Chi mi conosce sa da quanto tempo avevo “puntato” il Kirghizistan. Qualche anno fa avrei avuto la possibilità di trascorrere alcuni mesi partecipando ad un progetto di volontariato con il CBT Kirghizistan, l’Associazione kirghisa per il turismo di comunità “Hospitality Kyrgyzstan” (KCBTA). Questa esperienza la lasciai ahimé da parte a favore di un’offerta di lavoro che arrivò all’ultimo momento, una decisione che, probabilmente, tornando indietro non avrei sicuramente preso. Forse non era destino, almeno vorrei vedere così le cose, e da allora di tempo ne è passato.
Inaspettatamente ho allacciato nuovamente i rapporti con il CBT Kirghizistan e, grazie alla loro collaborazione ho sfruttato alcuni giorni a disposizione per trascorrere qui quasi due settimane, con l’auspicio di tornare un giorno magari per un periodo più ampio.
In questo post vi descriverò rapidamente l’itinerario di 13 giorni da me seguito in Kirghizistan ma prima di cominciare è doveroso fare rapidamente qualche precisazione.
Viaggiare in Kirghizistan. Cosa sapere prima di partire
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Cosa fa il CBT Kirghizistan?
L’obiettivo del CBT Kirghizistan è migliorare le condizioni di vita nelle regioni montane remote sviluppando un modello di ecoturismo sostenibile e salutare che utilizzi le risorse naturali e ricreative locali. Situata nella capitale Bishkek, la KCBTA è un’associazione che riunisce sotto di essa 15 diverse comunità di destinazione (“gruppi CBT”).
L’associazione CBT è stata registrata il 3 gennaio 2003 con il sostegno del Progetto di sostegno al turismo su base comunitaria (CBT SP) del Programma Helvetas Kyrgyzstan e opera in tutto il Paese.
Come tale, l’associazione è in grado di offrire tutta una serie di servizi per il turista – guide, escursioni, pernottamenti etc. – il tutto per supportare le diverse comunità locali. In questa direzione va il progetto “Women only travel“.
Women only travel
I viaggi per sole donne sono un’industria turistica in rapida crescita che ha un potenziale ancora maggiore per il Kirghizistan, in particolare per la regione di Jalal-Abad, grazie alla sua ricca diversità di attrazioni naturali, cultura, tradizione e vita delle donne. Qui sono presenti destinazioni più conosciute come Sary-Chelek o Arslanbob, ad esempio, che potrebbero essere facilmente accessibili alle viaggiatrici. Ad oggi, nessun tour operator promuove professionalmente “viaggi per sole donne” a Jalal-Abad per mostrare queste diversità. Il progetto mira a “sviluppare opportunità economiche sostenibili per le donne, in particolare nelle aree rurali”.
Il mio itinerario
Partendo dalla capitale Bishkek, mi sono mosso nelle regioni di Ysyk-Köl e Jalal-Abad. Tanto altro ancora sarebbe da vedere, a partire da quel lago Songköl tanto sognato in passato. Tornerò un giorno ma nel frattempo vi farò conoscere il percorso da me seguito, non meno bello dai soliti giri più turistici.
Giorni 1-2 – Volo d’andata-Bishkek (Fai da te)
Il primo approccio in Kirghizistan è stato con il Manas International Airport, situato a 23 km nord-nord-ovest della capitale Biškek. Arrivando nel cuore della notte ho preferito acquistare il transfer (pur sapendo di spendere qualcosa in più) dalla struttura nella quale ho pernottato, l’Apple Hostel.
Dopo il primo giorno trascorso in viaggio ho avuto un’intera giornata per visitare la capitale Bishkek, alla quale dedicherò un articolo apposito. Bishkek, spesso viene visitata molto rapidamente, oppure utilizzata il tempo necessario per ottenere i visti per ulteriori viaggi in Asia centrale. La città a mio parere è molto interessante. C’è del verde un po’ ovunque e la sua architettura è ricca di anacronismi post-sovietici.
Il cuore della capitale è l’Ala Too Square, l’anima pulsante, sempre in movimento è l’Osh Bazaar, il grande mercato della città. Interessanti tra gli altri i diversi musei presenti: lo State History Museum, il Mikhail Frunze Museum e il Museum of Fine Arts.
