Bamiyan, una città a maggioranza Hazara, situata nel cuore dell’Hazarajat, è una regione affascinante dell’Afghanistan, incastonata in una vasta valle intrecciata da fiumi di montagna. Nonostante sia una delle aree più povere del paese, la sua bellezza mozzafiato e il suo ricco patrimonio culturale la rendono una destinazione imperdibile.
Un tempo centro nevralgico per il pellegrinaggio buddista, Bamiyan è oggi più nota per la devastazione culturale inflitta dalla guerra. Le due gigantesche statue del Buddha che un tempo dominavano la valle sono ora ridotte in macerie, vittime della furia iconoclastica dei talebani all’inizio del 2001. in questo periodo Bamiyan subì enormi sofferenze sotto il regime dei talebani, il cui fervore ideologico e le dottrine anti-sciite hanno portato a massacri etnici e alla distruzione di molti tesori culturali. Una distruzione in grado di sconvolgere il mondo, ma la valle di Bamiyan conserva ancora oggi un potente fascino.
Nel 2003, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità per il suo straordinario paesaggio culturale.
Tornati al potere in Afghanistan e desiderosi di presentare un’immagine più morbida, i talebani ora gestiscono il sito come attrazione turistica. Per circa 5 dollari, i visitatori curiosi possono aggirarsi e fotografare i giganteschi buchi nella parete rocciosa dove un tempo si trovavano le antiche statue di Buddha. Sotto una bandiera talebana bianca, i soldati presidiano una cabina e compilano i biglietti d’ingresso.
Bamiyan è un luogo che, nonostante le difficoltà, continua a ispirare e affascinare chiunque vi metta piede. Un viaggio in questa regione offre una profonda comprensione della resilienza umana e della bellezza che persiste anche nei momenti più bui.
Contenuti del post
Come arrivare a Bamiyan da Kabul (via terra)
Esistono due strade principali che collegano Kabul a Bamiyan: una attraverso la Provincia di Wardak e l’altra attraverso la Provincia di Parwan. La strada meridionale attraverso la Provincia di Wardak e il Passo Hajigak è più corta e viene spesso utilizzata dai trasporti pubblici locali. Io ho utilizzato questa ed ho raggiunto Bamiyan dopo circa 4 ore di viaggio. Durante il tragitto, il paesaggio è mozzafiato, con montagne che si ergono maestose lungo il percorso. Nel mese di maggio, molte vette sono ancora coperte da uno spesso strato di manto nevoso, conferendo al panorama un aspetto straordinario.
La strada, pur essendo in relative buone condizioni, presenta alcuni tratti sterrati che richiedono una guida attenta. Tuttavia, il viaggio è piacevole e offre numerose opportunità per ammirare la bellezza naturale della regione. Il costo per la tratta Kabul – Bamiyan è accessibile: 350 AFG se si viaggia in minibus e 600 AFG per un taxi condiviso. In taxi è possibile una sosta lungo il percorso per mangiare qualcosa in un ristorante.
Richiedere i permessi per viaggiare a Bamiyan
Per viaggiare in Afghanistan, è necessario ottenere un permesso speciale dai Talebani. A Kabul, è indispensabile richiedere un paio di permessi specifici. Il primo deve essere richiesto presso il Ministero del Turismo, dove sarà necessario indicare le province che si desidera visitare. Successivamente, bisogna recarsi alla Direzione del Turismo – Afghan Tour per ottenere il secondo permesso.
Dopo aver ottenuto questi permessi a Kabul, sarà necessario visitarne gli uffici locali nelle varie destinazioni pianificate. Ad esempio, a Bamiyan, l’ufficio competente si trova alle seguenti coordinate: 34°48’24.9″N 67°49’29.8″E. Questi passaggi sono essenziali per garantire che il viaggio avvenga nel rispetto delle normative locali e per la propria sicurezza.
