C’è un luogo in Albania dove migliaia di finestre riflettono la luce dei propri vetri sul candore delle abitazioni, un luogo dove i vicoli sono talmente stretti che solamente allargando le braccia è possibile toccare le pareti delle costruzioni. Lo chiamano “città dalle mille finestre”. Berat, conosciuta anche come “città museo” è una piccola gemma nel sud del Paese il cui centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO insieme a quello di Argirocastro.
Mi è bastato vedere alcune fotografie sul web per innamorarmi di Berat. Ecco perchè, un po’ simbolicamente, ho pensato bene di cominciare da qui il mio progetto “#GreenRoutes. Il giro del mondo dei Parchi Nazionali”.
L’arrivo da Durazzo
Non ho avuto difficoltà a raggiungere Berat partendo dalla città di Durazzo, uno dei principali porti d’Albania. Per chi non lo sapesse collegamenti giornalieri uniscono Bari con la stessa Durazzo. Io ho utilizzato la compagnia Adria Ferries e dopo una notte di navigazione mi sono ritrovato finalmente in territorio albanese. Dal terminal marittimo, dopo i consueti controlli alla frontiera, mi sono incamminato verso il terminal degli autobus, distante pochissimi minuti e accessibile attraverso un ponte pedonale. Non avendo moneta locale ho cambiato qui, in un cambiavalute ufficiale, parte dei miei soldi che avrei utilizzato in Albania. Non ho impiegato molto a trovare un “furgon” (minibus o furgoncino condiviso che rappresenta il mezzo di trasporto più economico ed utilizzato nel Paese) dopo aver chiesto ad alcuni autisti. Il viaggio da Durazzo a Berat è durato circa due ore.
Berat, Mangalem |
L’ospitalità di Berat
Giunto al terminal degli autobus di Berat mi sono fermato qualche minuto nei pressi di una panchina per cercare di organizzarmi e capire la posizione esatta della mia guest house. Una coppia di pensionati non ha resistito e si avvicinata con l’intento di capire di più sulla provenienza e sullo stile di vita di un viaggiatore solitario come me. Insieme abbiamo preso l’autobus urbano diretto al centro città e la coppia ha voluto a tutti i costi pagarmi il biglietto in quanto “ospite”.
Dormire a Berat. L’Ana’s Rest House
Oltre il fiume Osum, nel cuore del quartiere Gorica ai piedi del monte Shpirag, è situata l’Ana’s Rest House, la struttura nella quale ho deciso di trascorrere la notte in città. Non potevo scegliere di meglio. Zaino in spalla (credo di aver esagerato in termini chili) ho faticato abbastanza per arrivare alla meta, soprattutto considerando che la via per arrivarci, Rruga Nikolla Buhuri, è in salita, con accesso unicamente pedonale e al limite di un’antica mulattiera. Allo stesso tempo è proprio quello che stavo cercando: una struttura tradizionale, economica, immersa nella quiete di uno dei nuclei più antichi di Berat con una rilassante terrazza in direzione del castello. Per l’occasione ho scelto un camera privata con bagno condiviso, praticamente tutto per me in quanto unico ospite per la notte. Inoltre, essendo la struttura posizionata oltre il fiume ogni qual volta che sono sceso ho potuto godere di una delle viste panoramiche più belle sull’antistante quartiere di Mangalem.
Berat, Ana’s Rest House |
La città
Berat è una delle poche città albanesi che non ha visto stravolgimenti durante l’epoca comunista e questo ha permesso che le abitazioni di origine ottomana, a due piani con pareti bianche e tetti marroni, si preservassero sino ai giorni nostri. Proprio l’immagine delle abitazioni attaccate le une alle altre sulle pendici delle colline nei quartieri Mangalem e Gorica è quella che più mi è rimasta impressa della mia permanenza. Se Gorica un tempo era la parte cristiano-ortodossa di Berat, Mangalem rappresentava quella musulmana, testimoniata anche dalle moschee di epoca ottomana che ho incontrato passeggiando per le sue strade, tra cui la Moschea Rossa, la Moschea di Piombo e la Moschea degli Scapoli. Numerose sono anche le chiese bizantine, a partire dal XIII secolo. Senza punti di riferimento Mangalem è un piccolo labirinto dove perdersi e ritrovarsi, meglio se chiedendo informazioni qua e là. Percorrere queste stradine è stato un po’ come tornare indietro nel tempo con anziani alle finestre e i bambini all’esterno a giocare. A piedi ho raggiunto il castello di Kala dopo un’estenuante salita sotto il sole. È particolare il fatto che il castello racchiuda al suo interno un vero e proprio villaggio con circa 200 abitanti, alcune chiese, negozi, bar e anche guest house. Mi sono concesso una sosta al suo interno, rinfrescandomi con un po’ di frutta fresca acquistata da un venditore ambulante prima di arrivare ad uno dei punti panoramici con un vista spettacolare sulla sottostante Berat e sulle montagne circostanti.
Berat, Gorica |
Berat, Mangalem |
Berat, fiume Osum |
Berat, all’interno del castello |
Berat, Gorica vista dal castello |
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