Apple Hostel
Un po’ il punto di riferimento dei viaggiatori stranieri l’Apple Hostel è una struttura dinamica a circa 4 km dall’Ala Too Square. Le camere sono discretamente pulite e vi è la possibilità di scegliere tra stanze private e condivise. Spesso vengono organizzate escursioni alle quali i turisti presenti possono aggregarsi. Colazione disponibile nel ristorante a buffet accanto. La posizione è ottima, a 10 minuti a piedi dall’Osh Bazaar e a lato della Western Bus Station. La stazione occidentale degli autobus è la principale: offre servizi regolari di autobus e minibus a lunga percorrenza per molte zone del Paese, oltre che per Almaty e Tashkent. Anche i tassisti si riuniscono qui per prendere i passeggeri – per tutte le destinazioni.
Giorni 3-4 – Bökönbaev (o Bokonbayevo) (Fai da te)
Dalla stazione occidentale degli autobus ho preso un minibus diretto a Bökönbaev, il più grande villaggio sulla sponda meridionale del lago Issyk Kul, ed ho impiegato circa 4 ore di viaggio. Qui ho pernottato presso la Guest House Aziza.
Nonostante l’aspetto un po’ triste, il villaggio serve come base per le escursioni, soprattutto nelle cime orientali e nelle valli del sud. Qui sono presenti diverse guest house ed anche accampamenti di yurte, sulle rive del lago, distante pochi chilometri dal centro abitato.
Vi è un piccolo museo e anche alcuni ricordi del suo passato sovietico, tra cui un monumento di Lenin e un memoriale di guerra. Bökönbaev ospita anche una piccola fabbrica di artigianato locale che produce shyrdak (tappeti) e altri prodotti in feltro. Lo shyrdak è un tappeto di feltro tradizionale kirghiso che si trova in ogni casa.
Bökönbaev è anche l’unica zona in cui si pratica la tradizionale caccia all’aquila in Kirghizistan. Il festival della caccia all’aquila si svolge durante l’estate, quando molti falconieri arrivano qui per mostrare la loro tecnica. É possibile assistere ad una dimostrazione privata di caccia all’aquila in qualsiasi momento, mettendosi in contatto con il CBT locale.
Cosa mi ha spinto a venire fin qui? Sicuramente il lago Issyk Kul, il “lago caldo” come emerge dalla traduzione del suo nome. Non aspettatevi acque così calde in realtà, il suo nome deriva dal fatto che l’acqua non gela mai, neppure in inverno. Ma ancora di più del lago Issyk Kul ciò che mi ha portato qui è stato lo Skazka Canyon.
Situato a mezz’ora da Bokonbayevo il canyon regala straordinari panorami, quasi marziani, dove il rosso, il giallo e l’ocra sono i colori predominanti in quello che è conosciuto anche come “Fairytale Canyon”, canyon delle fiabe. Questo luogo dalle rocce con forme misteriose, ha dato vita a molte leggende. Una di queste narra che un dio inviò nella regione forti venti e piogge, in seguito ai quali la terra assunse l’attuale conformazione.
Modellate nel tempo dal vento e dalla pioggia, le rocce assumono varie forme. Con un po’ di immaginazione alcune sembrano animali o castelli. Per un attimo sembrerà di essere in Australia, negli Stati Uniti o nel Far West.
Per arrivare allo Skazka Canyon basta contrattare il prezzo con uno dei tassisti presenti sulla strada principale.
Guest House Aziza
Struttura accogliente a gestione famigliare. I proprietari, marito e moglie un po’ in là con l’età, non parlano inglese ma sono ugualmente molto amichevoli. La guest house è più che consigliata. Le camere sono pulite e calde. Immersa nel verde di un giardino dista qualche centinaio di metri dalla strada principale.
Giorno 5 – Bishkek (Fai da te)
Quattro ore di viaggio mi hanno riportato a Bishkek. Con un pomeriggio a disposizione ho optato per una breve passeggiata tra le vie del centro, guadagnando tempo ed acquistando qualche souvenir.
Giorno 6 – Abdykalyk (In collaborazione con CBT Kirghizistan)
È cominciata da qui la collaborazione con il CBT Kirghizistan, per un lungo viaggio nel cuore della regione di Jalal Abad. Trasferimento mattutino al villaggio di Abdykalyk, attraversando il passo Too-Ashuu (3576 m s.l.m.), la valle di Suusamyr e il bacino idrico di Toktogul.