Per maggiori informazioni consulta il seguente articolo del blog: Viaggiare in Afghanistan al tempo dei talebani. La guida completa
Cosa vedere a Bamiyan
Le nicchie dei Buddha
Le vuote nicchie delle statue dei Buddha dominano la valle di Bamiyan. Scavate nel VI secolo, le due statue, alte rispettivamente 38m e 55m, erano le più alte mai realizzate. Ora scomparse, l’assenza degli spazi lasciati dalle statue continua comunque a ispirare reverenza e silenziosa contemplazione in egual misura. Le basi delle nicchie sono recintate e, se è possibile vederle gratuitamente da una certa distanza, il biglietto è acquistabile presso il sito di Shahr-e Gholghola ed è valido anche per quello di Shahr-e Zohak purché visitiate tutti i siti in giornata.
Tra il Grande e il Piccolo Buddha ho apprezzato più quest’ultimo. Il Grande ha attualmente delle imponenti impalcature, in quanto la missione giapponese era in procinto di lavorare per ristrutturare questi capolavori ma i lavori sono stati stoppati dal governo. Ai piedi del Grande Buddha un capannone contiene i suoi resti, i quali offrono una visione della costruzione delle statue.
Queste non erano semplicemente scolpite nelle falesie di arenaria – le figure grezze erano invece ricavate dalla roccia, poi ricoperte di fango e paglia per creare i pieghevoli intricati delle vesti, prima di essere intonacate e dipinte. La vista dalla base della nicchia fino al soffitto è vertiginosa. Il soffitto e le pareti erano un tempo coperti di affreschi, utilizzando simbolismi presi in prestito dall’arte greca, indiana e sassanide (persiana). La fusione di queste tradizioni ha dato all’arte buddhista di Bamiyan la sua vitalità, che si sarebbe poi diffusa in India e Cina.
Le pareti rocciose che circondano ogni Buddha sono disseminate di celle monastiche e grotte.
La nicchia del Piccolo Buddha si trova a 500 metri ad est ed il tratto di roccia intermedio tra i due è pieno di celle, santuari e passaggi scavati nella roccia. A metà strada tra i due Buddha si trova una terza nicchia più piccola, alta sulla falesia, che avrebbe contenuto una statua di Buddha.
Sebbene quasi tutti gli affreschi siano andati perduti, rimangono pochi frammenti in un paio di luoghi.
Interessanti anche i dintorni delle nicchie con piccole stradine che si snodano tra i campi verdeggianti e raggiungono le grotte scavate nella roccia. Non lontano dai Buddha si trova inoltre ciò che rimane del bazar storico, distrutto durante la guerra civile degli anni ’90.
Il nuovo bazaar
Il nuovo bazaar, che si snoda attorno alla via principale, è una tappa interessante, con sezioni particolarmente affascinanti come quella dedicata alla frutta e verdura e quella del ferro. Ogni angolo del mercato offre una visione autentica della vita locale e delle tradizioni afghane. Tuttavia, come in gran parte dell’Afghanistan, il lavoro minorile e l’elemosina da parte dei bambini sono problemi diffusi e visibili. Questi bambini, spesso molto insistenti, aggiungono una nota dolorosa alla vivacità del mercato.
Bamiyan continua a essere un simbolo di resilienza culturale. Una delle iniziative più meritevoli è il bazaar d’arte gestito da donne locali, dove vengono venduti artigianato e manufatti unici ai visitatori. Questo bazaar non solo promuove l’arte e la cultura locali, ma rappresenta anche un importante passo verso l’empowerment economico delle donne della regione. Le donne che vi partecipano riescono a ottenere un reddito, contribuendo così al sostentamento delle loro famiglie e alla crescita economica della comunità.
Shahr-e Gholghola
A breve distanza da Bamiyan si trova Shahr-e Gholghola, dove si conservano i resti dell’ultima resistenza della città contro l’assedio mongolo. Questa cittadella era nota per essere la più difesa tra le citate reali di Bamiyan e fu conquistata non con la forza delle armi, ma per tradimento.
