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Da Marrakech alla Valle dell′Ourika

Ottobre 2, 2012 · Manuel Santoro · Lascia un commento

Valle dell'Ourika, Setti Fatma
Passare la nottata nel riad ha fatto sicuramente bene: Giulia si sente molto meglio rispetto alla giornata precedente. Alle 9 due addetti dell’agenzia di viaggio Mami Tour ci vengono a prendere per portarci al punto di ritrovo per l’escursione alla Valle dell’Ourika. Alle porte di Marrakech la strada inizia a salire e nei pressi di un punto panoramico ci fermiamo per scattare alcune foto a un paesaggio dove gli ulivi fanno da padrone sulle colline circostanti.
Sulla strada per la Valle dell'Ourika
Sulla strada per la Valle dell’Ourika
Un bambino marocchino con la maglia della Spagna ci chiede qualche spicciolo. Proseguendo nel percorso sostiamo a un orto botanico con erbe aromatiche. E’ una usuale tappa per le escursioni da queste parti visto che moltissimi pulmini affollano il piccolo parcheggio all’entrata. Ci sono vari addetti, ognuno dei quali parla una differente lingua. Il nostro ci liquida con una velocissima spiegazione delle diverse piante. La seconda tappa è la visita di una casa berbera nei pressi del centro abitato di Oulmes. Anche in questo caso le spiegazioni sono state molto fugaci. Nei dintorni, la vegetazione è rigogliosa e accanto alla casa scorre un vivace torrente dalle acque cristalline.
Valle dell'Ourika
Valle dell’Ourika
Inoltrandoci sempre più nella valle, tanti scricchiolanti ponti di legno, a volte sistemati alla bene e meglio, spesso collegano la strada a piccoli ristoranti sull’altra sponda del fiumiciattolo. Peccato che la bellezza del luogo sia rovinata dall’eccessiva presenza dei turisti. A Setti Fatma, parcheggiato il pulmino, ci accoglie una guida locale che ci accompagnerà nella visita delle cascate attraverso un piccolo trekking dalla durata totale di due ore.
Valle dell'Ourika, Setti Fatma
Valle dell’Ourika, Setti Fatma
Attraversato il torrente ci inerpichiamo tra rocce scivolose. Al contrario degli altri componenti del gruppo presi un po’ alla sprovvista, indossiamo regolarmente scarponi da trekking e non abbiamo particolari problemi ad affrontare il percorso. Lungo il sentiero tanti piccoli chioschi vendono prodotti artigianali e bibite a prezzi spropositati per gli standard marocchini ai turisti. Giungiamo al primo salto della cascata dopo appena venti minuti. Non è eccessivamente alto, solo alcuni metri. E’ sicuramente il secondo il più spettacolare, il più fotografato. La cascata si getta in quello che è un piccolo laghetto naturale. Alcuni ragazzi ne approfittano per farsi un rigenerante tuffo.

Valle dell'Ourika, cascata, primo salto
Valle dell'Ourika, cascata, secondo salto
Valle dell’Ourika, cascata, secondo salto
Continuiamo a salire dopo aver evitato una ripida roccia con una scala di ferro. Da un terrazzino panoramico, in lontananza, ammiriamo altri tre salti della cascata. In tutto sarebbero sette, ma per vedere gli altri sarebbero necessarie altre ore di cammino ma il tempo a nostra disposizione non è sufficiente. Il panorama su tutta la valle è davvero splendido. Iniziamo a scendere sull’altro versante della montagna con vista dell’abitato di Setti Fatma. Particolarità del paese è che quasi tutte le abitazioni possiedono un’antenna satellitare.

Valle dell'Ourika, cascata
Valle dell’Ourika, cascata

Valle dell'Ourika
Valle dell’Ourika
Valle dell'Ourika, Setti Fatma
Valle dell'Ourika, Setti Fatma
Valle dell’Ourika, Setti Fatma
Il percorso è scivoloso è spesso qualcuno rischia di cadere. Lo stesso faccio anch’io nei pressi di un torrente scatenando l’ilarità di due ragazze marocchine. E’ finalmente ora di pranzare. Ci sediamo nel ristorante scelto dall’agenzia, ma dopo aver consultato il menu decidiamo di andarcene. I prezzi sono davvero alti. A nulla sono valsi i tentativi del cameriere di convincerci a rimanere. Alla fine scegliamo il poco distante e più economico Restaurant Le Noyer. Sulla via del ritorno una ruspa è intenta nello spostare un enorme masso precipitato dall’imponente parete rocciosa laterale alla strada. Tornati a Marrakech ne approfittiamo per acquistare gli ultimi souvenir. Fin dal primo giorno ci eravamo ripromessi di recarci al Le Grand Balcon, il cafè con vista sulla piazza Jemaa El Fna. Scegliamo il momento migliore, quando il sole sta tramontando, mentre i muezzin “cantano” dalle vicine moschee. La consumazione è obbligatoria ed io opto per un tè alla menta, un po’ troppo forte. Sicuramente meglio quello di Hassan! La piazza a quest’ora della giornata è un brulicare di persone, un continuo via vai. I chioschi ristorante accendono i fuochi e nell’aria si sprigionano i fumi delle cucine. I tavolini più vicini alla balaustra sono quelli più gettonati e dobbiamo attendere una buona mezz’ora prima che se ne liberi uno. Attendiamo che il sole scenda completamente per lasciare spazio alla sera, prima di andare a cena in uno dei tanti ristoranti mobili. E’ l’ultima serata in terra marocchina.