È bastato allontanarsi dal traffico della capitale per osservare la vera essenza del Kirghizistan, quella dei panorami sconfinati e delle vette alpine. Purtroppo non inclusa nell’itinerario la valle di Suusamyr è stata un colpo al cuore, un luogo bello come pochi. Mi sono limitato ad ammirarla dal finestrino ma lo prometto, un giorno tornerò qui.
Con i suoi pascoli infiniti la pittoresca valle di Suusamyr (scritta anche Suussamir o Soussamir) è situata ad un’altitudine tra i 2.000 m e i 3.000 m sul livello del mare. È molto popolare tra i nomadi ed in estate, si possono incrociare numerosi greggi di pecore o cavalli, oltre ad alcuni accampamenti di yurte.
Con le sue montagne imponenti, i fiumi agitati e le vaste pianure, la valle di Suusamyr è un luogo ideale per le escursioni. Potrete godere di una splendida vista sulle alte vette e sulle loro nevi in lontananza oppure fermarvi a comprare prodotti caseari freschi come il kurut (formaggio di capra salato) o il kymyz (latte di cavalla fermentato).
Il villaggio di Abdykalyk è invece un piccolo insediamento immerso nella natura dove è presente una struttura gestita dal CBT Kara-Suu. Siamo arrivati qui per cominciare un interessante e faticoso trekking di due giorni che mi ha portato a conoscere i laghi di Kara-Kamysh, Ozero Irikel e Sary Chelek.
Giorno 7 – Kara-Kamysh (In collaborazione con CBT Kirghizistan)
Il primo giorno di trekking nella provincia di Žalalabad mi ha portato a raggiungere il lago di Kara-Kamysh. Sono partito dal villaggio di Abdykalyk per una giornata dalle non eccessive difficoltà, circa 700 metri di dislivello. Abbiamo attraversato piccoli centri abitati dalle case in terra, costeggiato fiumi cristallini e una cascata impetuosa prima della ripida salita finale per il lago.
Il lago di Kara-Kamysh, lungo 1,5 km e largo circa 500 m è una piccola oasi di pace. Niente segnale né connessione internet e si dorme nelle tipiche yurta attorniati da decine di cavalli al pascolo. Pastori con il loro gregge vanno e vengono. Il tutto mentre pane appena sfornato viene servito agli ospiti dai locali. Non poteva mancare il fuoco accesso prima di cadere in un sonno profondo all’interno delle yurta.
Giorno 8 – Arkit (In collaborazione con CBT Kirghizistan)
La notte nella yurta, la colazione a base di pane appena fatto, il possibile temporale, la miriade di fiori colorati, le pozze d’acqua cristalline. Uno spettacolo questa seconda giornata di trekking all’interno della Riserva della Bisofera di Sary Chelek anche se molto più difficile. Partendo dal Kara-Kamysh lake abbiamo dovuto superare il Kotormo Pass a quota 2500 metri e il lago di Ozero Irikel prima di giungere alla destinazione finale, lo scenografico lago di Sary Chelek.
La Riserva della Bisofera di Sary Chelek comprende sette laghi di montagna e numerose specie rare di flora e fauna. Il vasto Lago Sary-Chelek si può considerare la sua attrattiva più importante, con una larghezza massima di oltre 2 km e una lunghezza di più di 7,5 km. Appariscenti montagne dominano la sponda meridionale e ne fanno una meta molto apprezzata dai turisti locali.
Abbiamo dormito ad Arkit, villaggio dove si trova la sede del Parco.
Giorno 9 – Arslanbob (In collaborazione con CBT Kirghizistan)
Arslanbob si trova nel cuore di una delle più grandi foreste di noci del mondo, con un’estensione totale di 11.000 ettari. Qui è possibile provare numerosi attività anche grazie al ben preparato CBT locale. Si può andare a pescare, a cavallo o fare escursioni in montagna.
Annidata tra le vette innevate del Babash-Ata, Arslanbob è un piccolo villaggio di 1.500 abitanti, per lo più di etnia uzbeka. E come tale la sua cultura, le sue tradizioni e il suo cibo sono diversi da quelli che si possono trovare in altre zone del Kirghizistan. Ad esempio i vestiti delle donne sono differenti, le quali indossano generalmente un abito colorato e un foulard.
Qui vengono in pellegrinaggio molti musulmani uzbeki. Il villaggio ospita infatti la tomba di Arslanbob, un’importante figura storica e religiosa della storia islamica uzbeka.