Il governante locale, Jalaludin, resistette all’assedio mongolo guidato da Genghis Khan, ma fu tradito dalla propria figlia, la quale rivelò l’ingresso segreto della cittadella. Questo tradimento portò alla caduta della cittadella e alla tragica fine dei suoi difensori, evento che valse a Shahr-e Gholghola il nome moderno di “Città degli Strilli”.
Oggi, i visitatori possono raggiungere la cittadella attraverso un sentiero che serpeggia tra campi di grano e patate, fino alla sommità. Dalla cima della cittadella, sulla quale sventola oggi la bandiera talebana, si possono ammirare viste mozzafiato sulla valle di Bamiyan e sulle pareti rocciose circostanti, con una visuale che si estende fino alla Valle di Kakrak, una zona che un tempo ospitava importanti statue di Buddha e affreschi, oggi purtroppo perduti.
Cosa vedere nei dintorni di Bamiyan
Shahr-e Zohak
Shahr-e Zohak, le imponenti rovine situate all’ingresso della valle di Bamiyan, sono antiche torri costruite dai Ghoridi sulle scogliere, risalenti al VI secolo. Questo sito storico fu teatro dell’uccisione del nipote di Genghis Khan, evento che scatenò la sua vendetta su tutta la valle di Bamiyan.
Le torri, tra le più spettacolari in Afghanistan, sono costruite in mattoni di fango su fondamenta di pietra e decorati con motivi geometrici sulle merlature. Il percorso per raggiungere la cittadella attraversa un tunnel di roccia fino alla porta principale, poi serpeggia lungo la collina tra caserme e magazzini in rovina.
Dalla sommità si gode di viste mozzafiato sulla confluenza dei fiumi Bamiyan e Kalu, testimoniando la posizione strategica della cittadella.
Per visitare Shahr-e Zohak da Bamiyan, è consigliabile prendere un mezzo di trasporto verso ovest e poi proseguire a piedi per circa 1 km lungo il fiume Kalu, oppure contrattare un taxi.
Riserva di Band-e Amir
La riserva di Band-e Amir, nascosta nelle montagne Koh-e Baba ad un’altitudine di 2900 metri, è un luogo naturale stupefacente dell’Afghanistan. Questo complesso di sei laghi collegati è rinomato per le sue acque blu profondo che brillano contro le montagne polverose circostanti. La loro colorazione deriva dall’alto contenuto minerale, visibile soprattutto nel lago più accessibile, Band-e Haibat, dove i minerali formano una spettacolare parete di oltre 12m di altezza lungo le rive. Questo spettacolo geologico è anche legato a spiegazioni mitiche locali. I laghi sono famosi per le loro presunte proprietà curative, attirando pellegrini da tutta la regione.
L’approccio a Band-e Amir offre già una vista straordinaria, con il lago più grande, Band-e Zulfiqar, che appare fugacemente sulla destra durante il viaggio. La discesa verso il lago Band-e Haibat è un vero spettacolo visivo, con le sue acque blu profonde e le dighe bianche frammiste a vegetazione, un contrasto vivido con le montagne circostanti. All’arrivo nella valle, i veicoli si fermano a breve distanza dalle dighe naturali, vicino ad alcune chaikhana.
Per esplorare Band-e Amir, è possibile noleggiare pedalò a forma di cigno. Un piccolo santuario, Qadamjoy Shah-e Aulia, sovrasta il lago, con porte ricoperte di lucchetti lasciati come offerte votive. Un giro a piedi intorno ai laghi rivela panorami sublimi, con percorsi che conducono a promontori panoramici e cale pittoresche. Le acque fresche dei laghi, come Band-e Panir e Band-e Pudina, offrono luoghi tranquilli per fare il bagno e godersi la natura incontaminata.
Per raggiungere Band-e Amir, ho condiviso un taxi con un altro viaggiatore. Il costo totale dell’intero viaggio è di 1800 AFG fino all’ingresso principale della riserva, con il ritorno incluso. Se si desidera aggiungere anche una visita al punto panoramico distante circa 3 km, il costo è di 2000 AFG.