Marrakech, piazza Jemaa El Fna
Marrakech, piazza Jemaa El Fna
Marrakech, piazza Jemaa El Fna
Marrakech, piazza Jemaa El Fna
Marrakech, piazza Jemaa El Fna

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📍 Amtoudi 🇲🇦 Nel cuore dell'oasi di Id A 📍 Amtoudi 🇲🇦

Nel cuore dell'oasi di Id Aïssa si trova il villaggio berbero di Amtoudi, dominato da imponenti scogliere. Qui vivono circa 300 famiglie che vivono principalmente di agricoltura. Sulle falesie circostanti sono ben visibili due igoudar (plurale di agadir). Un agadir è un granaio collettivo fortificato, con torri di guardia per monitorare qualsiasi tentativo di intrusione nella valle. La funzione di un agadir era quella di immagazzinare e proteggere le colture del villaggio e anche le sue ricchezze (Guelmim-Oued Noun | Marocco) 🌴

In the heart of the oasis of Id Aïssa is the Berber village of Amtoudi, dominated by imposing cliffs. Around 300 families live here, mainly farming. Two igoudars (plural of agadir) are clearly visible on the surrounding cliffs. An agadir is a fortified collective granary, with watchtowers to monitor any attempted intrusion into the valley. The function of an agadir was to store and protect the village's crops and also its wealth (Guelmim-Oued Noun | Morocco) 🌴

En el corazón del oasis de Id Aïssa se encuentra el pueblo bereber de Amtoudi, dominado por imponentes acantilados. Aquí viven unas 300 familias, principalmente dedicadas a la agricultura. Dos igoudars (plural de agadir) son claramente visibles en los acantilados circundantes. Un agadir es un granero colectivo fortificado, con torres de vigilancia para vigilar cualquier intento de intrusión en el valle. La función de un agadir era almacenar y proteger las cosechas del pueblo y también su riqueza (Guelmim-Oued Noun | Marruecos) 🌴

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📍 Ameln Valley 🇲🇦 Non lontano da Tafraou 📍 Ameln Valley 🇲🇦

Non lontano da Tafraout, nel cuore della Ameln Valley, si staglia il villaggio di Oumesnat. Tra le rovine della città vecchia vi è un grande edificio in terra, sapientemente ristrutturato. Un tempo una casa, oggi è un hotel tradizionale, la Maison Traditionelle. Qui abbiamo dormito, luogo più che raccomandato (Souss Massa | Marocco) 🏘

Not far from Tafraout, in the heart of the Ameln Valley, stands the village of Oumesnat. Among the ruins of the old town is a large earthen building, skilfully restored. Once a house, it is now a traditional hotel, the Maison Traditionelle. Here we slept, a place more than recommended (Souss Massa | Morocco) 🏘

No lejos de Tafraout, en el corazón del valle del Ameln, se alza el pueblo de Oumesnat. Entre las ruinas del casco antiguo hay un gran edificio de tierra, hábilmente restaurado. Antaño una casa, ahora es un hotel tradicional, la Maison Traditionelle. Aquí dormimos, un lugar más que recomendable (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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📍 Ameln Valley 🇲🇦 Il villaggio di Tazoul 📍 Ameln Valley 🇲🇦

Il villaggio di Tazoulte ha un antico cimitero ebraico che può essere di interesse storico. Sebbene la comunità ebraica abbia lasciato la zona alcuni anni fa, gran parte dell'argenteria della regione reca incisi simboli ebraici, in quanto gli ebrei erano tradizionalmente gli argentieri della regione (Souss Massa | Marocco) 🏘

The village of Tazoulte has an ancient Jewish cemetery that may be of historical interest. Although the Jewish community left the area some years ago, much of the silverware in the region is engraved with Jewish symbols, as Jews were traditionally the silversmiths of the region (Souss Massa | Morocco) 🏘

El pueblo de Tazoulte posee un antiguo cementerio judío que puede tener interés histórico. Aunque la comunidad judía abandonó la zona hace algunos años, gran parte de la platería de la región está grabada con símbolos judíos, ya que los judíos eran tradicionalmente los plateros de la región (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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📍 Ameln Valley 🇲🇦

Partendo da Tafraout è possibile visitare numerosi villaggi incastonati nella Ameln Valley. Tagdicht è il più elevato ed anche il più difficile da raggiungere. Vi è una sola strada, stretta, tortuosa, che si inerpica tra le montagne senza alcuna protezione (Souss Massa | Marocco) 🏘

Starting from Tafraout, it is possible to visit numerous villages nestled in the Ameln Valley. Tagdicht is the highest and also the most difficult to reach. There is only one road, narrow, winding, that climbs through the mountains without any protection (Souss Massa | Morocco) 🏘

Partiendo de Tafraout, es posible visitar numerosos pueblos enclavados en el valle del Ameln. Tagdicht es el más alto y también el más difícil de alcanzar. Sólo hay una carretera, estrecha y sinuosa, que sube por las montañas sin ninguna protección (Souss Massa | Marruecos) 🏘

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