Caramanico Terme potrebbe essere considerato uno dei borghi migliori per andare alla scoperta del Parco Nazionale della Maiella. Nei dintorni sono tante le possibilità per praticare attività all’aria aperta, con una rete intricata di sentieri curati dall’ente Parco. Uno di questi è quello che da Guado Sant’Antonio, non lontano dalla stessa Caramanico Terme, conduce al Monte Rapina.
Quello di cui andrò a parlare è un percorso in grado di regalare scenari superbi, a due passi dalla selvaggia Valle dell’Orfento. Come tale è anche un luogo molto frequentato dalla fauna selvatica con possibilità di avvistamento di cervi, lupi e aquile reali.
In particolare il Monte Rapina, una delle circa sessanta vette della Maiella che superano i duemila metri, è il luogo ideale per ascoltare il bramito dei cervi in amore.
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Quando andare sul monte Rapina
Il periodo migliore è tra fine settembre e ottobre, quindi all’inizio dell’autunno. I maschi difendono il proprio harem di femmine e si sfidano tra loro, dapprima con il bramito e poi con veri e propri combattimenti.
Il sentiero per il monte Rapina
Per raggiungere il Monte Rapina mi sono incamminato sul sentiero B3 il quale conduce nella parte iniziale a un incrocio in località Prato della Corte. Qui il territorio è stato segnato dalla secolare attività agro-pastorale che ne ha modificato le caratteristiche originarie. Sono infatti visibili i terrazzamenti realizzati per coltivare. Il sentiero conduce a sinistra all’interno del bosco mentre a destra verso il Rifugio “Paolo Barrasso”.
Personalmente avevo già raggiunto il rifugio durante una ciaspolata invernale. É una meta molto gettonata in inverno, soprattutto da parte di numerosi scialpinisti.
La salita verso il Barrasso offre scenari straordinari, fino al mare. Una volta raggiunto il rifugio ho proseguito ritrovandomi direttamente sulla cresta, sul ciglio della Valle dell’Orfento. Qui il panorama spazia sul fondo del vallone, sul Monte Cavallo e sul Monte Focalone, il cuore glaciale della Maiella. Si continua tra pini mughi fino alla Piana della Rapina, sale sul colle, e arriva infine alla vetta, superando i 2000 metri. La vista è altrettanto panoramica, verso la Valle dell’Orta e verso l’imponente Monte Pescofalcone che è possibile raggiungere se si volesse continuare.
Il ritorno avviene sulla stessa via dell’andata. Io sono sceso al tramonto, uno spettacolo di colori con il cielo che si è infiammato in pochissimo tempo all’orizzonte.
Scheda tecnica
Distanza: 7,5 km ca a/r.
Dislivello positivo: 865 metri ca.
Altitudine minima: 1170 metri ca.
Altitudine massima: 2070 metri ca.
Tempo complessivo: 5h30 ca. a/r
Tipo di percorso: andata e ritorno
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