Ci sono due luoghi in Abruzzo che mi ricordano gli spogli paesaggi attraversati durante il mio ultimo viaggio in Mongolia. L’altopiano di Campo Imperatore è sicuramente il più conosciuto, il cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, uno scenario d’eccezione per film internazionali e spot pubblicitari ai piedi del Corno Grande. C’è poi l’altopiano del Voltigno, sempre all’interno dell’area protetta, e meno avvezzo al turismo. L’abbiamo scelto per un rilassante trekking, una facile camminata fuori stagione di un paio d’ore.
COME ARRIVARE
Raggiungere il Voltigno è molto semplice. Villa Celiera è il centro abitato di riferimento per arrivare alla nostra meta di giornata. Basta seguire la strada principale che attraversa il paese, tocca la zona residenziale de Le Scalate e passa appena sotto le formazioni rocciose dei Merletti. Qui un grande cartellone dà il proprio benvenuto nel Parco nei pressi di un tornante panoramico che offre una splendida veduta su tutto il Vallone d’Angri. La strada asfaltata prosegue, supera un’area pic-nic e si inoltra nella faggeta per poche centinaia di metri sino ad arrivare all’ingresso dell’altopiano circondato da rigogliosi boschi e sorvegliato dal Monte Meta e dal Monte Camicia.
IL TREKKING
Lasciamo l’auto lì dove termina la strada asfaltata per lasciare spazio all’altopiano. Ci siamo informati prima di partire, il sentiero per un lungo tratto non è segnalato ma l’assenza della vegetazione in gran parte dell’area fa si che sia possibile orientarsi facilmente. Ci incamminiamo lungo un tratturo dal fondo erboso lasciando alla nostra sinistra una carrareccia che conduce verso la ben visibile Casa Macerone. Passeremo da lì lungo la via di ritorno in quanto abbiamo scelto di percorrere un itinerario ad anello. Mandrie di buoi pascolano liberamente sulle distese erbose. Per gli animali è un continuo scuotimento di coda nel tentativo di liberarsi dell’infinità di moschette che popolano la zona al termine della stagione estiva. Anche noi in certi momenti sembriamo autolesionisti e siamo costretti a tirarci pacche su tutto il corpo per allontanare momentaneamente i fastidiosi insetti.
Altopiano del Voltigno |
Al centro dell’altopiano fanno bella mostra alcuni laghetti utilizzati dal bestiame come abbeveratoio anche se in questo periodo sono ormai ridotti a semplici pozze di fango, lago Sfondo compreso, il più grande dell’area. Il sentiero sale dolcemente, tra sporadici fiori e rigagnoli d’acqua. Nei pressi di un abbeveratoio fa la sua comparsa un’altra mandria sorvegliata da lontano da un pastore all’interno del suo furgoncino. Continuiamo a salire fin sulla sommità di un colle. Un rifugio è a qualche centinaia di metri e noi lo raggiungiamo per un gustoso pranzo a base di arrosticini. Ci rilassiamo sulle panchine all’esterno sotto un caldo sole di fine estate. Lentamente il rifugio si riempie, arrivano ragazzi del posto e alcune famiglie in mountain bike. Ripresa la marcia, tagliando tra i pendii, ci dirigiamo verso le fitte faggete che chiudono a ovest e a sud l’altopiano. Qui alcuni cavalli si muovono tra gli alberi in attesa che qualcuno li venga a riprendere. Costeggiamo Casa Macerone e in breve torniamo al punto di partenza dove greggi pecore hanno sostituito i buoi.
Altopiano del Voltigno |
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