NOTA BENE:
Purtroppo, la situazione delle donne in Afghanistan è una realtà innegabile, e Band-e-Amir non è un’eccezione. Il governo talebano ha proibito alle donne di visitare il parco nazionale di Band-e-Amir nella provincia di Bamiyan. Nonostante il divieto, alcune donne sono riuscite a visitare la riserva, mentre altre sono state respinte.
Darya Ajdahar
Darya Ajdahar, conosciuta anche come Dragon Valley, si trova a cinque chilometri a ovest di Bamiyan. La leggenda narra di un drago che terrorizzava la regione, nutrendosi di vergini e cammelli. Solo Ali, genero del Profeta Maometto, riuscì a ucciderlo con la spada Zulfiqar. Oggi, i resti pietrificati del drago, una formazione rocciosa vulcanica, sono visibili con due grandi corna e sorgenti di acqua rappresentanti le sue lacrime e il suo sangue. Un santuario dedicato ad Ali si trova alla fine della fenditura del drago.
Il villaggio di Ajdahar, abitato dai rifugiati Hazara, si trova all’inizio della valle, mentre il drago si trova all’estremità opposta.
Foladi Valley
Dai brulli paesaggi della Dragon Valley al verde della Foladi Valley con i suoi villaggi di terra e le vette ancora innevate, ci siamo spostati qui per un piccolo trekking lungo il corso di un vivace torrente. L’area non è solo di rilevanza naturalistica ma anche culturale. Più di 5.000 persone vivono nella zona, che fa parte della vasta catena montuosa Koh-e Baba negli Altipiani Centrali e è dominata dall’imponente picco di Shah Foladi, che si eleva a 5.050 metri sul livello del mare.
Kudac Organization
Il team di KUDAC (Kindness Umbrella to Defend Afghan Children Organization), un’ONG dedicata al sostegno dell’istruzione per i bambini al lavoro, orfani e bisognosi, merita un riconoscimento speciale per il loro impegno. Ho avuto il privilegio di incontrarli di persona quando ho visitato la scuola, dove ho conosciuto alcuni dei loro valorosi membri come Alia e Murtaza.
Il loro lavoro mira a fare una differenza positiva nelle vite dei concittadini svantaggiati, promuovendo lo sviluppo integrato attraverso la partecipazione comunitaria. Sin dal 2022, KUDAC ha implementato programmi educativi e di empowerment giovanile, sempre credendo nelle capacità delle comunità locali e cercando di incentivare un ambiente favorevole che favorisca pensieri e azioni positive.
L’impegno va oltre l’istruzione, estendendosi a sostegno alimentare, formazione pratica e formazione di squadre sportive inclusive, mirando a creare una società istruita, equa e indipendente senza discriminazioni.
Per maggiori informazioni su come supportare la loro causa, visitate il loro sito web all’indirizzo https://kudaco.org/ o contattateli via email a info@kudaco.org.
Mangiare a Bamiyan
A Bamiyan, ci sono solo alcuni ristoranti lungo il principale bazaar di Shahr-e Nau, che offrono piatti standard da chaikhana a prezzi compresi tra 50 AFG e 70 AFG. Tra le specialità offerte ci sono kebab, pulao e shorwa (zuppa). Lungo il bazaar di Shahr-e Nau si trovano anche negozi forniti di generi alimentari essenziali e qualche dolcetto. Il mercato della frutta e della verdura si estende parallelamente alla strada principale, a un isolato a nord.
Dove dormire a Bamiyan
Ho dormito presso la Noorband Qala Guest House, una delle strutture con migliore rapporto qualità/prezzo della città. Le camere sono molto ampie e la pulizia è adeguata. Il costo è di 1500 afghani per una camera singola, colazione inclusa. La struttura offre anche accesso wifi e servizio di lavanderia. Tuttavia, la posizione non è particolarmente panoramica in quanto si trova dietro al bazaar e accanto a un ampio campo di calcio aperto. Non è possibile ammirare le statue di Buddha dalla struttura.
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