Un antico borgo fortificato oggi abbandonato. Siamo in Abruzzo, più precisamente a Faraone Antico (o Faraone Vecchio), frazione di Sant’Egidio alla Vibrata.
Qui i fasti di un tempo sono solo un ricordo ma è sempre piacevole perdersi tra le viuzze, tra edifici decadenti e la vegetazione spontanea ormai un po’ dappertutto.
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La storia di Faraone Antico
Faraone, un nome che trova le sue radici direttamente nel Medioevo, più precisamente dalla parola longobarda “fara” che significa accampamento. Furono proprio i Longobardi ad insediarsi qui e nel territorio limitrofo, sul “colle Chiovitto” dove vennero rinvenute alcune tombe. Durante la dominazione longobarda il territorio fu conteso tra i Ducati di Spoleto e quello di Benevento, ragion per cui si rese necessaria la realizzazione di un accampamento, un avamposto militare a favore del ducato di Spoleto che, per lungo tempo, contese il borgo a quello di Benevento, al fine di ottenere un maggiore controllo strategico della strada della Metella e della consolare Salaria. Quando l’occupazione longobarda terminò nel 793 il borgo di Faraone e le sue pertinenze ricaddero sotto l’influenza ed il controllo della Badia di Monte Santo.
Da questo momento Faraone, antico feudo, passò più volte di proprietà fino a quando nel 1809, con l’entrata in vigore del codice napoleonico su editto di Gioacchino Murat fu soppresso il feudalesimo. Faraone, insieme a Sant’Egidio, rientrava nel circondario di Civitella del Tronto. Durante l’Unità d’Italia il Comune di Faraone venne aggregato a quello di Sant’Egidio. Il 23 giugno 1863, con decreto reale, il centro abitato assunse il nome di Sant’Egidio alla Vibrata.
Perché Faraone Antico venne abbandonato?
Il 5 settembre del 1950 alle 4 del mattino circa, un terremoto di magnitudo 5.3 Richter (VIII Mercalli) scosse la tranquillità del borgo provocando danni considerevoli. Faraone ottenne numerosi finanziamenti grazie al parroco dell’epoca, don Giovanni Reali, una cifra tale da permettere la fondazione di nuovo centro abitato nelle immediate vicinanze. La migrazione fu lenta e ci vollero circa quindi anni per trasformare Faraone Antico in un paese fantasma.
Cosa vedere a Faraone Antico
L’arco d’ingresso
Percorrendo la strada sterrata che conduce a Faraone Vecchio la prima struttura è l’arco posto all’ingresso, una delle due porte d’ingresso della cerchia muraria posta a difesa del borgo all’interno del quale un tempo si poteva accedere attraverso ponte levatoio. L’arco posto all’ingresso del paese, sormontato da una torre merlata, presenta un bassorilievo ad opera di Ghino Sassetti, un noto scultore del secolo scorso. Il bassorilievo raffigura una Madonna con Bambino alla quale San Giovannino porge il paese di Faraone, al fine di invocare protezione per i suoi abitanti. Nelle vicinanze e ben riconoscibile la cinta muraria si perde negli edifici attigui. La costruzione è da ricondurre probabilmente probabilmente all’anno 1467 come testimoniato dalla pietra con epigrafe formata da due croci e l’incisione della data 1467, oltre all’iscrizione «Adl 2 d / E Set(em)br(E)». Vi è uno stemma gentilizio di Generoso Cornacchia di Civitella del Tronto.
La chiesa di Santa Maria delle Misericordie
Oltre l’arco d’ingresso a Faraone Antico una piazzetta si affaccia sulla chiesa di Santa Maria delle Misericordie, oggi chiusa al pubblico. Tuttavia dalle grate che proteggono gli accessi è possibile ammirare i pregevoli interni affrescati ma ormai in rovina. Parte del tetto è crollato sull’altare e i banchi sono andati ormai a marcire nell’unica navata della struttura.
L’edificio è risalente alla metà del quattrocento, periodo in cui fu costruita la parte muraria bassa. Il resto fu edificato negli anni successivi e l’aspetto attuale è ciò che emerge da restauri ottocenteschi.
Il palazzo dei baroni Farina
Tra gli edifici ve n’è uno che spicca per la sua imponenza. Le finestre aperte dell’ultimo piano lasciano ancora intravedere i fasti dei tempi che furono. Il soffitto affrescato mostra ancora oggi colori vivaci e armoniosi. É il palazzo dei Baroni Farina, che insieme ai Ranalli e ai Faragalli furono tra i più importanti proprietari terrieri della zona. Ospitò un convento di suore e, al pian terreno, anche l’asilo.
Gli altri edifici
Il borgo è composto da un totale di circa venticinque edifici, gran parte dei quali totalmente in decadenza. Un tempo ospitavano anche un bar e un ufficio postale. Pochi di essi di essi mostrano ancora ciò che un tempo potevano offrire: un camino, resti di una cucina, mobili poco riconoscibili, insomma, elementi di una vita ormai superata. Soffocati dai segni del tempo, costante simbolo di logorio, quasi tutte le costruzioni sono ormai a rischio crollo.
Come arrivare a Faraone Antico
Raggiungere Faraone Antico non presenta particolari difficoltà. Il principale centro nelle vicinanze è Sant’Egidio alla Vibrata. Da qui si prosegue per Villa Lempa sino alla nuova Faraone, attraversata dalla Strada Provinciale 2. Si svolta in via Tiziano, all’altezza della chiesa, e dopo poche centinaia di metri compare sulla sinistra un cartello che indica Via Faraone Antico e una strada sterrata che conduce direttamente al borgo fantasma.
P.S.: siete alla ricerca di altri borghi fantasma abruzzesi? Morino Vecchio potrebbe fare al caso vostro...
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