Imponenti pinnacoli di roccia levigata e monasteri abbarbicati sulla loro sommità che sembrano quasi sospesi nel nulla. Questa descrizione un po’ semplicistica non rende giustizia alla bellezza delle Meteore, un luogo di fede e contemplazione diventato ormai una famosa attrazione turistica della Grecia continentale.
Ho scelto di visitare questa destinazione in autonomia partendo dall’Hostel Meteora di Trikala, senza appoggiarmi ad un’escursione organizzata, né utilizzando mezzi di trasporto per spostarmi tra i vari monasteri. Una giornata di trekking che mi ha regalato splendide vedute panoramiche della zona e, allo stesso tempo, ha portato alla luce alcuni aspetti negativi di cui vi parlerò fra poco. Le Meteore rimangono tuttavia un luogo da visitare ed ammirare, magari fuori stagione, senza le orde dei gruppi organizzati.
Per chi si stesse chiedendo cosa voglia dire il toponimo Meteore, sappiate che questo deriva dall’aggettivo greco meteoros, che significa ‘sospeso in’aria’. Un tempo, a partire dall’XI secolo d.C. le cavità naturali tra le pareti rappresentarono la dimora solitaria di eremiti. Nel XIV secolo invece con l’arrivo dei turchi in territorio greco le Meteore divennero il rifugio ideale per alcuni religiosi che si stabilirono qui per sfuggire alle persecuzioni. Vennero fondati i primi monasteri, inizialmente raggiungibili solamente attraverso scale rimovibili. Oggi è tutto cambiato, ci sono strade asfaltate nei dintorni e per entrare nelle strutture religiose sono presenti comode scalinate scavate nella roccia.
In autobus da Trikala a Kalambaka (e viceversa)
A Trikala l’autobus della KTEL diretto a Kalambaka, centro di riferimento per visitare le Meteore, non parte dalla stazione della compagnia situata circa 4 km dal centro ma da una fermata centrale situata all’angolo tra Othonos e Garivaldi. Proprio di fronte vi è la biglietteria. Il viaggio in autobus tra le due città dura appena 35 minuti. A Kalambaka non proseguite sino all’autostazione ma chiedete al conducente di scendere alla fermata più prossima all’Alsos House, punto di riferimento per cominciare il trekking. Per il viaggio di ritorno dovrete invece raggiungere la stazione della KTEL con annessa biglietteria a 50 metri dalla piazza del municipio, Plateia Dimarhiou, e dalla fontana. Gli autobus per Trikala, durante le ore centrali della giornata, partono ogni ora.
Kalambaka |
I monasteri incontrati durante il trekking
- Moní Agías Triádos
- Moní Agíou Stefánou
- Moní Agías Varváras Rousánou
- Moní Varlaám
- Moní Megálou Meteórou
Il trekking. Un itinerario ad anello con partenza e arrivo a Kalambaka
Ho cominciato il trekking delle Meteore attorno alle ore 10 del mattino. Anticipate se non volete camminare durante le ore più calde della giornata. L’autobus mi ha lasciato all’angolo tra Trikalon e Agiou Stefanou, un luogo perfetto per fare rifornimento di provviste in vista della giornata. Nelle vicinanze sono presenti infatti una panetteria, su Trikalon, e un supermercato, su Agiou Stefanou. C’è da dire che l’impatto delle Meteore su Kalambaka è semplicemente spettacolare, grazie alle ripide falesie di arenaria che incombono sul centro storico. Incamminandomi verso la città vecchia in leggera salita, con le maestose pareti sullo sfondo, le prime cose che ho pensato sono state: “ed ora dovrei salire fin lassù? Quanto impiegherò per raggiungere la sommità?”. Devo ammettere che ci si sente davvero piccoli dinanzi alla grandiosità della natura. Il sentiero comincia alle spalle dell’Alsos House, non lontano dalla pittoresca chiesa ortodossa dell’Assunzione della Vergine Maria. Non avrete difficoltà a trovarlo ma in caso di problemi potrete chiedere ad uno degli abitanti. Vi indirizzeranno verso un uliveto che si protende tra le pareti.
Kalambaka, chiesa ortodossa dell’Assunzione della Vergine Maria |
Il percorso è lastricato e vi condurrà in soli quaranta minuti all’ingresso del primo monastero, Moní Agías Triádos. L’ingresso al monastero è davvero suggestivo ed una scalinata scavata nella roccia conduce sulla sommità dalla quale è possibile ammirare un panorama mozzafiato. Se cercate un monastero poco frequentato Moní Agías Triádos è quello che fa per voi. È il più isolato e per questo i gruppi organizzati sono soliti evitarlo. Splendidi gli affreschi degli ambienti interni, in particolare Il giudizio di Pilato e L’ospitalità di Abramo.
