La figura della Sibilla è una presenza costante nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Fin dall’era di Cristo miti e magie hanno dato vita ad antiche leggende che la forza del tempo ha permesso di tramandarle sino ai giorni nostri. Tutto si è sviluppato attorno a una grotta, situata su una vetta aspra e nuda oggi conosciuta con il nome di Monte Sibilla. Viaggiatori ed esploratori hanno cercato più volte di varcarne l’accesso riportando con sé testimonianze enigmatiche e a volte contrastanti.
Ai piedi del Monte Sibilla è adagiato il minuscolo borgo di Montemonaco. Lo visitiamo dopo un abbondante pranzo presso l’hotel ristorante Monti Azzurri. Nel paese si contano poco meno di settecento anime ma nelle prime ore del pomeriggio sembra quasi disabitato. È davvero piacevole vagare tra i vicoli desolati e lasciarsi trasportare senza meta. Dal ristorante ci incamminiamo in salita lungo via Italia per raggiungere in breve il Palazzo Municipale, con la sua torre trecentesca, e la chiesa di San Giovanni Battista. Poco più in là, nei pressi di Porta San Biagio e addossate alle mura cittadine, si trovano altre due chiese, San Biagio intra Moenia, risalente al XV secolo, e San Benedetto Abate, del XVI secolo. Entriamo in quest’ultima. Al suo interno è custodita una reliquia, il braccio d’argento di San Benedetto, realizzato da un orafo di Norcia, Cristoforo Quarantotto. Il fatto che le due chiese siano adiacenti tra loro è testimoniato dall’abside della chiesa di San Biagio all’interno di quella di San Benedetto.
Montemonaco, Porta San Biagio |
Montemonaco, chiese di San Biagio intra Moenia e di San Domenico |
Montemonaco, chiese di San Domenico |
Da Porta San Biagio usciamo momentaneamente fuori dal nucleo cittadino per osservare dall’esterno ciò che rimane delle mura castellane intervallate da tre torrioni. Il vicino Parco Montiguarnieri ci regala attraverso un belvedere una splendida vista panoramica sui circostanti monti Sibillini. Andare in montagna in questo periodo è sempre uno spettacolo, soprattutto in un posto così dove la rigogliosa vegetazione è l’elemento predominante nel paesaggio. Sembra di essere finiti all’interno di un quadro impressionista con i boschi dipinti con delicate sfumature di verde e di giallo.
Montemonaco, vista sui monti Sibillini dal belvedere |
Superiamo una galleria naturale, un ombroso viale alberato che ci conduce nuovamente in centro, più precisamente in Piazza Risorgimento. Ciò che ci colpisce è l’attenzione dei cittadini per i particolari. Sono riusciti nell’intento di far diventare un borgo caratteristico ancora più bello aggiungendo vivaci tocchi di colore con aiuole e vasi fioriti.
Montemonaco, colorati scorci del centro storico |
Il legame tra Montemonaco e la Sibilla è rinsaldato ancor di più dalla presenza in paese di un museo, all’interno di Villa Curi. Non amo molto i musei ma questo dedicato alla Grotta della Sibilla ha qualcosa di speciale e trascorrerei ore ad ascoltare ed immaginare leggende e fantasie sul regno fatato della Sibilla Appenninica. Ogni sezione raccoglie testimonianze artistiche, storiche e culturali del comune di Montemonaco che inevitabilmente si intrecciano con la tradizione letteraria e leggendaria di questa figura. Sono esposti antichi oggetti come libri e pergamene oltre alla “Gran Pietra”, una misteriosa roccia con delle epigrafi rinvenuta nei pressi del vicino lago di Pilato, un tempo meta di negromanti, maghi e stregoni.
Montemonaco, Museo della Grotta della Sibilla |
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