Il villaggio è un luogo ideale per fare escursioni e semplicemente per godersi la natura selvaggia. La leggendaria foresta di noci che confina con il villaggio è il luogo ideale per un’escursione di un giorno. I suoi numerosi alberi di noce possono raggiungere un’altezza di 30 metri.
Ci sono due cascate che abbiamo raggiunto. Una è considerata sacra, alta 23 metri, nota come “Grotta dei Quaranta Angeli”. In un clima gioioso e da luna park la gente del posto ama ritrovarsi qui per una passeggiata. È anche possibile acquistare souvenir.
Dall’altra parte del villaggio si trova una delle cascate più alte del Kirghizistan, con 80 m di altezza. Siamo arrivati anche qui. Con un 4×4, spartani mezzi di produzione russa, è possibile giungere alla base della montagna attraverso una strada dissestata poi bisognerà andare a piedi. L’ultima parte è piuttosto ripida e scivolosa a causa delle pietre ma la vista panoramica sul villaggio e sulla foresta vi lascerà senza fiato. In zona vi sono anche sorgenti termali dove è possibile fare un bagno curativo.
Giorno 10 – Arkangel’Skiy (In collaborazione con CBT Kirghizistan)
Il cavallo è uno dei simboli nazionali del Kirghizistan e l’animale è intrinseco al patrimonio del Paese. Nel villaggio di Arkangel’Skiy abbiamo provato una delle esperienze più belle dell’intero viaggio, una passeggiata a cavallo sulle colline e tra i boschi che circondano questo piccolo centro abitato, dotato anche di un nuovo CBT locale. Per circa tre ore abbiamo cavalcato tra i verdeggianti panorami della zona prima di fare ritorno alla struttura gestita dal CBT.
Giorno 11 – Jalal Abad (In collaborazione con CBT Kirghizistan)
Jalal-Abad è la terza città più grande del Paese. Circondata da montagne e pascoli, è nota soprattutto per le sue fonti minerali e i suoi centri termali. L’atmosfera della città è molto rilassante grazie ai numerosi studenti che frequentano le sue università. Ampi viali caratterizzano il centro cittadino e come in molte città ex-sovietiche, il viale principale si chiama via Lenin. Molte sono le altre testimonianze del passato, tra cui diverse fontane e, nella piazza centrale, una sorprendente statua dorata di Lenin che, per una volta, appare seduto.
I caffè del centro sono spesso affollati di studenti. Dal centro è possibile continuare la passeggiata fino al bazar, per assaggiare deliziosi piccoli pani con grani di sesamo o deliziosi samsy, pane ripieno di carne. Vi sono anche negozi o specializzato in prodotti locali a base di noci.
A Jalal Abad abbiamo visitato un piccolo laboratorio gestito da donne dove tutto viene cucito con basiche macchine da cucire o a mano. Si producono piccoli oggetti, vengono sistemati vestiti e soprattutto graziosi souvenir per turisti.
Giorno 12 – Bishkek (Fai da te)
Qualche ora a disposizione per fare un ultimo giro nell’Osh Bazaar. Per chi non lo sapesse i bazar sono un fenomeno originale e autentico della regione dell’Asia centrale. Luogo di vendita ma anche luogo di socializzazione e organizzazione dei residenti locali. Oggi come un tempo le persone sono felici di venire, contrattare, comunicare ed acquistare.
L’Osh Bazaar è diviso per interessi: vi è il mercato alimentare con verdure fresche, frutta ed erbe; vi è la zona riservata alle carni poi c’è quella dove si vendono farina, zucchero, farina d’avena e altri cereali in balle. Inconfondibili le palline rotonde bianche dall’odore aspro: è il kurut, la ricotta acida essiccata. Si usa per fare una bevanda nazionale a base di latte acido. Ben visibili anche piccole sostanze nere in sacchetti e bottiglie: è il nasvay, un prodotto artigianale del tabacco, non proprio salutare, ma che la gente continua a usare a causa delle cattive abitudini.
Il mercato Kiyal, di fronte al mercato alimentare, si trova su una strada parallela. Qui invece si vendono vestiti, articoli per la casa, prodotti nazionali e souvenir.
Giorno 13 – Bishkek-Volo di ritorno (Fai da te)
All’alba ho raggiunto il Manas International Airport per prendere il volo della Turkish che mi ha portato nuovamente in Italia, via Istanbul.
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