Nel cuore della vibrante città di Khartoum, ad Omdurman, si trova un luogo di profonda importanza spirituale e cultura: la tomba dello sceicco Hamed al-Nil, un eminente leader sufi dell’ordine Qadiriyah nel XIX secolo.
La tomba è la dimora finale di uno dei più venerati leader sufi del XIX secolo, lo sceicco Hamed bin Ahmed al Reeh, conosciuto come sceicco Hamed el Nil.
Ogni venerdì pomeriggio qui un rito religioso unico prende vita. È una cerimonia sufi che raduna fedeli devoti, accomunati dal desiderio di cantare, recitare preghiere e lodare insieme Allah, mentre gli spettatori e i turisti sono invitati ad assistere a questo affascinante spettacolo e a catturare immagini della celebrazione.
Ogni settimana, in particolare nel pomeriggio di ogni venerdì attorno alle 16:00, i seguaci della tariqa (confraternita islamica) si riuniscono per una straordinaria celebrazione di danza e preghiera, un evento che attrae una folla affascinata di spettatori e partecipanti.
È importante sottolineare che il rituale di Omdurman non è riservato esclusivamente agli uomini; anche donne e bambini possono partecipare, posizionandosi vicino al cerchio principale formato dagli uomini e unendosi nei canti e nelle preghiere.
Le rituali del venerdì di Omdurman furono inizialmente promossi da uno dei discepoli dello sceicco, Abdullah Saeed al Qadiri, che riposa anch’egli in questa area. Nel corso degli anni, questa celebrazione religiosa è diventata sempre più un’importante attrazione turistica. e l’ampia area sabbiosa che circonda il santuario di Sheikh Hamed el Nil si trasforma in un vasto cerchio, circondato da devoti che danno inizio ai riti con il suono dei tamburi, canti e lode ad Allah.
La cerimonia sufi ad Omdurman
L’inizio della cerimonia è caratterizzato da una suggestiva marcia attraverso un antico cimitero, con il destino finale che è la tomba dello sceicco. La vista è stupefacente: i dervisci indossano con fierezza lo stendardo verde della loro tariqa, e il loro aspetto è notevolmente differente dalla sobrietà delle vesti bianche indossate dalla maggior parte dei sudanesi.
Le loro jallabiya (abito tradizionale) sono un intricato mosaico di colori, prevalentemente verde e rosso, spesso abbelliti da pelli di leopardo e perline. Mentre avanzano, cantano con passione, accompagnati dal ritmo di tamburi e cimbali. All’arrivo presso la tomba dello sceicco, uno spazio ampio viene liberato per accogliere i dervisci e uno stendardo viene sollevato in segno di inizio del rituale. Il ritmo dei canti si intensifica e i dervisci cominciano a ruotare attorno a questo spazio, applaudendo e battendo le mani.
Tutto ciò è parte integrante di un rituale noto come “dhikr”. Il dhikr si basa sulla costante recitazione dei nomi di Dio, con l’obiettivo di creare uno stato di abbandono estatico in cui il cuore dei partecipanti possa stabilire un contatto diretto con il divino. Questa esperienza personale e profonda con Dio è il fulcro delle pratiche sufi. Mentre molti li definiscono “dervisci vorticosi,” in realtà la maggior parte dei partecipanti si limita a camminare attorno al cerchio, cantando e battendo le mani.
Ogni tanto, un derviscio si stacca dalla fila e inizia a ruotare, girando su un piede solo mentre si perde nella sua personale ricerca spirituale. Nel corso della marcia, i dervisci ripetono incessantemente “La illaha illallah,” che significa “Non c’è altro Dio all’infuori di Allah,” il primo versetto della professione di fede musulmana. Intorno al cerchio, altri aderenti si uniscono al coro e agli applausi, creando un’atmosfera carica e ipnotica. Questi canti possono proseguire per oltre 45 minuti.
Oltre a partecipare alle danze durante il dhikr, i dervisci si prendono cura di tutti gli aspetti organizzativi, dalla preparazione e pulizia del luogo, all’accoglienza dei partecipanti e alla fornitura di acqua per le abluzioni.
La cerimonia raggiunge la sua conclusione con il tramonto del sole, quando risuona la chiamata alla preghiera. A questo punto, i sufi stendono i loro tappeti e si dedicano alla preghiera islamica.
Dopo il tramonto, i discepoli continuano a vagare tra i santuari, mantenendo una serena atmosfera di devozione, mentre i capi dell’ordine si ritirano per pregare e discutere delle loro questioni in un’atmosfera di ritiro dal mondo esterno. I membri dell’ordine cercano l’isolamento sociale per concentrarsi sul ricordo e sulla pratica religiosa.
Questo di Omdurman, come altri rituali degli ordini sufi, riflette l’ambiente culturale e geografico in cui hanno avuto origine. In Sudan, l’Hamed el Nil è indubbiamente uno dei rituali più rinomati e frequentati tra le cerimonie sufi. L’Hamed el Nil è fortemente intrecciata con la cultura e la storia della regione.
Le radici profonde di questo ordine sufi risalgono al XIX secolo, e nel corso del tempo, ha evoluto e trasformato i suoi rituali in un’esperienza straordinaria, in grado di unire persone di diverse culture e fedi, creando un ponte immaginario tra le differenze. In un mondo sempre più interconnesso, questa celebrazione settimanale rappresenta un’opportunità straordinaria di condivisione, apprendimento e crescita spirituale. È un luogo in cui la diversità è celebrata e l’unità nell’amore e nella ricerca di Dio è coltivata.
Viaggi di gruppo in Sudan dall’Italia
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