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Morino Vecchio. Il borgo abbandonato

Luglio 18, 2015 · Manuel Santoro · 2 commenti

Morino Vecchio

“Avezzano è completamente distrutta. Lo spettacolo è terrificante: migliaia di metri cubi di rovina accumulati e formati specialmente da grossi blocchi rendono enormemente difficile il lavoro di salvataggio. […] Si conferma che i superstiti di Avezzano non superano il 10% della popolazione.” 

(Il Mattino, 15/01/1915) 
Ore 07:52:48 del 13 gennaio 1915. Un terremoto di magnitudo 7.0 colpisce la Marsica e parte del Lazio meridionale portando via per sempre la vita di oltre 30.000 persone. Avezzano prima del sisma era una fiorente cittadina dedita soprattutto all’agricoltura e al settore terziario. Dei 13.000 abitanti oltre 10.700 furono le vittime. Il sisma rase al suolo non soltanto il principale centro della Marsica, ma anche tutti i paesi dell’area fucense, della media Valle del Liri e i paesi della Valle Roveto. Tra questi l’abitato di Morino Vecchio che fu abbandonato appena dopo il terremoto che costò la vita a ben 113 abitanti, dei quali tre non furono mai ritrovati.
Del borgo, ben visibile dalla nuova Morino costruita più a valle, non rimane granché. Lo raggiungiamo percorrendo una sterrata dalla periferia della frazione di La Grancia. Probabilmente la giornata non è quella ideale per visitare Morino Vecchio, abbiamo scelto uno dei giorni più caldi dell’estate. La carrareccia, nonostante non sia in ottime condizioni, è percorribile anche con un’utilitaria ma preferiamo non rischiare. La salita, sotto il sole cocente, dura circa 40 minuti. Arriviamo in quello che era il principale viale del paese. Due abitazioni sono ancora in piedi: nella prima, sulla sinistra, è possibile entrare e con le dovute precauzioni salire anche al secondo piano. Le mattonelle, colorate e a scacchiera, sono quelle di una volta. Sui muri una lunga serie di scritte, a volte un po’ troppo volgari. Al piano terra ci sono ancora alcuni arredi, un tavolo, una panca in legno, un caminetto sporco di fuliggine. La mancanza di infissi fa si che all’interno della struttura soffi una brezza piacevole e rinfrescante rispetto al caldo dell’esterno.

Morino Vecchio, abitazione abbandonata
Morino Vecchio, abitazione abbandonata
Morino Vecchio, abitazione abbandonata
Morino Vecchio, abitazione abbandonata

Quasi di fronte a questa abitazione è situata un’altra palazzina. Dev’essere appartenuta a una famiglia benestante, non è difficile intuirlo. In ogni stanza del piano terra è presente un caminetto e sono ancora evidenti raffinati strati di pittura ormai cadenti. Gli interni sono in pessime condizioni e stavolta non è consentito salire al secondo piano, lo scheletro di metallo di una vecchia sdraio è infatti posizionato dinanzi alle scale per impedirne l’accesso.

Morino Vecchio, abitazione abbandonata
Morino Vecchio, abitazione abbandonata
Morino Vecchio, abitazione abbandonata
Morino Vecchio, abitazione abbandonata

Il cuore del borgo, o meglio ciò che ne rimane, è a poche decine di metri più in là, abbarbicato su una collina rocciosa. Se fossimo venuti fin qui qualche mese prima avremmo visto il paese in condizioni differenti. In occasione del centenario del terremoto è stato creato un comitato ad hoc che ha provveduto a completare le opere di pulizia e di sistemazione dei ruderi con l’obiettivo di ricostruire i tragici eventi e valorizzare il borgo attraverso l’organizzazione di manifestazioni commemorative. Una fontana rinfrescante è situata nei pressi di quella che era la piazza principale, piazza San Rocco. Nelle vicinanze alcuni cavalli pascolano in un terreno all’ombra di alcuni ulivi.

Morino Vecchio, piazza San Rocco
Morino Vecchio, piazza San Rocco

Ci inoltriamo in salita verso il nucleo principale del borgo: le mura della chiesa sepolcrale di San Rocco sono i primi elementi architettonici che incontriamo. La sagoma del campanile della chiesa di Santa Maria Bambina, opportunamente ristrutturato, è probabilmente la struttura caratterizzante di tutto il paese. Dell’edificio, in stile romanico, rimane anche la parte absidale. Un croce in ferro con vista sui monti Ernici sostituisce invece l’antico altare. Nelle vicinanze della chiesa sorgeva il Convento delle Suore adoratrici del preziosissimo sangue. Le suore guidate da Santa Maria de Mattias si stanziarono qui nel novembre del 1841 e fondarono la prima scuola femminile del territorio. Oltre la chiesa di Santa Maria Bambina è ancora evidente un forno con il suo vano cottura. Due cisterne ben conservate per la conservazione di olio e vino contraddistinguono il palazzo Facchini.

Morino Vecchio, chiesa di Santa Maria Bambina
Morino Vecchio, chiesa di Santa Maria Bambina
Morino Vecchio, chiesa di Santa Maria Bambina
Morino Vecchio, chiesa di Santa Maria Bambina
Morino Vecchio, forno
Morino Vecchio, forno
Morino Vecchio, vista dal borgo antico sul nuovo abitato Morino
Morino Vecchio, vista dal borgo antico sul nuovo abitato Morino 

Torniamo nuovamente sui nostri passi per dirigerci verso il cimitero di Morino Vecchio, anch’esso abbandonato. Scendendo dal paese lungo la strada percorsa all’andata imbocchiamo sulla sinistra una stradina immersa nella vegetazione, annunciata da una piccola croce di ferro nel bel mezzo dell’incrocio. Un cancello arrugginito permette di entrare nel sito adagiato sul pendio di una collina. Tutto è lasciato all’incuria del tempo: tombe ricoperte dalla vegetazione, croci arrugginite e i nomi dei defunti quasi illeggibili. Alcune cappelle sono aperte lasciando intravedere gli interni. La maggior parte delle tombe è risalente agli anni del terremoto ma non mancano lapidi degli anni sessanta.

Morino Vecchio, cimitero
Morino Vecchio, cimitero
Morino Vecchio, cimitero
Morino Vecchio, cimitero
Morino Vecchio, cimitero
Qualche chilometro a valle è situato il nuovo abitato di Morino. La ricostruzione ha dato vita a un paese anonimo che vede la chiesa di Santa Maria Nuova la struttura religiosa principale. Non mancano comunque aree interessanti nella zona: la Riserva Naturale di Zompo Lo Schioppo con una delle cascate più alte dell’Appennino, qualche chilometro oltre il paese, è un luogo ideale per famiglie e scolaresche in gita. Una piacevole passeggiata conduce invece all’eremo della Madonna del Cauto.
Morino, chiesa di Santa Maria Nuova
Morino, chiesa di Santa Maria Nuova
Zompo Lo Schioppo
Zompo Lo Schioppo

#MyAbandonedPlaces. Siete interessati ad altri luoghi abbandonati? Date un’occhiata al progetto di un’altra blogger, Guenda’s Travels:

www.guendastravels.com/myabandonedplaces-project

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Commenti

  1. Valentina - Guenda's Travels dice

    Settembre 9, 2015 alle 7:30 pm

    luogo molto suggestivo! Bello! Grazie Manuel per la condivisione! 🙂

    Rispondi
    • Manuel Santoro dice

      Settembre 10, 2015 alle 10:22 am

      Grazie mille Vale!

      Rispondi

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