Meteore, Moní Agías Triádos |
Meteore, vista dal Moní Agías Triádos |
Dal monastero di Agías Triádos il sentiero incrocia la strada asfaltata poco più in alto ed è necessario camminare sulla via principale accanto ad automobili e soprattutto autobus. Da questo punto in poi la tranquillità e misticità del luogo è stata interrotta dal caos e dall’inquinamento. Ecco perchè ho maturato la decisione di visitare successivamente solo il Moní Megálou Meteórou, il monastero più grande di Meteore ed ultimo complesso religioso del cammino. Mi sono limitato ad osservare dall’esterno i complessi tra Moní Agías Triádos e Moní Megálou Meteórou, tutti affollati di gruppi organizzati. Probabilmente giugno non è il periodo ideale per visitare le Meteore, lungo il percorso sono davvero troppi i turisti e la misticità del luogo viene interrotta dal caos e dall’inquinamento. Tuttavia è possibile incontrare alcuni punti panoramici isolati dove ammirare il paesaggio circostante. Riprendendo la descrizione dell’itinerario, una volta uscito dal Moní Agías Triádos e raggiunto la strada asfaltata, ho optato per una breve deviazione sul lato opposto rispetto all’itinerario. Svoltando a destra e percorrendo poche centinaia di metri sono arrivato al punto panoramico sul Moní Agíou Stefánou. Fu costruito nel 1798 ed il suo katholikon (la chiesa principale) è dedicato a san Caralambo. Tornando indietro lentamente ho proseguito sotto il sole che pian pian è diventato sempre più forte (cappello e crema solare sono indispensabili).
Meteore, Moní Agíou Stefánou |
Da questo momento ho definitivamente abbandonato il sentiero e sono stato costretto a seguire la strada, accanto ai veicoli, per quasi tutto il cammino. Spesso mi sono fermato per osservare il panorama. Il belvedere di Psaropétra, a 300 metri ad est del bivio per Moní Varlaám ad esempio è una frequentata sosta anche per i gruppi organizzati ma almeno in questo caso vale la pena fermarsi a contemplare il paesaggio: in basso il Moní Agías Varváras Rousánou e tutt’attorno le imponenti falesie rocciose che si affacciano sulla vallata. Se al contrario mio decidiate di visitare Rousánou sappiate che la sua attrattiva principale di questo monastero è costituita da uno splendido katholikon decorato da affreschi, in particolare La Resurrezione e La Trasfigurazione.
Meteore, belvedere di Psaropétra |
Meteore, Moní Agías Varváras Rousánou |
Ho proseguito lasciando alla mia sinistra il Moní Varlaám che ospita al suo interno un piccolo museo ed interessanti affreschi risalenti all’epoca tardo-bizantina fino ad arrivare Moní Megálou Meteórou, eretto sul pinnacolo più alto della valle, a 613 m sul livello del mare. La mia idea era quella di conoscere il più famoso tra i monasteri delle Meteore ma sinceramente è stata una piccola delusione. All’esterno il caos con pullman ed auto alla ricerca di un improbabile parcheggio mentre per raggiungere il complesso sono stato costretto ad affrontare una lunghissima cosa. Nulla da eccepire per la struttura e per il paesaggio, superlativi, ma con tutta questa gente è praticamente impossibile godere a pieno della bellezza dei luoghi. Mi sono limitato ad una breve passeggiata all’interno del complesso, fondato da san Atanasio nel corso del XIV secolo, giusto il tempo per vedere alcuni ambienti tra cui il katholikon con la sua magnifica cupola centrale affrescata a 12 facce.
Meteore, Moní Varlaám |
Meteore, Moní Megálou Meteórou |
Per tornare verso Kalambaka avevo intenzione di seguire il sentiero che partendo alle spalle del Moní Varlaám consente di tagliare e raggiungere più velocemente l’abitato di Kastraki. Chiedendo ad un tassista mi sono sentito dire che questo è al momento chiuso ed è necessario seguire ancora una volta la strada asfaltata. Mi sono fidato ma ho scoperto solamente scendendo che il sentiero è aperto e soprattutto percorribile. Parte dello stesso l’ho utilizzato per arrivare al pittoresco villaggio di Kastraki, situato proprio alla base dei pinnacoli di roccia. Questo paesino possiede una bella piazza centrale e l’atmosfera che si respira è incredibilmente rilassante. Kastraki dista circa 2 km da Kalambaka, punto di partenza ed arrivo di questo trekking ad anello. Alla fine della giornata sono circa 18 i chilometri percorsi.
Kastraki |
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