Fara San Martino, Gole di S. Martino |
Superate le gole, si apre un canyon ben più ampio e luminoso dove si trovano i ruderi dell'antico monastero di San Martino in Valle, risalente all'anno 832. Adiacente ad una parete rocciosa che la riparava, rimase sepolta da detriti alluvionali nel corso dei secoli e solamente negli ultimi anni riportata in parte alla luce.
Fara San Martino, monastero di San Martino in Valle |
Continuare il sentiero per ore significherebbe raggiungere il Monte Amaro. Noi lo facciamo solamente per una decina di minuti, giusto il tempo di dissetarci a una sorgente freschissima e osservare due ragazzi che praticano arrampicata su roccia. Il cielo intanto va annuvolandosi e mentre pranziamo in un piccolo chiosco con caldi panini al prosciutto comincia a piovere. Nei pressi di un'area attrezzata a pic-nic scattiamo qualche foto alle limpidissime acque del Rio Verde.
Fara San Martino, Rio Verde |
Nonostante le cattive condizioni meteorologiche riprendiamo la nostra auto per raggiungere il paese di Palombaro. Facciamo fatica a trovare persone per chiedere informazioni. Superiamo ripidi tornanti e colline verdeggianti. La strada per raggiungere la Grotta Sant'Angelo, fuori dal centro abitato in località Sant'Agata D'Ugno, è molto stretta ed a tratti in salita; termina alle porte di un bosco. Intanto, fortunatamente, smette di piovere. Basta seguire un sentiero per una decina di minuti per raggiungere la chiesa rupestre. L'edificio, sorto tra l'XI e l'XII secolo, era destinato al culto di San Michele Arcangelo. Dell'antica costruzione rimangono un abside semicircolare emergente dalla roccia ed alcune vasche per la raccolta di acqua piovana che sembrano confermare il culto alla dea della fertilità Bona.
Terza tappa del tour è il borgo medievale di Roccascalegna distante poche decine di chilometri. Passeggiamo tra le caratteristiche vie del centro storico prima di raggiungere lo scenografico castello. Posto su un vertiginoso strapiombo e arroccato su un gigantesco masso arenario, fu edificato nell'XI secolo sui resti di una fortificazione risalente alla guerra tra Longobardi e Bizantini.
Quattro torri e una cinta muraria compongono la struttura. Il panorama dall'alto sulle verdeggianti colline circostanti è davvero suggestivo. Sulla via del ritorno visitiamo la piccola Chiesa di San Pietro lungo la stretta stradina che conduce al castello. Le prime notizie riguardanti l'esistenza dell'edificio destinato al culto risalgono al 1568 ma elementi architettonici come abside e presbiterio ipotizzano una maggiore antichità.
Decidiamo di fare ritorno a casa ma a Fossacesia le indicazioni verso la vicina Abbazia di San Giovanni in Venere ci spingono a fermarci nuovamente. Il complesso monastico, posto su una collina che domina la costa, è composto da una basilica realizzata in stile cistercense e da un monastero, entrambi costruiti all'inizio dell'XIII secolo. Splendido il chiostro duecentesco all'interno del monastero. Sono tanti i turisti ad affollare la chiesa in questa pallida giornata primaverile.
Fossacesia, San Giovanni in Venere |
Fossacesia, vista da San Giovanni in Venere |
A poche centinaia di metri un gruppo di contadini vende fragole da loro appena raccolte. Ne approfittiamo e acquistiamo un abbondante ma soprattutto invitante cestino. Scattiamo qualche foto lungo la "Costa dei Trabocchi". Il cielo è molto nuvoloso e sarà bene tornarci quando le condizioni meteo miglioreranno. Ci fermeremmo volentieri al Cimitero Militare Canadese di Ortona ma ha ricominciato a piovere e decidiamo definitivamente di fare ritorno a casa.
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