Lungo la costa peruviana, in generale, le precipitazioni sono quasi inesistenti e le temperature costanti nell’arco dell’anno. Un clima arido, quindi, che porta ad un paesaggio tipicamente desertico. Con piccole eccezioni, come le Lomas de Atiquipa.
Trovare acqua nel deserto è sempre difficile, eppure ci sono alcune piccole aree del Perù che beneficiano della “garua”, la tipica nebbia che attanaglia la costa nel periodo invernale, tra luglio e novembre. Le lomas sono sacche di vegetazione isolate, simili a oasi, sparse nel deserto peruviano.
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Dove si trovano le Lomas de Atiquipa
Atiquipa è un piccolo villaggio nella regione di Arequipa. Si trova a cavallo della Panamericana, il mitico sistema stradale che abbraccia tutto il continente americano lungo il Pacifico. Visto così potrebbe essere un anonimo paesino rurale, eppure dietro alle sue esigue dimensioni cela uno dei luoghi con maggiore biodiversità del Paese.
Come visitare le Lomas de Atiquipa
Io ho avuto la possibilità di visitare Atiquipa grazie a Julieta De La Torre, promoter turistica per la sua impresa Kusillaqta Tour e incallita ambientalista e animatrice socio-culturale. Nata in questa comunità è tornata a stabilirsi qui dopo anni trascorsi nella capitale Lima e da allora dà anima e cuore per promuovere e salvaguardare questo angolo di Perù ai più sconosciuto.
Cosa vedere alle Lomas de Atiquipa
Le dolci colline attorno ad Atiquipa fioriscono durante l’inverno, quando una densa nebbia arriva dall’Oceano Pacifico, condensando e fornendo così l’umidità necessaria a nutrire alberi e piante. L’umidità è fondamentale per la comunità locale che ha provveduto a costruire “atrapanieblas” (circa 120 saranno costruiti nei prossimi mesi), strutture metalliche in grado di catturare la nebbia sui punti più alti di specifici rilievi. L’umidità si trasforma in questo modo in acqua raccolta in serbatoi, utilizzata tutti i giorni, per bere e da usare per nutrire il bestiame e il raccolto.
Le Lomas di Atiquipa sono all’interno di un’area di conservazione privata nata nel 2011 con lo scopo di proteggere e conservare la biodiversità e i servizi ecosistemici che forniscono alla popolazione, attraverso attività di gestione sostenibile con la partecipazione attiva della comunità.
L’obiettivo è quello di trasformarla in un’area autosostenibile che fornisca efficientemente servizi di ecoturismo e ricerca, oltre a contribuire a educare e sensibilizzare i membri della comunità e la popolazione in generale sull’importanza della conservazione.
Atiquipa può vantare i boschi di lomas meglio conservati del Perù, coprendo circa 42.000 ettari, fino ad un’altitudine intorno ai 1.000 metri di quota, con circa 350 specie per quanto riguarda la flora. La specie più comune è l’autoctona Tara. C’è un progetto che prevede la semina di 150.000 piante di tara e la successiva riforestazione. Anche la fauna selvatica è abbondante.
Il pascolo non gestito del bestiame e le attività minerarie informali sono le principali minacce a questo habitat. Le colline sono utilizzate dai pastori locali come foraggio per il bestiame. L’estrazione mineraria su piccola scala è praticata in terreni privati accanto alle lomas. Ciò provoca l’erosione dei pendii adiacenti che a sua volta può portare all’inquinamento di scarsi corsi d’acqua.
Non solo, oltre alla ricca biodiversità, qui si trovano resti archeologici, che testimoniano l’importanza del luogo anche in passato. Lungo la costa passa il Qhapaq Ñan, il grande sistema stradale andino costruito dagli Inca, nel suo percorso verso Cusco, l’antico centro politico e amministrativo. Affacciato sull’oceano si trova Puerto Inca, con il centro archeologico chiamato Quebrada de la Vaca, il più importante sito sulla costa tra Nazca e Copiapó, in Cile.
Qui gli inca si dedicavano principalmente all’estrazione di frutti di mare per essiccarli e trasportarli a Cusco proprio attraverso il Qhapaq Ñan. Sono ben visibili dei “secaderos” che venivano utilizzati per pulire e asciugare le specie marine. Attorno a Puerto Inca si trovano anche antichi terrazzamenti che un tempo servivano per la coltivazione e recinti in pietra che servivano per riunire i greggi di lama e alpaca.
In altura si trova invece il sito di Cahuamarca, le cui rovine sembrano rimandare al periodo Pukina. Si tratta di un complesso archeologico costituito da case con muri in ciottoli, dove, in alcune di esse, si possono ancora vedere i supporti del vecchio tetto. Ci sono anche numerose chullpas, con ossa umane, anche in quella che sembra essere parte della zona abitativa, come se la popolazione vivesse accanto ai loro familiari deceduti. Probabilmente gli abitanti di Cahuamarca erano allevatori di bestiame.
Le Lomas de Atiquipa in video
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