sedute sotto croci in legno ed intente ad osservare gli eventi.
Gli uomini indossano tuniche di lana bianca o nera con o senza maniche e una sciarpa bianca avvolta intorno al capo, le donne semplici camicette bianche o azzurre e/o scialli e gonne di lana. Fino a qualche anno fa a Chamula era impossibile osservare persone in jeans e maglietta, oggigiorno la moda è in fase di cambiamento e le nuove generazioni hanno già iniziato abbigliamento che acquistano a San Cristóbal de Las Casas.
San Juan Chamula, gli uomini durante la festa di San Mateo Martír
San Juan Chamula, gli uomini durante la festa di San Mateo Martír
Il Templo de San Juan, con la sua architettura in stile coloniale, è la vera anima di Chamula. La chiesa è sobria, con una grande porta chiusa che si apre completamente solo nella festa di San Juan, celebrata il 24 giugno.
I visitatori stranieri devono pagare un biglietto per entrare ma è una spesa che viene pienamente ripagata. Non credo di aver mai visto prima un luogo dall’atmosfera così intensa e forse il divieto di scattare fotografie è un bene per vivere appieno la struttura. Definirei mistico il clima all’interno: centinaia di candele accese, nuvole d’incenso e fedeli inginocchiati con il viso rivolto al pavimento, cosparso di aghi di pino. Inoltre sculture di santi cattolici, adornate e vestite in stile indigeno. I riti preispanici mescolati con il sincretismo tzotzil creano un’atmosfera ricca di colori, specchi sospesi e immagini dove la tradizione cristiana si mescola con le radici preispaniche. A volte sono presenti guaritori che puliscono i parrocchiani mentre i canti avvengono nella lingua locale. Inoltre gli iloles (guaritori) nonché gli stessi abitanti di San Juan Chamula vigilano affinché i visitatori non scattino fotografie, custodendo gelosamente i propri costumi.
Qualche centinaio di metri oltre il Templo de San Juan il cimitero, che si estende intorno alle rovine di una chiesa più vecchia, è un altro luogo molto particolare, senza lapidi e con croci di molteplici colori, Le croci nere rappresentano le persone morte in tarda età, quelle bianche i giovani e quelle blu ma questa pratica non è più in uso.
San Juan Chamula, cimitero
San Juan Chamula, cimitero
Cosa mangiare a San Juan Chamula
Tra i diversi piatti tradizionali è possibile citare la carne affumicata, pollo in brodo, i tamales di fagioli. Il cibo quotidiano è rappresentato invece da frutta e ortaggi temporanei. Ogni pasto è sempre accompagnato da tortillas di mais fatte a mano.
Come arrivare a San Juan Chamula da San Cristóbal de Las Casas
Tutte le agenzie di viaggio di San Cristóbal de Las Casas offrono escursioni a San Juan Chamula. Io ho preferito raggiungere autonomamente il villaggio. I combi partono a San Cristóbal nei pressi del Mercado Viejo (Mercato Vecchio) ed il viaggio per coprire i 10 km che separano le due città dura circa mezz’ora per via delle soste intermedie.
San Juan Chamula, celebrazione di San Mateo Martír
San Juan Chamula, celebrazione di San Mateo Martír
San Juan Chamula, celebrazione di San Mateo Martír
San Juan Chamula, celebrazione di San Mateo Martír
San Juan Chamula, mercato
San Juan Chamula, Templo de San Juan
San Juan Chamula, Templo de San Juan
San Juan Chamula, celebrazione di San Mateo Martír
San Juan Chamula, Templo de San Juan
San Juan Chamula, celebrazione di San Mateo Martír
San Juan Chamula, celebrazione di San Mateo Martír

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🇮🇹 Ho visitato finalmente il borgo fantasma 🇮🇹 Ho visitato finalmente il borgo fantasma di Faraone Vecchio (o Antico), una frazione del comune di Sant’Egidio alla Vibrata. Il centro abitato venne abbandonato a partire dal 1965, a seguito di una scossa di terremoto che nel 1950 provocò danni ingenti a tutti gli edifici costringendo alla costruzione di un nuovo centro a poca distanza. Un arco dà il benvenuto al borgo, oltre la quale è situata la chiesa di Santa Maria delle Misericordie. Nel cuore del paese si trova il palazzo dei Baroni Farina, affrescato all'ultimo piano, che ospitò un convento di suore e successivamente un asilo (Abruzzo - Italia) 👻

I finally visited the ghost town of Faraone Vecchio (or Antico), part of the municipality of Sant’Egidio alla Vibrata. The inhabited center was abandoned in 1965, following an earthquake which in 1950 caused extensive damage to all the buildings, forcing the construction of a new center not far away. An arch welcomes the village, beyond which is the church of Santa Maria delle Misericordie. In the heart of the town is the Palazzo dei Baroni Farina, frescoed on the top floor, which housed a convent of nuns and later a kindergarten (Abruzzo - Italy) 👻

Por fin visité el pueblo fantasma de Faraone Vecchio (o Antico), parte del municipio de Sant’Egidio alla Vibrata. El centro habitado fue abandonado a partir de 1965, tras un terremoto que en 1950 provocó importantes daños en todos los edificios, obligando a construir un nuevo centro no muy lejos. Un arco da la bienvenida al pueblo, más allá del cual se encuentra la iglesia de Santa Maria delle Misericordie. En el corazón de la ciudad el Palazzo dei Baroni Farina, con frescos en el piso superior, albergaba un convento de monjas y más tarde una guardería (Abruzzo - Italia) 👻
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🇮🇹 Tra le proprietà dei baroni Genova-Rulli 🇮🇹 Tra le proprietà dei baroni Genova-Rulli figurava anche questo immobile oggi abbandonato, donato in eredità per ospitare un orfanotrofio. Questo palazzo di antica costruzione ospitò dopo la seconda guerra mondiale le bambine della città rimaste orfani sotto la guida di alcune suore. L'attività durò qui una decina di anni prima che la struttura venne dichiarata inagibile per motivi idro-geologici. L'edificio si sviluppa su due piani, circondato da giardino (oggi un bosco) a sua volta delimitato da una muraglia con quattro piccole torri agli angoli a scopo difensivo (Abruzzo - Italia) 👧🏻

Among the properties of the Genoa-Rulli barons there was also this abandoned building, donated as an inheritance to housing an orphanage. This ancient building housed after the Second World War the children of the city who were orphaned under the guidance of some nuns. The activity lasted here about ten years before the structure was declared uninhabitable for hydro-geological reasons. The building is spread over two floors, surrounded by a garden (now a wood) in turn bordered by a wall with four small towers at the corners for defensive purposes (Abruzzo - Italy) 👧🏻

Entre las propiedades de los barones Génova-Rulli también se encontraba este edificio ahora abandonado, donado como herencia para albergar un orfanato. Este antiguo edificio albergó después de la Segunda Guerra Mundial a las niñas de la ciudad que quedaron huérfanos bajo la dirección de unas monjas. La actividad duró aquí unos diez años antes de que la estructura fuera declarada inhabitable por razones hidrogeológicas. El edificio se distribuye en dos plantas, rodeado por un jardín (ahora un bosque) a su vez bordeado por un muro con cuatro pequeñas torres con fines defensivos (Abruzzo - Italia) 👧🏻
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Como en una pintura. La tormenta de la mañana ha amainado a lo largo del día y ha dejado espacio a una hermosa puesta de sol. Es mi primera puesta de sol después de 21 días de aislamiento (Abruzzo - Italia) 🌅
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