Passare la nottata nel riad ha fatto sicuramente bene: Giulia si sente molto meglio rispetto alla giornata precedente. Alle 9 due addetti dell’agenzia di viaggio Mami Tour ci vengono a prendere per portarci al punto di ritrovo per l’escursione alla Valle dell’Ourika. Alle porte di Marrakech la strada inizia a salire e nei pressi di un punto panoramico ci fermiamo per scattare alcune foto a un paesaggio dove gli ulivi fanno da padrone sulle colline circostanti.
Sulla strada per la Valle dell’Ourika |
Un bambino marocchino con la maglia della Spagna ci chiede qualche spicciolo. Proseguendo nel percorso sostiamo a un orto botanico con erbe aromatiche. E’ una usuale tappa per le escursioni da queste parti visto che moltissimi pulmini affollano il piccolo parcheggio all’entrata. Ci sono vari addetti, ognuno dei quali parla una differente lingua. Il nostro ci liquida con una velocissima spiegazione delle diverse piante. La seconda tappa è la visita di una casa berbera nei pressi del centro abitato di Oulmes. Anche in questo caso le spiegazioni sono state molto fugaci. Nei dintorni, la vegetazione è rigogliosa e accanto alla casa scorre un vivace torrente dalle acque cristalline.
Valle dell’Ourika |
Inoltrandoci sempre più nella valle, tanti scricchiolanti ponti di legno, a volte sistemati alla bene e meglio, spesso collegano la strada a piccoli ristoranti sull’altra sponda del fiumiciattolo. Peccato che la bellezza del luogo sia rovinata dall’eccessiva presenza dei turisti. A Setti Fatma, parcheggiato il pulmino, ci accoglie una guida locale che ci accompagnerà nella visita delle cascate attraverso un piccolo trekking dalla durata totale di due ore.
Valle dell’Ourika, Setti Fatma |
Attraversato il torrente ci inerpichiamo tra rocce scivolose. Al contrario degli altri componenti del gruppo presi un po’ alla sprovvista, indossiamo regolarmente scarponi da trekking e non abbiamo particolari problemi ad affrontare il percorso. Lungo il sentiero tanti piccoli chioschi vendono prodotti artigianali e bibite a prezzi spropositati per gli standard marocchini ai turisti. Giungiamo al primo salto della cascata dopo appena venti minuti. Non è eccessivamente alto, solo alcuni metri. E’ sicuramente il secondo il più spettacolare, il più fotografato. La cascata si getta in quello che è un piccolo laghetto naturale. Alcuni ragazzi ne approfittano per farsi un rigenerante tuffo.
Valle dell’Ourika, cascata, secondo salto |
Continuiamo a salire dopo aver evitato una ripida roccia con una scala di ferro. Da un terrazzino panoramico, in lontananza, ammiriamo altri tre salti della cascata. In tutto sarebbero sette, ma per vedere gli altri sarebbero necessarie altre ore di cammino ma il tempo a nostra disposizione non è sufficiente. Il panorama su tutta la valle è davvero splendido. Iniziamo a scendere sull’altro versante della montagna con vista dell’abitato di Setti Fatma. Particolarità del paese è che quasi tutte le abitazioni possiedono un’antenna satellitare.
Valle dell’Ourika, cascata |
Valle dell’Ourika |
Valle dell’Ourika, Setti Fatma |
Il percorso è scivoloso è spesso qualcuno rischia di cadere. Lo stesso faccio anch’io nei pressi di un torrente scatenando l’ilarità di due ragazze marocchine. E’ finalmente ora di pranzare. Ci sediamo nel ristorante scelto dall’agenzia, ma dopo aver consultato il menu decidiamo di andarcene. I prezzi sono davvero alti. A nulla sono valsi i tentativi del cameriere di convincerci a rimanere. Alla fine scegliamo il poco distante e più economico Restaurant Le Noyer. Sulla via del ritorno una ruspa è intenta nello spostare un enorme masso precipitato dall’imponente parete rocciosa laterale alla strada. Tornati a Marrakech ne approfittiamo per acquistare gli ultimi souvenir. Fin dal primo giorno ci eravamo ripromessi di recarci al Le Grand Balcon, il cafè con vista sulla piazza Jemaa El Fna. Scegliamo il momento migliore, quando il sole sta tramontando, mentre i muezzin “cantano” dalle vicine moschee. La consumazione è obbligatoria ed io opto per un tè alla menta, un po’ troppo forte. Sicuramente meglio quello di Hassan! La piazza a quest’ora della giornata è un brulicare di persone, un continuo via vai. I chioschi ristorante accendono i fuochi e nell’aria si sprigionano i fumi delle cucine. I tavolini più vicini alla balaustra sono quelli più gettonati e dobbiamo attendere una buona mezz’ora prima che se ne liberi uno. Attendiamo che il sole scenda completamente per lasciare spazio alla sera, prima di andare a cena in uno dei tanti ristoranti mobili. E’ l’ultima serata in terra marocchina.
Marrakech, piazza Jemaa El Fna |
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