“Avezzano è completamente distrutta. Lo spettacolo è terrificante: migliaia di metri cubi di rovina accumulati e formati specialmente da grossi blocchi rendono enormemente difficile il lavoro di salvataggio. […] Si conferma che i superstiti di Avezzano non superano il 10% della popolazione.”
Morino Vecchio, abitazione abbandonata |
Quasi di fronte a questa abitazione è situata un’altra palazzina. Dev’essere appartenuta a una famiglia benestante, non è difficile intuirlo. In ogni stanza del piano terra è presente un caminetto e sono ancora evidenti raffinati strati di pittura ormai cadenti. Gli interni sono in pessime condizioni e stavolta non è consentito salire al secondo piano, lo scheletro di metallo di una vecchia sdraio è infatti posizionato dinanzi alle scale per impedirne l’accesso.
Morino Vecchio, abitazione abbandonata |
Il cuore del borgo, o meglio ciò che ne rimane, è a poche decine di metri più in là, abbarbicato su una collina rocciosa. Se fossimo venuti fin qui qualche mese prima avremmo visto il paese in condizioni differenti. In occasione del centenario del terremoto è stato creato un comitato ad hoc che ha provveduto a completare le opere di pulizia e di sistemazione dei ruderi con l’obiettivo di ricostruire i tragici eventi e valorizzare il borgo attraverso l’organizzazione di manifestazioni commemorative. Una fontana rinfrescante è situata nei pressi di quella che era la piazza principale, piazza San Rocco. Nelle vicinanze alcuni cavalli pascolano in un terreno all’ombra di alcuni ulivi.
Morino Vecchio, piazza San Rocco |
Ci inoltriamo in salita verso il nucleo principale del borgo: le mura della chiesa sepolcrale di San Rocco sono i primi elementi architettonici che incontriamo. La sagoma del campanile della chiesa di Santa Maria Bambina, opportunamente ristrutturato, è probabilmente la struttura caratterizzante di tutto il paese. Dell’edificio, in stile romanico, rimane anche la parte absidale. Un croce in ferro con vista sui monti Ernici sostituisce invece l’antico altare. Nelle vicinanze della chiesa sorgeva il Convento delle Suore adoratrici del preziosissimo sangue. Le suore guidate da Santa Maria de Mattias si stanziarono qui nel novembre del 1841 e fondarono la prima scuola femminile del territorio. Oltre la chiesa di Santa Maria Bambina è ancora evidente un forno con il suo vano cottura. Due cisterne ben conservate per la conservazione di olio e vino contraddistinguono il palazzo Facchini.
Morino Vecchio, chiesa di Santa Maria Bambina |
Morino Vecchio, forno |
Morino Vecchio, vista dal borgo antico sul nuovo abitato Morino |
Torniamo nuovamente sui nostri passi per dirigerci verso il cimitero di Morino Vecchio, anch’esso abbandonato. Scendendo dal paese lungo la strada percorsa all’andata imbocchiamo sulla sinistra una stradina immersa nella vegetazione, annunciata da una piccola croce di ferro nel bel mezzo dell’incrocio. Un cancello arrugginito permette di entrare nel sito adagiato sul pendio di una collina. Tutto è lasciato all’incuria del tempo: tombe ricoperte dalla vegetazione, croci arrugginite e i nomi dei defunti quasi illeggibili. Alcune cappelle sono aperte lasciando intravedere gli interni. La maggior parte delle tombe è risalente agli anni del terremoto ma non mancano lapidi degli anni sessanta.
Morino Vecchio, cimitero |
Morino, chiesa di Santa Maria Nuova |
Zompo Lo Schioppo |
#MyAbandonedPlaces. Siete interessati ad altri luoghi abbandonati? Date un’occhiata al progetto di un’altra blogger, Guenda’s Travels:
Valentina - Guenda's Travels dice
luogo molto suggestivo! Bello! Grazie Manuel per la condivisione! 🙂
Manuel Santoro dice
Grazie mille Vale!